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Cronaca

Pestelli negli angoli più poveri del globo per insegnare la riabilitazione comunitaria

L'ex primario di riabilitazione all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e la fisioterapista dell'ASL Romagna Cosetta Matassoni, sono appena rientrati da Gibuti, poverissimo paese del Corno d'Africa

Il dottor Germano Pestelli avvia la riabilitazione comunitaria anche in Giordania e a Gibuti. L’ex primario di riabilitazione all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e la fisioterapista dell'ASL Romagna Cosetta Matassoni, sono appena rientrati da Gibuti, poverissimo paese del Corno d’Africa, dove hanno tenuto un corso di r.c. ad un gruppo di 38 gibutini vicini ai bisogni delle persone disabili. A gennaio il medico forlivese era stato in Giordania per formare 21 tra volontari, operatori sanitari e fisioterapisti, in accordo con Youable Italia e l'aiuto della Campagna contro le mine e della Chiesa Valdese. “Dal 10 al 19 gennaio - riferisce lo stesso Pestelli, che da anni fa il cooperante internazionale in vari Paesi del mondo - siamo stati nella capitale giordana, ospiti di Life Line, un’organizzazione locale che aiuta gli amputati da mine e bombardamenti ad avere le protesi in maniera gratuita. Con me gli amici della Cooperativa Riabilitare di Ferrara guidati da Chiara Zannini”.

Il team umanitario italiano ha svolto un’intensa attività formativa, che si è rivelata proficua anche per le concrete collaborazioni avviate con Medici senza Frontiere (MSF) e Syrian women across the borders (l'Associazione delle donne siriane vittime della guerra). “La Giordania – testimonia il volontario forlivese - sta reggendo praticamente da sola l’accoglienza di migliaia di profughi dai paesi vicini, Siria, Iraq e Yemen, sconvolti da guerre lunghe e sanguinose. Abbiamo curato amputati e feriti di quelle tre nazioni”. Oltre alla collaborazione con MSF, in Giordania, è stata proposta un’attività di riabilitazione comunitaria direttamente nei campi profughi, di cui uno con 75.000 rifugiati al confine con la Siria. Nove giorni di ‘full immersion’ formativa hanno messo 21 persone di buona volontà in condizione di attivare una proficua attività di riabilitazione a disabili per causa di guerra ricoverati in ospedali, presso associazioni o nei campi profughi. Le attuali possibilità di comunicazione con telemedicina, internet e simili, consentono a Pestelli e C. di tenere contatti pressoché quotidiani con gli operatori appena formati. Ad appena un mese dall’impegno umanitario nel paese mediorientale, il medico forlivese assieme a Cosetta Matassoni è risalito su un aereo alla volta di Gibuti. Accolti dal vescovo locale monsignor Giorgio Bertin e da suor Michela Carrozzino dell’organizzazione “Mediterraneo senza handicap”, i due volontari forlivesi hanno portato la r.c. anche nell’ex colonia francese, posta in uno dei luoghi più difficili e inospitali del mondo.  “Le 38 persone formate – dichiara Pestelli - sono funzionari ministeriali, maestre di scuola, volontari della Caritas e ‘caregivers’ di persone disabili, in gran parte bambini”.

A Gibuti, paese del Corno d’Africa in preda ad una povertà inaudita, la chiesa cattolica ha aperto una scuola, l'unica esistente, alla quale possono accedere anche i disabili. Di qui la necessità di approfondire le conoscenze specifiche. “Abbiamo visitato un’immensa baraccopoli sulle prime dune del deserto – continua il medico - abitata da migliaia di persone senza acqua, nè strade. Le abitazioni, fatte in lamiera e cartone, all'interno non hanno nulla, se non la terra come pavimento”. “E’ stata un’esperienza straordinaria - conferma Cosetta Matassoni, che per andare in Africa ha preso le ferie dal proprio lavoro all'ASL di Forli - che ci ha consentito di toccare con mano un bisogno assoluto di solidarietà”. Nell’ex Somalia francesce, indipendente dal 1977, non esistono servizi pubblici di riabilitazione e sono pochissime le persone che possono pagarsela. “Il corso di r.c. che abbiamo proposto – ribadiscono i forlivesi – si chiama Riabilitazione per tutti, proprio perché finalizzato a permettere al maggior numero di persone di accedere ai servizi a costi ridotti o nulli. La r.c. è un diritto delle persone a tutte le latidudini e in tutti i paesi del Mondo”. A Gibuti, i due tecnici forlivesi si sono inseriti a pieno titolo nello sforzo umanitario avviato dal vescovo Bertin assieme alle suore di san Luigi Guanella, per consentire ai bambini disabili di accedere a due scuole, una a Gibuti e l’altra ad Ali Sabieh, 100 km a sud della capitale. Attualmente sono 22 i minori svantaggiati perfettamente integrati con gli altri alunni. Alla richiesta delle autorità gibutine di un pronto ritorno nel Corno d’Africa, il duo caritativo Pestelli-Matassoni non si è fatto pregare: “Abbiamo visitato persone con disabilità da patologie, che da noi non si vedono più da decenni. La povertà dei gibutini è tanta e tale, che non si può rimanere insensibili”.

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