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Cronaca

Rifiuti, gli ambientalisti: "Col metodo Alea in tutta la provincia si brucerebbero meno di 30mila tonnellate"

Queste le osservazioni del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste a commento dell'audizione del 23 febbraio scorso dedicata all'inceneritore Hera di Forlì

"Ci avviamo alla discussione del prossimo piano regionale dei rifiuti, ma non emerge una volontà di post incenerimento nei termini auspicati dai cittadini forlivese". Queste le osservazioni del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste a commento dell'audizione del 23 febbraio scorso dedicata all'inceneritore Hera di Forlì. "Già a dicembre abbiamo chiesto un incontro all'assessore Irene Priolo, competente nel ramo rifiuti, ma non abbiamo ancora avuto risposte nonostante reiterate richieste", è l'ammonizione di Alberto Conti, coordinatore Taaf, che rivolge anche all'amministrazione comunale "al fine di arrivare ad un patto per la salute dei cittadini ed un nuovo accordo per la gestione dell'inceneritore in sostituzione di quello scaduto il 7 gennaio scorso. Il dibattito va aperto a 360 gradi, auspicando un riscontro da parte delle istituzioni".

Conti, e Natale Belosi, della Rete Rifiuti Zero Emilia Romagna, hanno confutato i dati forniti nel corso della commissione dalla funzionaria regionale Cristina Govoni: "Se il metodo Alea Ambiente fosse esteso a tutta la provincia di Forlì-Cesena i rifiuti provinciali da smaltire nell'inceneritore Hera scenderebbero sotto le 30mila tonnellate, il 25% rispetto alle 120.000 autorizzate. L'impianto dunque "potrebbe sopravvivere solo grazie alle importazioni". Piu' nel dettaglio, spiega Conti, "la funzionaria regionale ha sostenuto che nel 2019 delle 119.805 tonnellate di rifiuti urbani bruciati, 54.246 sono importate da fuori provincia" e "compensate da esportazioni fuori provincia pari a 52.581 tonnellate".

Per cui le importazioni nette ammontano a 1.715 tonnellate, "quasi niente". Sempre secondo i dati della Regione, prosegue Conti, circa 38.800 tonnellate della provincia sono state spedite alle aree di trasferenza di Bellaria, in provincia di Rimini, e Cervia, in provincia di Ravenna, solo dal territorio cesenate gestito da Hera e non dal territorio forlivese, "per ritornare tutte indietro all'inceneritore di Forlì". Inoltre sono partiti dalla provincia "ulteriori 13.774 tonnellate di rifiuti verso altri lidi extra provinciali, a fronte di un arrivo a Forli' da fuori di rifiuti per 15.498". A calcoli fatti,"i rifiuti smaltiti prodotti dalla provincia di Forli'-Cesena sarebbero stati pari a 118.090 tonnellate, indipendentemente dall'impianto di smaltimento". "Ma se questi dati fossero veri, significherebbe che oltre alle 87.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti nel 2019 in provincia, sarebbero state destinate all'inceneritore 30.988 tonnellate di raccolta differenziata, il 26% del totale", è l'ulteriore osservazione di Belosi

Secondo il Taaf, "all'inceneritore di via Grigioni sono arrivate da Bellaria e Cervia 38.307 tonnellate e dalla provincia 26.643, tutte dal cesenate, per cui la parte restante di 12.164 tonnellate non è targata Forlì-Cesena". Dalla provincia "sono state esportate solo 3.619 tonnellate di rifiuti indifferenziati e non 13.774 come riferito". Dunque, nel 2019 le importazioni nette non sono state 1.715 tonnellate, ma "ben 14 volte superiori", 24.035, "il 20% di quanto bruciato nell'inceneritore, non un'inezia". Andrebbe diversamente con Alea su tutta la provincia, invece il comprensorio cesenate nel 2019 ha inviato a smaltimento in inceneritore 76.536 tonnellate di rifiuti urbani, "quasi quattro volte piu' rispetto ai forlivesi", e, "ancor peggio, 8.441 tonnellate di questi erano raccolta differenziata che doveva andare a riciclaggio". Dunque, conclude il Taaf, è stato "sminuito il risultato straordinario conseguito da Alea negli ultimi due anni, al contrario di Hera, che e' in ritardo e ben lontana da tutti gli obiettivi della legge regionale" e con "crescenti debiti e alti costi del servizio". 

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