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Alluvione, le storie

Via Locchi alluvionata, il titolare della pizzeria racconta la drammatica sera: "Mi ha salvato il derby Inter-Milan"

Il locale di via Locchi è stato sommerso dall’acqua la notte del 16 maggio. “Non mi arrendo: sono pronto a ripartire se il Comune libera la strada dal fango”

“Quella notte mi sono salvato perché c’era il derby di Champions League Inter-Milan e avevo chiuso prima la pizzeria. Verso la fine del primo tempo è venuta meno la luce e mi sono detto, meglio andare a casa, che voglio vedere la partita”. Adriano Oleandri è tifoso nerazzurro, ha 83 anni - "ma io preferisco mettere il 3 davanti all’8", dice - e da 23 gestisce il ristorante pizzeria “Oleandri” insieme alla moglie Oliviana, detta Diana, in via Locchi. Una delle zone più colpite dall’alluvione del 16 maggio, con case e attività completamente devastate dall’acqua e che, nei giorni successivi, ha anche dovuto fare i conti con le voragini che si sono aperte nelle strade e con condomini evacuati.

"Una vita di lavoro e sacrifici finiti sott’acqua"

"Quella notte, quando sono uscito dalla pizzeria - dice - non riuscivo ad attraversare la strada con la macchina perché si era trasformata in un fiume. Allora ho imboccato un sentiero sterrato e così ce l’ho fatta". Adriano, adesso, racconta di una vita di lavoro e sacrifici finiti sott’acqua, spazzati via dalla furia dell’esondazione, con danni - tra l’immobile e gli arredi - per oltre 50mila euro. Con attrezzature, elettrodomestici e tavoli da buttare. "Si è salvato solo qualche piatto che ho lavato e rimesso a posto e un forno che ho fatto riparare - lo indica con un gesto che sa di speranza -. Per il resto ho dovuto ricomprare tutto: due frigoriferi, una vetrinetta, un forno a conduzione e le porte. Le piacciono così bianche? - chiede sorridendo - danno un po’ di luce".

Le difficoltà della ripartenza

Investimenti per ripartire che Adriano ha dovuto fare di tasca propria, attingendo ai risparmi. “Sono andato in banca per chiedere un finanziamento - spiega -, ma non me l’hanno dato per via dell’età, anche se io metto il 3 davanti all’8”. A oggi non sono arrivati ristori, fatta eccezione per gli 800 euro versati dall’Inps. “Mi pare di aver capito che il Comune dia la possibilità di andare in banca e accendere un mutuo e loro pagano gli interessi - dice -. E’ una cosa che per me sarebbe positiva: potrei rimettere a posto il mio locale, poi un domani magari lo vendo e rientro con il mutuo”.

C'è ancora fango

Adriano è pronto a ripartire, con le pareti imbiancate e qualche tavolo, almeno con il servizio serale, ma il problema adesso è il fango che ancora ricopre le vie del quartiere, compresa quella che porta alla sua pizzeria. “Come fanno a venire i clienti a mangiare in mezzo a questo fango e con le strade ancora piene di detriti? Vengono una volta e poi non tornano più - dice desolato -. Non ci sono neanche le condizioni igieniche necessarie, per quanto io passi il tempo a pulire. E il problema è che non si trovano neanche operai disposti a venire a lavorare per liberare le vie, se non a cifre altissime: per una settimana di pulizie mi hanno chiesto 7mila 500 euro”. Di qui la richiesta all’amministrazione comunale. “Se vengono a pulire le strade io posso riaprire - dice -. Non pretendo soldi, mi basta comprare qualche tavolo e avere la possibilità di ricominciare la mia attività”. Quella di una vita.

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