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Cronaca

Omicidio Severi, le indagini proseguono a ritmo serrato: fratelli e sorelle tornano a testimoniare dai carabinieri

Non si fermano le indagini sulla morte di Franco Severi. L'incriminazione del fratello Daniele Severi, infatti, è solo un tassello dell'ampio mosaico delle indagini

Non si fermano le indagini sulla morte di Franco Severi. L'incriminazione del fratello Daniele Severi, infatti, è solo un tassello dell'ampio mosaico delle indagini. E nel puzzle mancano ancora molte tessere per arrivare ad avere un quadro definito. Per questo gli inquirenti procedono a ritmo serrato nella raccolta di informazioni. Nella giornata di martedì sono stati sentiti in particolare i fratelli di Franco e Daniele: uno dopo l'altro sono sfilati davanti ai carabinieri per fornire dettagli e informazioni, con interrogatori durati tutta la mattina. Da definire, anzitutto, il rapporto tempestoso tra i due fratelli. Dagli atti di indagine è emerso anche un video di alcuni mesi fa di Franco in cui diceva a Daniele di smettere di minacciarlo. A produrlo è stata una delle sorelle.

Daniele Severi, 63 anni, resta in carcere, con l'accusa di omicidio volontario, con l'aggravante della premeditazione, oltre che per il reato di occultamento di cadavere (l'accusa può essere mossa anche quando manca una sola parte anatomica, come appunto la testa). Sono già quattro le notti passate in cella per l'operatore del 118 appena andato in pensione. La custodia in carcere è quanto ha deciso il gip del Tribunale di Forlì Giorgio De Giorgi convalidando il fermo di indiziato di delitto. Gli avvocati della difesa Massimiliano Pompignoli e Maria Antonietta Corsetti hanno già annunciato ricorso al Tribunale del Riesame contro la misura cautelare.

I legali sono ora al lavoro su un'articolata richiesta di scarcerazione da inoltrare al Tribunale del Riesame, il secondo grado che si esprime sulle misure cautelari. Ma stanno anche valutando di avviare delle indagini difensive, in quanto a detta della difesa la Procura avrebbe svolto indagini solo nei confronti del fratello, nella convizione che - essendo noto l'aspro dissidio - avesse il movente per ucciderlo. Per la difesa, però, la vittima Franco Severi sarebbe stato un frequentatore di night e quell'ambiente non sarebbe stato sufficientemente indagato da parte degli inquirenti.

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Le tesi di accusa e difesa

Daniele Severi è stato fermato per la morte del fratello Franco Severi, ritrovato decapitato nella boscaglia vicino a casa sua a Ca' Seggio di Civitella, la sera dello scorso 22 giugno. La morte sarebbe avvenuta quella sera stessa. Nell'interrogatorio, pur dando la sua versione sulle questioni poste dagli inquirenti, non aveva reso una confessione.

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Le tracce di sangue sono l'indizio principale. I carabinieri del Ris hanno confermato la presenza di una piccola traccia del sangue della vittima (di tre millimetri), il fratello Franco di dieci anni più giovane, sulle scarpe di Daniele, sequestrate durante la perquisizione della sua casa a Meldola. Nella versione della difesa, tuttavia, quel sangue non è databile, per cui potrebbe essere anche una vecchia macchia, sebbene il proprietario dell'indumento ha detto di non sapere, né ricordare quando il sangue del fratello possa essere sgocciolato sulla sue scarpe, forse un vecchio litigio, dato che - come documenta anche un video - tensioni c'erano state anche l'ultima volta che si erano visti.

La difesa fa valere inoltre poi il fatto che nella macchina, una Fiat Panda, di Daniele Severi, non ci sia alcuna traccia ematica riferita al fratello. La Procura, però, rileva che l'auto è stata recentemente lavata. Infine c'è un'altra  traccia di sangue: un guanto sporco del sangue di Franco nel vano motore della stessa Panda. Una seconda traccia ematica sospetta specialmente perché trovata nella macchina. Anche in questo caso la difesa obietta che non ci sono elementi per sostenere che quel guanto sia stato indossato da Daniele, in quanto gli stessi Ris dei Carabinieri non hanno trovato il Dna del fratello accusato dell'omicidio. 

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