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Cronaca

Parco commerciale, la Cgil: "Fin da ora un tavolo per la qualità del lavoro". Il comitato: "Compensazioni in periferia"

Se l'area è in costruzione è di fatto la scelta urbanistica non più reversibile, è necessario infatti – a detta dei relatori della serata – iniziare a lavorare per le misure compensative e per prevenire i maggiori rischi, come precarietà del lavoro e traffico

Aprire già da oggi, con i lavori di costruzione in corso, un tavolo di concertazione per fissare bene i requisiti del lavoro nella futura maxi-area commerciale di Pieve Acquedotto. E' la richiesta che ha espresso Maria Giorgini, segretaria della Cgil di Forlì, nel corso del recente dibattito organizzato dal Comitato No Megastore, alcune sere fa. 

Se l'area è in costruzione è di fatto la scelta urbanistica non più reversibile, è necessario infatti – a detta dei relatori della serata – iniziare a lavorare per le misure compensative e per prevenire i maggiori rischi. “A fronte di scelte dell'amministrazione che paiono essere irreversibili, chiediamo cosa si intende fare per prevenire certi fenomeni di degrado, abbandono e ghettizzazione sociale, precarietà del lavoro”, rileva Sara Conficconi, coordinatrice del comitato.

"Un tavolo in Comune per la qualità dell'occupazione"

E una delle richieste più pressanti è proprio sul lavoro degli addetti che verranno impiegati nelle nuove strutture commerciali in via di costruzione. “Non conosciamo ancora le attività che si insedieranno, e di conseguenza i datori di lavoro, ma è giusto che si venga a conoscenza di chi sono e che si inizi una contrattazione che, però, da soli come sindacati non potremmo mai fare. Serve l'ente pubblico, che faccia da garante e metta tutti gli operatori intorno a un tavolo per la qualità dell'occupazione”, è stata la richiesta di Maria Giorgini.

Che poi spiega il rischio: “Il nuovo insediamento sarà circa il doppio di quello costruito nel 2011 (il 'Puntadiferro', ndr) e bisogna fare attenzione che non comporti una crisi nella crisi, con un saldo negativo dell'occupazione tra nuovi posti di lavoro e posti persi, e con l'aumento delle condizioni di precarietà”. Per questo “ci servirebbe uno spazio un confronto sulle ricadute di questi 75mila mq di nuovo parco commerciale, andare a definire con le parti sociali, portatori di interesse e associazioni ambientaliste, le condizioni occupazionali che ci saranno là dentro”. Il nuovo parco commerciale, infatti, se completamente realizzato quanto finora autorizzato, sarà grande 170mila mq in totale per 75mila mq edificati su 23 edifici tra grandi e piccoli e con 40mila mq di vendita.

Da Giorgini anche un 'j'accuse': “Negli anni Duemila, quando è nata la discussione per dotare Forlì di una grande struttura commerciale - come Rimini, Savignano, Ravenna o Castel Guelfo – la linea era la libertà di essere liberi consumatori, si parlava di diritto al consumo. Il lavoro degli ambientalisti negli anni, invece, è stato quello di far cambiare questo punto di vista, cioè non più persone che sono atte a produrre, come lavoratori, e a consumare, come consumatori, ma persone inserite nel benessere a 360 gradi, in una vivibilità ambientale”. E ricorda: “In tanti 15 anni fa non vedevano l'ora che arrivasse l'ipermercato. All'epoca (all'apertura del 'Puntadiferro' , ndr) i sindacati erano molto soli nell'indicare che non era la scelta giusta, e mentre pochi addetti coraggiosi dell'iper scioperavano nel festivo del 26 dicembre, ben  40mila persone andarono a fare la spesa all'iper proprio quel giorno. Ciò che abbiamo oggi è ciò che abbiamo costruito noi”.

"Opere compensative non solo in centro, ma anche in periferia"

Tra gli effetti negativi, dal comitato 'No Megastore', vengono indicati anche quelli sulla viabilità e per questo si chiede interventi migliorativi, non solo in centro storico. A rilevarlo è Sara Conficconi : “Siamo preoccupati per quello che sta accadendo nella nostra città. Si sta trasformando il suo volto e stiamo diventando un mega magazzino. Temo che in 10 anni avremo spazi vuorti che fenomeni di degrado, abbandono e ghettizzazione sociale. C'è poi l'ambiente, che subisce un impatto molto gravoso. Anche dal punto di vista sociale ci sarà uno stravolgimento del lavoro, col piccolo commercio spazzato via ed effetti non solo in centro, ma anche nelle periferie”.

Ed aggiunge: “Il primo problema è la viabilità, già in via Bertini i residenti si trovano barricati in casa nelle ore di punta a causa del traffico. Ci auguriamo che gli oneri di concessione non vadano solo indirizzati al centro storico, che siano meglio distribuiti anche alle periferie. Nel forese le banchine stradali si stanno sgretolando, servono aree di soste di interscambio per ovviare alle strade troppo strette. Bisogna, insomma, parare i danni che potrebbero arrivare nel futuro. Il sindaco Zattini aveva promesso che si sarebbe opposto, che la città non sarebbe stata ostaggio di questa pianificazione, ma non vedo invece questa opposizione”.

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