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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L'odissea di un ricercatore: "Invitato come relatore a Londra, ma temo di saltare: più di 4 mesi per il passaporto"

Una soluzione, però, sono gli open day di apertura straordinaria a domenica, con accesso senza prenotazione

L'Italia potrà mai essere un paese avanzato, attrattivo di investimenti e competenze di alto profilo, se per avere un passaporto occorrono 4-5 mesi? Per esempio, per ricercatori e studiosi universitari la mobilità internazionale è fondamentale, eppure anche questo elementare diritto si scontra con una burocrazia lenta, astrusa e - anche quando dotata di tecnologia - spesso impantanata tra malfunzionamenti e insufficienza di personale. 

Attese infinite per avere un passaporto

Ha così del surreale la vicenda di un ricercatore forlivese che ha chiesto ad inizio gennaio il rilascio del passaporto alla Questura di Forlì, tramite il sistema automatico di prenotazione, col risultato che la prima data utile è ad oltre 4 mesi, vale a dire il 18 maggio. Il ricercatore si era attivato appena ha saputo di essere stato invitato per una lezione da tenersi a Londra: “Parte del mio lavoro è presentare i risultati ottenuti nelle mie ricerche a conferenze internazionali. Il 5 gennaio mi viene notificato da una di queste che un mio articolo è stato accettato per la presentazione, dunque che il 29 maggio dovrò presenziare alla conferenza a Londra. Malauguratamente, a causa della Brexit, da qualche tempo serve il passaporto per andare nel Regno Unito. Poco male, penso, ci sono oltre 4 mesi da qui alla conferenza e mi accingo a informarmi su come funziona il rinnovo del passaporto, che non uso da diversi anni”.

Probabilmente a Londra, però, non sanno che un italiano senza passaporto va avvisato molto prima di 5 mesi, se lo vogliono relatore di una conferenza internazionale, e anche questo ci rende un Paese  distante da quelli più avanzati. Purtroppo i tempi di attesa estenuanti per avere un passaporto non sono un problema specifico della Questura di Forlì, che anzi  è una delle più efficienti tra quelle della zona: l'ufficio passaporti è aperto ben 6 giorni su 7, anche il sabato, e ha liste di attesa ancora gestibili. Ad una prova effettuata da ForlìToday martedì pomeriggio, per esempio alla Questura di Ravenna ci è comparso l'avviso che non c'è disponibilità di appuntamenti in provincia, vale a dire che la lista di attesa è così lunga che non prendono più prenotazioni. Meglio, però, a Rimini, dove invece la prima data utile era il 28 febbraio, pur sempre due mesi e mezzo in meno di Forlì.

Rimarca lo stesso ricercatore: “Sono rispettoso e comprensivo dei lavoratori coinvolti. E in questo assicuro a tutti che i lavoratori di tale Ufficio hanno tutta la mia comprensione e il mio rispetto. Non è a loro che rivolgo le mie critiche e questa segnalazione. Resta però non accettabile che oltre 4 mesi di preavviso (quando sono venuto a sapere della necessità di dover viaggiare extra-Ue) non siano sufficienti per un semplice appuntamento (a cui si sommano i 15-30 giorni per il rilascio effettivo del passaporto)".

La questura: "Colpa della Brexit, ma le urgenze passano avanti"

A spiegare la situazione attuale è Maurizio Maccora, capo di gabinetto della Questura forlivese: "Purtroppo con la Brexit, il volume di richiesta di passaporti è aumentato di circa il 40%: la gran parte delle richieste, infatti, è proprio per raggiungere il Regno Unito. A questo si somma che, dopo la fine delle restrizioni ai viaggi per Covid c'è anche un aspetto 'psicologico' di molti cittadini che vogliono farsi un viaggio all'estero di piacere". Il risultato è che gli uffici sono intasati. Però, spiegano sempre dalla Questura, "motivi di salute e motivi di lavoro, ovviamente ben documentati, danno diritto ad una procedura più veloce". In questo caso si può mandare una Pec o rivolgersi direttamente agli uffici in Questura per spiegare e comprovare la propria necessità urgente. 

Restano però impantanati i viaggi per altri motivi: dal turismo alla visita di parenti lontani, per esempio. "Ma anche per quello ci sono soluzioni per i casi urgenti - continua Maccora -. Apriamo perfino la domenica con degli open day senza prenotazione. Si viene qui e si fa la fila, si completa la richiesta in un giorno". Lo scorso dicembre, l'ultimo open day, che aveva una potenzialità anche di un centinaio di utenti, si sono presentati in 30. Un apparente sottoutilizzo rispetto invece alla problematica che si manifesta in tutta Italia. "Noi però lo pubblicizziamo bene attraverso i media", aggiunge Maccora. Il prossimo è previsto per fine gennaio.

La burocrazia spesso è un dedalo inestricabile

Il cittadino, come spesso succede si scontra poi con tante disfunzioni grandi e piccole, partendo dal fatto che come numero per le informazioni viene indicato il centralino della Questura e non nell'Ufficio Passaporti. Qui al ricercatore avrebbe risposto sbrigativamente, sostenendo che sia normale un tempo di attesa del genere. Se poi si aggiungono esigenze complesse i problemi si complicano ancora di più: “Ho scritto una Pec alla Questura, spiegando la mia urgenza e la volontà di farmi accompagnare nel mio viaggio di lavoro dalla famiglia, dunque che mi servono ben 5 passaporti in tempo utile per il 28 maggio. La risposta che ottengo mi invita a controllare eventuali cancellazioni di prenotazioni sull'agenda online, e precisa che comunque l'urgenza potrà valere solo per me, non per il resto della famiglia. Una risposta in linea con i continui supplizi ai quali tutte le famiglie con figli sono sottoposte in intensità crescente col numero dei figli”, spiega il ricercatore.

Il resto dell'odissea è la lotta contro il sistema informatico: “L'agenda online è semplicemente impossibile da usare (e so di quello che parlo: il mio campo di lavoro, e di ricerca, è proprio l'informatica): la pagina web col calendario reca la dicitura “Gennaio 2023” ma mostra in realtà maggio; cliccando su “Settimana Precedente” in alto a sinistra si ottiene sempre (ho provato decine di volte nell’arco di due giorni con lo stesso risultato) una pagina di errore che riporta al login addirittura, dunque occorre perdere tempo a reinserire i propri dati personali, ri-ricevere la notifica SPID sul cellulare, ri-ripetere l’autorizzazione sia sul medesimo che sulla pagina web. Si viene ancora, sempre, inesorabilmente rimandati a una pagina di errore. Come faccio a controllare eventuali posti liberati se l’agenda non consente la navigazione?”.

E conclude: “Ora, io posso solo immaginare le difficoltà oggettive entro cui l'Ufficio Passaporti della Questura si trovi ad operare, ad esempio carenza di personale rispetto alle richieste e obsolescenza dei dispositivi informatici e dei processi amministrativi, al pari di molti uffici della Pubblica Amministrazione o della Sanità. Ben consapevole, ripeto, dei limiti oggettivi che possono impedire integrazioni di personale e potenziamento dei servizi, auspico che chi di dovere faccia quanto in suo potere per ridurre queste tempistiche, per chi in futuro dovrà cimentarsi in simile odissea”.

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