I 17 interrogativi del neo comitato "Vittime del Fango del Quartiere Romiti": "Il ritorno nelle case sia in condizioni di sicurezza"
"L’autunno è molto vicino e al di là dei numeri dati dal comune, che non ne sembra a conoscenza, molte famiglie sono ancora sfollate attraverso la solidarietà di retei amicali e parentali", viene rimarcato
Dopo la raccolta delle prime 200 firme, che proseguirà anche nei prossimi giorni, si è costituto il neo comitato "Vittime del Fango del Quartiere Romiti", che vede in qualità di presidente Luca Bartoletti, vicepresidente Novella Castori e portavoce Michele Fiumi. "Sono ormai passati due mesi da quel tragico evento e le informazioni e le risposte che riceviamo, sono praticamente nulle - esordisce Bartoletti -. Nel consiglio comunale del 26 giugno, abbiamo di fatto assistito a un coro di amministratori che nascondendosi dietro l’eccezionalità dell’evento non hanno saputo darci non solo risposte, ma neppure la traccia di un percorso. Ci dispiace, vorremmo sentirli al nostro fianco, ma li sentiamo purtroppo distanti e disarmati di fronte alla tragedia".
"Ci aspettiamo la messa in campo delle risorse che servono per darci una prospettiva di ritorno nelle nostre case e soprattutto per tornarci in maniera sicura - prosegue Bartoletti -. Servono soldi per ricostruire, ma anche opere pubbliche che ci consentano di vivere senza l’incubo dell’acqua che inevitabilmente torna alle nostre menti ogni qualvolta ci sia un temporale o sia prevista pioggia. L’autunno è molto vicino e al di là dei numeri dati dal comune, che non ne sembra a conoscenza, molte famiglie sono ancora sfollate attraverso la solidarietà di retei amicali e parentali. Servono informazioni ed aiuti subito".
"Speriamo che il Commissario Speciale Generale Francesco Paolo Figliuolo. per il quale riserviamo grande rispetto e fiducia, voglia mettere le mani su ciò che davvero serve, al più presto - viene evidenziato -. Invitiamo quindi questa amministrazione a tenerci informati costantemente e tempestivamente del piano interventi e del loro stato di attuazione nonché alla costituzione e convocazione immediata di un comitato cittadino di monitoraggio dello stato dei lavori coinvolgendo direttamente i cittadini attraverso i comitati costituiti in rappresentanza delle vittime dell’alluvione".
La replica del Comune alle 17 domande
Le 17 domande
Sono ben 17 gli interrogativi che il neo comitato rivolge al sindaco Gian Luca Zattini e alle Commissioni consiliari sui fatti collegati all'alluvione del 16 maggio scorso. Il primo: "Avendo conoscenza delle preoccupanti previsioni meteo e dei bollettini ripetuti di Arpae, Aeronautica Militare e da altre fonti, si è attivato il piano di Protezione Civile approvato a gennaio 2021?". In particolare viene chiesto perchè "nell’elenco civici interessati da possibili esondazioni non si citano nessuna delle zone interessate dall’alluvione di due mesi fa, neppure quelle aree che storicamente subivano allagamenti per esempio area adiacente alla parrocchia dei Romiti)". Il terzo punto riguarda l'evacuazione dei residenti: "La sera del 16 maggio in cui sono precipitati gli eventi perché si è provveduto ad avvisare la popolazione “di evacuare anche dai piani alti”, solo alle 20,45 quando l’acqua era già oltre i 50 centimetri nelle strade, con il rischio di mettere in maggior pericolo gli abitanti dei Romiti, soprattutto quelli soli e fragili che avrebbero dovuto mettersi in cammino a piedi con l’acqua già a mezza gamba e che cresceva velocemente?".
