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Il mistero / Civitella di Romagna

Cadavere decapitato, il serrato interrogatorio del fratello dura diverse ore. L'avvocato: "Ha risposto, ma non ha confessato"

E' durato diverse ore, fino alle 18,30 di venerdì l'interrogatorio di Daniele Severi, fermato per la morte del fratello Franco Severi, ritrovato decapitato nella boscaglia vicino a casa sua

E' durato diverse ore, fino alle 18,30 di venerdì l'interrogatorio di Daniele Severi, fermato per la morte del fratello Franco Severi, ritrovato decapitato nella boscaglia vicino a casa sua a Ca' Seggio di Civitella, la sera dello scorso 22 giugno. Nella caserma del comando carabinieri di Meldola Daniele Severi è stato sottoposto ad una raffica di domande da parte dei carabinieri e della pm Federica Messina. Il fermo è scattato dopo che gli inquirenti hanno avuto in mano un indizio decisivo: un referto del reparto scientifico dei carabinieri che confermerebbe che il sangue sulle scarpe di Daniele, sequestrate durante la perquisizione, sarebbe del fratello ucciso.

Agricoltore decapitato, fermato il fratello: l'uscita dalla caserma dei Carabinieri

Un botta e risposta duro e serrato. L'indagato non si è chiuso nel silenzio, ma non avrebbe reso confessione. Lo dice il suo legale, l'avvocato Maria Antonietta Corsetti del foro di Frosinone: “Ha parlato agli inquirenti, ma non è stato confessato niente. E' innocente. Aspettiamo ora l'udienza di convalida del fermo”. Nel frattempo Daniele Severi è stato portato in carcere, a Forlì. La pm Messina, all'uscita dalla caserma, si è solo limitata a specificare che il fermo è confermato e sarà sottoposto, come previsto dalla legge, alla convalida.

La sorella: "Ho pregato perché non fosse stato lui"

Le indagini

Il lavoro degli inquirenti procede nel massimo riserbo, coordinati dal procuratore capo Maria Teresa Cameli e dal sostituto procuratore Federica Messina. A trovare il corpo senza vita di Severi è stato un amico, che nella tarda serata di mercoledì 22 giugno ha dato l'allarme ai soccorritori. Era andato a casa sua in quanto da tempo non rispondeva al telefono e non dava segnali di presenza. L'indagine ha avuto un'accelerata dopo i sopralluoghi effettuati dai Carabinieri del Ris, affiancati dai colleghi del comando provinciale e della Compagnia di Meldola (guidati dal comandante Rossella Capuano e dal luogotenente Gino Lifrieri), che avevano perquisito l'abitazione di Daniele Severi a Meldola e l'auto, una "Fiat Panda" grigia, poi posta sotto sequestro.

Sulle scarpe dell'uomo e sulla vettura sarebbero state trovate delle tracce ematiche. Altre impronte erano state repertate nei pressi del podere della vittima. I detective avevano inoltre acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza di un'area di servizio lungo la Bidentina, che avevano immortalato il passaggio di una vettura simile a quella in uso a Daniele Severi in un orario compatibile con la morte della vittima. Morte che potrebbe essere avvenuta tra martedì sera e mercoledì mattina. L'ultimo contatto Whatsapp di Franco Severi era alle 19 di martedì 21 giugno. Nell'abitazione di Franco Severi non sono stati trovati segni di colluttazione.

Trovato cadavere senza testa, i rilievi

Il contesto famigliare

 Franco Severi martedì 21 giugno era vivo. Cristiano Zambelli, barista di Civitella, è l'ultima persona che ha visto l'agricoltore di 53 anni. Come ha dichiarato ai microfoni della trasmissione di Rai Uno, "Estate in diretta", "Franco era tranquilissimo e normalissimo e non ho notato nulla di strano". Il 53enne era un cliente abituale di Zambelli e martedì mattina, qualche ore prima della sua brutale fine, tra le 9 e le 10, si è presentato al bancone per un caffè.

Fin dall'inizio le indagini si erano indirizzate nell'ambito della famiglia. Grande lavoratore, persona solitaria, Franco Severi ha numerosi fratelli, tra i quali vi erano dissidi. In particolare però, il contrasto maggiore – in passato anche di natura legale - era proprio col fratello Daniele. La sorella Anna in un post su Facebook aveva parlato di una “cronaca di una morte annunciata, nessuno ci ha ascoltato” e ha ricordato come l'agricoltore 53enne avesse accudito la madre fino alla morte di quest'ultima, avvenuta lo scorso anno. L'uomo, da quel momento, viveva solo nell'azienda agricola di via Ca' Seggio.

Il giallo della testa mancante

Caratteristica macabra di questo delitto è il fatto che il cadavere di Severi sia stato scoperto decapitato e la testa per ora non ritrovata. Un'azione prima di tutto per niente facile dato che parliamo di un uomo alto, robusto e in forza, del peso intorno a un quintale. L'esame autoptico è stato affidato all'anatomopatologa Donatella Fedeli di Bologna per la Procura di Forlì, mentre cinque fratelli della vittima (tutti tranne Daniele) - assistiti dagli avvocati Massimiliano Starni e Massimo Mambelli del Foro di Forlì - hanno nominato due esperti: il medico legale Dario Raniero, dell'Università di Verona, e il dottor Franco Bombardini. L'autopsia ha accertato un taglio netto e nessun'altra ferita sul corpo. In casa e sul luogo del delitto non sono state trovate tracce ematiche di dimensioni tali che siano compatibili con una decapitazione avvenuta nell'immediatezza del fatto.

Per questo si ritiene che l'omicidio sia avvenuto altrove e il corpo senza testa riportato nella boscaglia vicino a casa sua in un secondo momento. Dato il peso del cadavere, uno dei sospetti è che l'omicida abbia avuto un complice per trasportare e disfarsi del corpo di Franco Severi. Perché un'azione così invasiva come la decapitazione di un corpo già senza vita? C'è chi ipotizza un'azione di sfregio, di odio profondo nei confronti della vittima. Ma potrebbe essere anche un modo per nascondere degli indizi sulla morte che forse potrebbero ricondurre alla mano omicida. Un modo, insomma, per farli sparire senza la difficoltà di far sparire un corpo intero di una tale stazza. 

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