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Cronaca

Denaro ai "fratelli", inchiesta anti-terrorismo della Digos: quattro arresti

Secondo quanto accertato dagli investigatori, coordinati del pm dell’antiterrorismo Antonella Scandellari e del procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, venivano raccolti soldi in Italia per finanziare il terrorismo islamico

L'inchiesta sarebbe scattata dalle intercettazioni di due somali residenti a Forlì. E' di quattro arresti, con l’accusa di finanziamento di condotte con finalità di terrorismo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il bilancio di un'operazione coordinata dalla Dda di Bologna ed eseguiti dalla coordinato dalla Dda di Bologna. Nella rete sono finiti due somali e due etiopi. Secondo quanto accertato dagli investigatori, coordinati del pm dell’antiterrorismo Antonella Scandellari e del procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, venivano raccolti soldi in Italia per finanziare il terrorismo islamico.

Il lavoro degli inquirenti, partito dalle intercettazioni di due somali residenti nella città mercuriale, avrebbe svelato l’esistenza di un circuito internazionale tra la Romagna, la Brianza ed i terroristi dell’Al Shabaab in Somalia. Secondo quanto appurato, dall'Italia venivano inviate ogni mese delle somme di denaro per finanziare la formazione jihadista affiliata ad Al Qaeda e responsabile di diversi attentati nel corno d’Africa. Lo scorso settembre, uno degli arrestati, somalo 22enne, residente nel milanese, al telefono con un connazionale di 23 anni, aveva parlato di armi dì'acquistare e di denaro da inviare nel loro paese, ai "fratelli". Avrebbe raccolto denaro con il concorso del 23enne, al momento irreperibile, e di un 22enne etiope residente a Torino. Il pm della Dda di Bologna Antonella Scandellari ha emesso anche un decreto di fermo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti di un 29enne somalo e 22enne etiope.

Dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, arriva "un sentito ringraziamento all’attività di intelligence della Dda di Bologna e della Digos e di indagine degli inquirenti che hanno fatto emergere una rete internazionale di stranieri finalizzata alla raccolta di fondi per gruppi terroristici e per la jihad". "L’attività di indagine, che sarebbe ancora in corso, ha interessato varie città italiane, partendo da Forlì dove sarebbero stati individuati, secondo note di agenzia, alcuni residenti in contatto con un militante dell’Isis arrestato in Somalia", aggiunge.

"Per l’ennesima volta nelle nostre città, grazie a indagini approfondite e all’attività delle Forze dell’Ordine, si scoperchiano situazioni di grande pericolo che coinvolgono criminalità, fanatismo confessionale, immigrazione irregolare - conclude -. Credo che tutti gli attori coinvolti, anche gli amministratori locali, debbano alzare il livello di attenzione su quanto accade nel territorio di competenza. Disattenzione e pressapochismo nel valutare questi fenomeni, compreso il collegamento tra immigrazione irregolare e estremismo, potrebbero determinare serie ripercussioni anche nelle nostre comunità".

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