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La cucina secondo Pupi Avati: Forlimpopoli ha incoronato il regista come Premio Artusi 2022

Pupi Avati non si è sottratto all’invito di raccontare il suo rapporto con Artusi (“Per poco non ho fatto in tempo a incontrarlo”, ha scherzato), aprendo il suo cassetto dei ricordi con generosità

“La cucina deve essere raccontata con rispetto e con verosimiglianza”. Parola di Pupi Avati che, sotto le stelle di agosto, stringe fra le mani il Premio Artusi appena ricevuto. La cerimonia di consegna del riconoscimento, assegnato dal Comune di Forlimpopoli su indicazione del Comitato Scientifico di Casa Artusi, è andata in scena giovedì sera, compleanno del grande Pellegrino. E lungi dalle rigidità del protocollo, si è trasformata in un incontro sincero e coinvolgente.

Sul palco di piazza Fratti, davanti a una platea gremita, sono saliti insieme al cineasta bolognese l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il sindaco di Forlimpopoli Milena Garavini, la presidente di Casa Artusi Laila Tentoni, il responsabile dell’Emilia Romagna Film Commission Fabio Abagnato; maestro di cerimonia l’assessore alla Cultura del Comune di Forlimpopoli Paolo Rambelli. "Da tempo inseguivamo il maestro Avati per assegnargli questo riconoscimento - ha sottolineato Garavini -, perché lo riteniamo interprete perfetto dell’insegnamento artusiano, secondo il quale il cibo non è solo un nutrimento del corpo, ma anche dell’anima".

E Pupi Avati non si è sottratto all’invito di raccontare il suo rapporto con Artusi (“Per poco non ho fatto in tempo a incontrarlo”, ha scherzato), aprendo il suo cassetto dei ricordi con generosità: la grande cucina di via San Vitale dove sua madre preparava le tagliatelle e lo zucchero caramellato sul tavolo di marmo; la pentola del brodo che a volte veniva usata anche per la crema; le granite fatte con la neve; e soprattutto il manuale artusiano gelosamente custodito in uno stipo della credenza e consultato come ‘testo sacro’ nei casi di diatribe per la preparazione di una ricetta. “Era uno dei due grandi libri presenti a casa mia – ha ricordato il maestro - insieme ai ‘Promessi sposi’”.

Dalla vita allo schermo, Avati testimonia anche nei suoi film il valore che attribuisce al cibo e alla tavola. Un valore che ben si è colto  nel documentario "Pupi Avati, la Tavola Racconta", proiettato subito dopo la premiazione. Firmato da Adriano Pintaldi,  il documentario è stato sostenuto da Film Commission, APT Servizi e Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, e racconta attraverso le sequenze dei suoi film, l’importanza che questo Maestro del Cinema italiano riserva alla ritualità della tavola vista come momento di aggregazione e catarsi. Conclusione perfetta per la sontuosa festa di compleanno di Artusi organizzata dal Comune di Forlimpopoli, che era iniziata con la “Cena con Tramonto DiVino”, allestita in piazza Garibaldi.

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