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Cronaca

Assistenza sociale, il nuovo piano apre al futuro: comunità di quartiere e medicina fuori dagli ambulatori

Avrà valenza triennale e includerà la declinazione del Piano Povertà Nazionale che introduce il Reddito di Solidarietà

E' pronto il nuovo "Piano di zona per la salute e il benessere sociale" che avrà valenza triennale e che introdurrà diverse novità tra cui "un ampliamento della trasversalità dei servizi e della partecipazione non solo degli attori pubblici ma anche di quelli privati e degli stessi cittadini", dice Rossella Ibba, dirigente del servizio Benessere Sociale e Partecipazione. I macro obiettivi che vengono individuati nel Piano di zona includono: il rafforzamento delle reti territoriali e l'apertura alla comunità dei servizi che si occupano di assistenza, come ad esempio le case di riposo, convenzionati con l'Ausl e non; la promozione dell'integrazione socio-sanitaria verso la prossimità e la domiciliarità delle persone che fruiscono di assistenza sociale. "Abbiamo cercato di far dialogare tra di loro le realtà di tutti e 15 i comuni della Romagna Forlivese, indipendentemente dalla tipologia di servizio che offrono - continua Ibba -, rafforzando così la rete territoriale. Ad esempio verrà incrementata la medicina di iniziativa, in accordo i medici  dell'Ausl, ovvero quel tipo di medicina operata al di fuori degli ambulatori e che si prende cura dei malati cronici".

Un altro punto del Piano di zona per la salute e il benessere sociale riguarda la riduzione delle disuguaglianze e la promozione dell'autonomia delle persone. "Abbiamo incluso la declinazione del Piano Povertà Nazionale che ha introdotto il reddito di inclusione - prosegue Ibba - e che tenta di garantire un livello essenziale di assistenza attraverso finanziamenti. All'interno del Comune di Forlì sono 715 le domande presentate per la richiesta di Reddito di Solidarietà (Res), ovvero lo 0.87% del totale delle famiglie, di cui beneficeranno 343 nuclei familiari. Il Piano Povertà prevede anche il rafforzamento del Servizio Sociale Professionale fissando il limite di copertura assistenziale a un assistente sociale ogni 5 mila abitanti. Forlì, con i suoi 49 assistenti sociali ne garantisce già uno ogni 3842 abitanti".

Per quanto riguarda i finanziamenti stanziati dal Piano Povertà, la zona dei Comuni della Romagna Forlivese riceverà poco meno di 56 milioni di euro che verranno così ripartiti: il 44% andrà ad incrementare i servizi rivolti agli anziani, il 26% all'ambito famiglia e minori, il 22% a quello della disabilità, il 6% a quello degli adulti senza fissa dimora ai problemi di dipendenze ed infine il 2% alla multiutenza. L'assessore al Welfare e alle Politiche Sociali del Comune di Forlì, Raoul Mosconi, riassume in quattro punti la complessità del Piano triennale: "Primo punto, la promozione dei cittadini come principali attori della politica sociale, rendendoli consapevoli che è necessario proiettarsi nel futuro. Futuro che ci dice che la fascia della popolazione anziana è in costante aumento e che è quella che deve essere tutelata maggiormente. Il secondo punto è la comunità: dobbiamo aiutare non il singolo ma le categorie protette e lo vogliamo fare promuovendo lo sviluppo di comunità di quartiere. Altra caratteristica del nuovo Piano è quella dell'innovazione intesa, attraverso una citazione di Anna Maria Testa, esperta in comunicazione, come il prendere le cose hai e metterle insieme in modo diverso. Ad esempio rendendo le case di riposo luoghi aperti alla cittadinanaza. Ultimo punto è quello che riguarda l'apprendimento: è necessario che i professionisti sanitari e gli operatori imparino l'uno dagli altri per ampliare le loro conoscenze e che gli stessi dialoghino con i cittadini".

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