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Cronaca

Patrona, il vescovo: "Con il fuoco quei bambini persero la loro scuola, anche oggi i ragazzi perdono scuola e relazioni"

"Ho trovato una straordinaria somiglianza con i nostri tempi. A causa della pandemia, e non solo, molti ragazzi perdono la scuola, alcuni lasciano la scuola e le relazioni sono spesso ostacolate"

“Quello che sembra una distruzione, diventa salvezza”. Duomo di Forlì gremito per la festa patronale della Madonna del Fuoco. La chiesa madre dei forlivesi ha visto un continuo afflusso a tutte le celebrazioni liturgiche officiate nell’arco della giornata. Il servizio d’ordine all’interno del Duomo, è stato garantito da un nutrito gruppo di volontari, che hanno guidato i fedeli verso i 400 posti a sedere allestiti nella navata centrale e nelle due cappelle laterali della Madonna del Fuoco e del Santissimo Sacramento, garantendo l’igienizzazione della chiesa tra una messa e l'altra. 

L’apice della partecipazione è stata raggiunto, alle 11, dalla liturgia pontificale del vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza, concelebrata insieme ai vicari episcopali, i canonici, i vicari foranei, i superiori degli ordini religiosi, Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro, Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in Sierra Leone e monsignor Maurizio Malvestiti, arcivescovo di Lodi e Gran Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme della luogotenenza dell’Italia settentrionale. Al termine, Malvestiti ha consegnato a Corazza le insegne di Priore della delegazione di Forlì del Santo Sepolcro. 

La celebrazione 2022 della Madonna del Fuoco

Ha ricordato Corazza: “Mancano sei anni al sesto centenario, quando la xilografia, che era appesa in un’aula scolastica, si salvò dalle fiamme dell’incendio che distrusse la scuola forlivese del maestro Lombardino da Rio Petroso. Un piccolo avvenimento, importante per almeno due motivi. Nella sua semplicità e nella sua bellezza, la xilografia rivela tante cose. In essa Maria è rappresentata tre volte: nel momento dell’Annunciazione, sotto la croce e soprattutto con Gesù in braccio. Attorno a lei una ventina di santi la circondano. Immagino quante lezioni di catechismo il maestro Lombardino avrà tenuto ai suoi ragazzi. Era, forse, l’unico catechismo della classe. La Bibbia dei poveri. Ma dal 4 febbraio del 1428, dopo aver superato indenne le fiamme distruttrici, il quadro è diventato una testimonianza di fede. Dal male, il Signore sa trarre il bene. Quello che sembra una distruzione, diventa salvezza. Come nella vita c’è un fuoco distruttore e un fuoco che diventa il segno della presenza di Dio”.

Poi l’analogia: “Con l’incendio della scuola del maestro Lombardino di Rio Petroso i bambini persero la loro scuola. Ho trovato una straordinaria somiglianza con i nostri tempi. A causa della pandemia, e non solo, molti ragazzi perdono la scuola, alcuni lasciano la scuola e le relazioni sono spesso ostacolate. Maria è madre di tutti, ma in particolare di questi piccoli e li raccomanda alla nostra responsabilità. Accogliendo e custodendo Maria, accogliamo e custodiamo, con tenerezza e perseveranza, i nostri fratelli e sorelle più piccoli, più deboli. È la nostra priorità assoluta. La maternità di Maria, Madonna del Fuoco, fondamento di fraternità, da alcuni anni ha trovato una provvidenziale coincidenza. Per niente casuale”.

Infine un appello a “vivere la fraternità quella di aderire convintamente al cammino sinodale in comunione con tutte le Chiese. Tutti ci mettiamo in ascolto dello Spirito che parla alla sua Chiesa e al mondo intero. Maria, madre della Chiesa, dal cenacolo dei nostri gruppi ci chiama alla comunione. Papa Francesco ha inserito nelle Litanie mariane nuove invocazioni: Maria, Madre della Speranza e Madre della Misericordia. E aiuto dei Migranti. La speranza fiorisce nel cuore dell’uomo se trattiamo tutti da fratelli e sorelle.  Maria vuole salvare anche noi oggi, vuole salvarci dalle fiamme distruttrici del male che lambiscono tante vite. E non si accontenta di salvare una immagine, ma desidera salvare i suoi figli. Il fuoco distruttore si vince con il fuoco dell’amore e della fraternità”.Sull’altare è stata posizionata anche un'immagine di Sara Pedri, la ginecologa forlivese scomparsa in Trentino da un anno, portata dalla sorella Emanuela e dalla madre Mirella dalla chiesa della Cava.

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