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Cronaca Santa Sofia

Minacce, botte, sequestri: Lisa, la solita tragedia annunciata

Potrebbe essere stata la situazione riguardante l'affido della figlioletta di 2 anni la motivazione che ha scatenato la furia omicida di Vincenzo Manduca, 27enne residente a Santa Sofia

Potrebbe essere stata la situazione riguardante l'affido della figlioletta di 2 anni la motivazione che ha scatenato la furia omicida di Vincenzo Manduca, 27enne residente a Santa Sofia, che venerdì mattina è partito a bordo della sua Mazda grigia in direzione Udine per uccidere la sua ex fidanzata, la 22enne Lisa Puzzoli, massacrata con un coltello da macellaio lungo più di 20 centimetri.

Pare infatti che Manduca nei mesi scorsi avesse chiesto attraverso il proprio avvocato al Tribunale di ottenere l’affido esclusivo della figlia e la decadenza della patria potestà della madre. Manduca, nel ricorso, avrebbe specificato che la bimba avrebbe vissuto con lui a Santa Sofia. Non solo: la madre avrebbe avuto la possibilità di una stanza proprio nella stessa abitazione, forse un modo per riconciliarsi con la ex fidanzata.

IL TRIBUNALE DICE NO - Ma così non è andata. Il Tribunale dei Minori, il 14 novembre scorso, aveva deciso delle limitazioni nelle modalità di visite alla figlia. Vincenzo avrebbe potuto incontrarla solamente una volta a settimana, con il sostegno obbligatorio di uno psicologo e dei servizi sociali. Nella decisione del Tribunale, molto probabilmente, pesano le tre denunce per stalking dell'ultimo anno e la pesante conflittualità tra i due genitori. Un provvedimento che forse ha scatenato la furia omicida del 27enne residente a Santa Sofia.

L'ULTIMA CHIAMATA - Secondo quanto riportato da "Il Messaggero Veneto", pare che martedì Vincenzo abbia chiamato Lisa per chiederle di vedere la figlia. Si sarebbe presentato il giorno dopo (mercoledì) ma Lisa le avrebbe spiegato che non avrebbe potuto farlo se non con la mediazione dei servizi sociali e di uno psicologo, come dettato dal Tribunale dei Minori. Manduca avrebbe risposto a male parole, buttando giù il telefono e facendo preoccupare la giovane. Il viaggio di Vincenzo, però, è stato rimandato di sole 24 ore.

IL VIAGGIO - Venerdì mattina Manduca è partito a bordo della sua auto da Santa Sofia, molto probabilmente già deciso ad uccidere la ragazza. L'avvocato della ragazza, Enrica Lucchin, spiega al 'Messaggero Veneto' che "due mesi fa avevo depositato in Procura la proposta di applicazione di una misura cautelare nei confronti di Manduca, affinchè gli fosse impedito di avvicinarsi alla casa di Lisa. Ma l’ordinanza non risulta ancora emessa. Ora è troppo tardi. Spero almeno che questa tragedia serva come monito per evitare che altre giovani facciano la stessa fine".

I PRECEDENTI: BOTTE E SEQUESTRI - "In agosto Manduca l'aveva picchiata, rompendole alcune costole. Il mese dopo era tornato a Basiliano di Udine e aveva chiuso Lisa e la figlia in auto per ben due ore" spiega ancora l'avvocato di Lisa. In quel caso erano dovuti intervenire i carabinieri per fargli aprire l’auto, mentre la figlioletta piangeva disperatamente. Negli ultimi due anni erano state tre le denunce per lesioni, minacce, stalking e violenza privata. E un fascicolo per stalking, nel 2010 (quando ancora la piccola non era nata), era stato archiviato in quanto per il Gip non si trattava di "atti persecutori": erano stati giustificati da "questioni relative alla gravidanza" sostiene Manuela Pasut (legale di Manduca), che specifica come negli ultimi due anni il 27enne aveva potuto vedere la figlia solamente sette volte.

L'INTERROGATORIO - Manduca sarà interrogato lunedì dal pm di Udine, Marco Panzer. Il 27enne è difeso dall'avvocato Massimo Pifani. Intanto si attende l'esito dell'autopsia della ragazza, che chiarirà se è stata colpita con cinque o nove fendenti.

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