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Pieno accordo nel carcere di Forlì fra cristiani e mussulmani: attenzione condivisa senza distinzioni di fede

All’incontro ecumenico tenutosi domenica nel carcere di Forlì, presenti fra gli altri il vescovo Livio Corazza, il sindaco Gian Luca Zattini e il presidente della comunità islamica di Forlì Mohamed Ballouk, si è fatto il punto sul processo di condivisione e dialogo fra le due comunità

A Forlì primi frutti concreti del cammino condiviso fra cristiani e mussulmani, avviato dal responsabile del Centro diocesano per il dialogo ecumenico e interreligioso, don Enrico Casadio. A giugno, lo ricordiamo, la comunità islamica che fa capo alla moschea di via Masetti, ha donato indumenti estivi ai detenuti di via Della Rocca. Nella bolla di consegna del vestiario, rigorosamente nuovo e appositamente comprato da un grossista di Bologna, comparivano 100 magliette mezze maniche, 60 canottiere, 40 “short” e circa 200 paia di slip.

Per verificare il percorso intrapreso e continuare nella piena collaborazione, finalizzata al recupero e al reinserimento condiviso dei detenuti di entrambe le fedi, domenica scorsa si è tenuto un incontro all’interno del carcere di Forlì, presenti la direttrice Palma Mercurio, il vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza, il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il presidente della comunità islamica di Forlì Mohamed Ballouk, l’imam Kabir, il presidente dell’associazione Amici di don Dario, Alberto Bravi, il comandante della polizia penitenziaria Gabriele Celli e il responsabile dell’Ufficio ecumenico diocesano don Enrico Casadio.

“Quest’estate – precisa lo stesso don Enrico, organizzatore del momento ecumenico - abbiamo apprezzato il gesto della comunità islamica di via Masetti, che, in accordo con la direttrice Palma Mercurio e il cappellano don Enzo Zannoni, ha donato indumenti nuovi a tutti gli ospiti del carcere”. Sulla scia di quel primo atto di pace e concordia fra le due comunità religiose, si inserisce una novità senza precedenti a Forlì: l’ingresso in carcere di una guida spirituale per l’ascolto dei tanti detenuti mussulmani. Questo servizio, concordato col cappellano del penitenziario don Enzo Zannoni e approvato dalla direttrice Palma Mercurio, è un ulteriore segno del clima di piena fiducia e collaborazione fra le due fedi.

L’incontro di domenica scorsa nella cappella della Casa circondariale, è iniziato con la preghiera dei rappresentanti di entrambe le confessioni: se l’Imam Kabir ha letto alcuni passi del Corano, in cui si sottolinea che “siamo tutti uguali, creati da Dio con uguale dignità e fatti per la conoscenza, il rispetto e la collaborazione reciproca”, mons. Corazza, che ha già incontrato più volte i detenuti a Pasqua e Natale, ha ribadito che, come uomini di fede, facciamo nostre le parole di Papa Francesco, secondo cui “dice una bestemmia chiunque inciti, abusando del nome di Dio, alla violenza, alla guerra e all’intolleranza dell’altro”. Il vescovo Livio ha poi guidato la recita del Padre Nostro. “Anche il carcere - dichiara il sindaco Zattini – fa parte della comunità forlivese: è un anello della stessa catena che può portare in alto, o al contrario fare cadere a fondo”.

Degni di nota anche gli interventi spontanei di alcuni detenuti presenti, a cominciare da quello di fede cattolica, che ha riconosciuto che il carcerato, se aiutato e trattato con dignità, può ritornare un uomo nuovo, un “anello forte”. Di grande impatto emotivo il ringraziamento al cappellano don Enzo Zannoni e ai volontari operativi in carcere, da parte di due detenuti mussulmani: “Avete sempre aiutato tutti, senza mai fare differenze per le diverse fedi professate”. Don Casadio ha auspicato il ripetersi di questi incontri ecumenici, in grado di consolidare l’amicizia e il dialogo fra le religioni. “E’ grazie anche a questi momenti di confronto - ha concluso la direttrice Mercurio - che i detenuti riscoprono la propria dignità di persone”. 

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