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Cronaca

Pazienti complessi, cronici, anziani e polipatologici: l'esperienza di Forlì su Rai3

Il Dipartimento si è strutturato per cercare di soddisfarre i bisogni sia del paziente complesso già in Pronto Soccorso sia di quello ancora sul territorio

Continuità assistenziale dall’ospedale al territorio e viceversa per assiccurare una presa in carico globale del paziente complesso, cronico, anziano e polipatologico. Nel prossimo spazio, gratuito e auto-gestito dall’Ausl di Forlì sui programmi dell’accesso di Rai3, in onda sabato sabato, fra le 10 e le 10.40, Pasquale Maiolo, direttore del Dipartimento a gestione integrata del paziente anziano e complesso e dell’U.O. di Medicina Interna, illustrerà, infatti, la riorganizzazione operata nell’ambito del proprio Dipartimento al fine di semplificare il percorso del paziente, integrando l’attività territoriale nella gestione della patologia cronica, e migliorare così l’appropriatezza e, di conseguenza, la qualità dell’assistenza erogata.

L’Azienda usufruisce di questi spazi informativi autogestiti in base a quanto disposto dal Corecom, organismo regionale che assomma le funzioni delegate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), e i compiti amministrativi per conto del Ministero delle Comunicazioni, in linea col regolamento approvato con delibera 15/02/2006. L’obiettivo dei brevi servizi è coinvolgere il più possibile i cittadini nel processo di comunicazione dei percorsi sanitari, per renderli maggiormente coscienti di essere titolari del diritto a essere informati sull’attività che la pubblica amministrazione pone in essere nell’esercizio delle sue attribuzioni.

"La mission del mio Dipartimento è la presa in carico multiprofessionale, attraverso un approccio globale, clinico, assistenziale e sociale, del paziente complesso, cronico, anziano, e polipatologico – illustra Maiolo – il quale necessita sovente di ricoveri ripetuti e protratti, con impegno di grandi risorse economiche e umane. In genere, tale paziente si reca in ospedale per il riacutizzarsi di una patologia nota, quasi sempre cronica, o di una  situazione di fragilità, non risolvibili in ambito territoriale, ma, spesso, non trova una risposta precoce e completa all’infuori del Pronto Soccorso, così il suo percorso può variare a seconda dell’area ospedaliera dov’è disponibile il posto letto".

Il Dipartimento si è quindi strutturato per cercare di soddisfarre i bisogni sia del paziente complesso già in Pronto Soccorso sia di quello ancora sul territorio. "Nel primo caso, dopo una prima valutazione in Pronto Soccorso che escluda la necessità di un percorso chirurgico e in presenza di parametri vitali stabili, il paziente viene inviato prontamente da noi nell’area di valutazione rapida, dove le sue condizioni vengono esaminate dal punto di vista clinico, assistenziale e sociale. In 48-72 ore, si stila un quadro globale dei suoi bisogni, e lo si assegna al posto letto nell’area più adatta in relazione all’intensità delle cure necessarie, oppure lo si invia all’area ambulatoriale per approfondimenti diagnostici e terapeutici, o, ancora, al domicilio, attivando eventualmente un’assistenza domiciliare veloce".

Se il paziente si trova, invece, sul territorio, e la sua patologia o le condizioni socio-assistenziali e sanitarie richiedono una rapida rivalutazione, il medico di medicina generale e il servizio di assistenza domiciliare «segnalano il caso direttamente alla nostra area ambulatoriale che, entro le 24 ore, visita il paziente ridefinendone le problematiche e risolvendole attraverso un percorso di tipo territoriale o ambulatoriale, oppure procedendo al ricovero». «Con questa organizzazione, contiamo di ridurre gli accessi inappropriati al Pronto Soccorso, i ricoveri impropri e ripetuti, e la durata della degenza ospedaliera; inoltre, ci propiniamo di semplificare il percorso del paziente, integrare l’attività territoriale nella gestione della patologia cronica, e, infine, migliorare l’appropriatezza e, di conseguenza, la qualità dell’assistenza erogata».

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