Altro interrogativo riguarda il posteggio delle auto: "Per quale motivo la Polizia Locale aveva chiesto di portare le auto presso Mac Donald e il parcheggio di Aldi per metterle in sicurezza? Quali informazioni avevano per pensare ciò, il piano di Protezione civile". E ancora: "Al termine della fase acuta dell’evento alluvionale, perché molte persone evacuate con i gommoni, anche anziane e con difficoltà a deambulare sono state lasciate “sole e abbandonate” sul Ponte di Schiavonia, dopo i salvataggi della mattina del mercoledì 17 dando indicazioni generiche di andare verso il punto di soccorso presso la Fiera di Forlì senza neppure la possibilità di ricorrere ad un mezzo di trasporto pubblico?".
"Perché i mezzi di soccorso della Protezione Civile e dell’Esercito sono arrivati solo dopo alcuni giorni dall’evento e sono poi rimasti per molte ore in gran parte inattivi ad attendere ordini? - è il sesto interrogativo -. Chi ha coordinato questi mezzi, in particolare le pompe dell’acqua di cui si è avuto immediato bisogno?". Settimo punto: "Per quale motivo gli autospurgo richiesti dagli alluvionati nelle zone dove aveva colpito maggiormente per liberare tubazioni di acque chiare e scure sono arrivati solo dopo circa 3 settimane dalla richiesta? Quale è stato il coordinamento del Comune rispetto alla attività di questi mezzi pubblici e privati in un punto della città particolarmente colpito?".
Ottavo interrogativo: "Dove scaricano le condutture delle acque chiare delle vie Locchi, Martiri delle Foibe, Nervesa, Cormons e San Gabriele, che sono state distrutte dall’alluvione? Perché le tubazioni hanno ceduto? Gli impianti idraulici presenti erano adeguati tecnicamente a sopportare il rischio di esondazione di quell’area, storicamente golena del fiume?". Il Comitato chiede inoltre di sapere perchè "le conduzioni sotterranee dell’acqua hanno ceduto provocando voragini nelle strade e instabilità di edifici? Erano insufficienti e vecchie come si dice? E se così fosse perché nessuno ha provveduto al loro adeguamento? Come si intende rafforzare più in generale gli argini presenti nel centro di Forlì?".
Altra questione riguarda le idrovore di via Cormons: "A detta degli abitanti della zona sembrano non aver funzionato, perché?". L'undicesimo punto riguarda la sicurezza fluviale: "Il Comune ha ricevuto molteplici avvisi, nei mesi scorsi e anche ai primi del mese di maggio dopo il primo evento alluvionale di Faenza di importanti crepe negli argini del Montone proprio in corrispondenza dell’abitato del Quartiere Romiti. Cosa si è fatto per mettere in sicurezza gli argini e l’alveo del fiume, dopo il monito di quanto era già accaduto a Faenza?".
"Cosa ha permesso, tecnicamente un allagamento delle dimensioni come quello subito dai Romiti?", è il dodicesimo interrogativo. E ancora: "Dalle immagini consultabili ancora oggi su google map si vede nel punto di rottura dell’argine dietro ai palazzi di Via Martiri delle Foibe, un taglio dell’argine, come una freccia per lasciare passare un grosso tubo a mezz’aria (conduttura di cosa?), perché l’argine è stato indebolito in quella maniera? Per quale scopo? Il lavoro è stato fatto a regola d’arte?".
Il comitato chiede inoltre se siano "state prese prima dell’alluvione tutte le precauzioni per pulizia corretta dell’alveo del Montone, e per le casse di espansione previste". Altra considerazione rivolta al sindaco e alle commissioni consiliari riguarda ome "la pulizia del Montone, che lascia molto a desiderare. A chi spetta e perchè non è stata fatta?". Poi uno sguardo al futuro: "Come si intende garantire la sicurezza idraulica futura del territorio del Quartiere Romiti ferito gravemente dall’alluvione? E con quali risorse? E quando potranno contare su queste risorse le famiglie e le imprese alluvionate?". L'ultimo interrogativo riguarda "l’organizzazione degli aiuti, che ancora tardano", e "il coordinamento piuttosto deficitario": "che ne è dei beni e dei soldi donati da aziende e privati? Esiste una rendicontazione trasparente e consultabile da tutti?".