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Cronaca

Meteo Natale, l'esperto: "Nebbia fino al 25, poi arriva il freddo. Rischio neve a bassa quota"

Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, traccia il quadro meteorologico atteso per le festività di Natale

Anche per quest'anno il Natale sarà bianco solo sulle cartoline. Anche la giornata del 25 dicembre sarà caratterizzata dalle nebbia. Colpa dell'insistenza dell'alto pressione, che insisterà almeno fino alla giornata di Santo Stefano. E' quanto annuncia a RomagnaOggi.it-ForliToday Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com. Dopodichè è previsto un cambiamento della circolazione atmosferica, con le temperature che si porteranno leggermente al di sotto della norma climatologica. In particolare è possibile una nuova fase perturbata tra i giorni 28 e 29, la quale potrebbe portare precipitazioni nevose anche a quote molto basse.

Domanda d'obbligo: quando scomparirà questa nebbia?
Probabilmente ci accompagnerà fino al giorno di Natale compreso. Infatti, a parte brevi pause sempre possibili, sarà proprio la nebbia a caratterizzare i giorni che precedono le festività a causa dell'insistenza di un campo di alte pressioni a tutte le quote di origine subtropicale. I bassi gradienti barici associati all’alta pressione favoriscono la persistenza di venti molto deboli, mentre le correnti, che nelle alte pressioni sono dirette dall’alto verso il basso (moti discendenti), tendono a “schiacciare” l’aria nei bassi strati impedendo la normale diffusività atmosferica. Sono ingredienti che portano a nebbie persistenti ed accumulo di inquinanti nei bassi strati, specie quando tale condizione si mantiene a lungo. Inoltre la provenienza delle masse d’aria (subtropicale) fa sì che le temperature si mantengano su valori sempre ben al di sopra della norma, segnatamente le minime notturne, proseguendo pertanto un lungo periodo di forti anomalie termiche positive che prosegue ininterrottamente da ottobre.

Insomma sarà un Natale con i fiocchi solo nelle cartoline?
Molto probabilmente sì, e ciò sarà valido non solo per le aree di pianura ma anche, purtroppo, sui nostri monti, dal momento che fino al 25 non sono attese particolari variazioni rispetto alla situazione attuale, con predominio di alta pressione e circolazione di aria assai mite, specie proprio in quota, mentre nelle pianure la presenza di nebbie potrà limitare la salita delle temperature massime. In ogni caso il periodo natalizio è, in regione, scarsamente vocato a fasi nevose di una certa importanza, ed in effetti l’immagine di un bianco Natale è molto coreografica e da cartolina, ma trova scarsi riscontri nei dati storici. Se consideriamo le zone di pianura e fino alla fascia costiera, su un campione di 133 anni (dal 1880), solo 12 volte, pari ad una percentuale di appena il 10%, il Natale è stato “bianco” (per giorno con neve si intende la presenza di almeno 1 centimetro al suolo nelle 24 ore). Insomma, il Natale con la neve in pianura è un evento alquanto raro, essendo i mesi di gennaio e febbraio quelli più inclini ad essere interessati da nevicate. Il Natale più freddo e nevoso fu certamente quello del 1940, con fiocchi abbondanti ed una intensa ondata di gelo, ma anche nel 1970 la festività fu caratterizzata dalla bianca coltre praticamente su tutta la regione. L’ultimo caso degno di rilievo risale al 26-27 dicembre 2001 con una nevicata che imbiancò soprattutto le province di Ravenna e Forlì-Cesena

Quanto durerà questa calda anomalia?
Molto probabilmente sarà proprio il giorno di Natale l’ultimo di una lunga serie di giornate molto miti, poiché già ora cominciano ad intravvedersi i primi tangibili segnali di un cambio di circolazione rispetto a quella che ha dominato nelle ultime settimane, portando una lunghissima fase mite se non proprio calda. Infatti per Santo Stefano è atteso il passaggio di una veloce perturbazione nord atlantica seguita da un afflusso di aria fredda in discesa dal mare del nord, il quale aggirerà le Alpi rientrando da nord-est attraverso sostenute correnti di bora. Esse irromperanno su regioni di nord-est e sul versante adriatico apportando un rapido peggioramento con piogge e qualche rovescio accompagnati da un calo delle temperature che determinerà la possibilità di nevicate sui nostri rilievi a quote inizialmente elevate, ma in veloce abbassamento fino a livelli collinari a termine peggioramento. La perturbazione sarà comunque assai veloce e già dal pomeriggio del 26 dovrebbero subentrare le prime schiarite. I venti di bora si faranno però ancora sentire fino al giorno 27, con temperature che diminuiranno fino a riportarsi nella norma del periodo od anche al di sotto, specie il 27. In ogni caso non è in arrivo nessuna ondata di gelo “epocale”, come alcuni siti spazzatura hanno riportato, bensì una normalissima fase di freddo invernale, la prima di questo inverno 2014-2015.

Il Generale Inverno ha in mente qualche manovra nell'imminenza?
Dopo il veloce passaggio del giorno 26, gli scenari possibili per i giorni successivi sono ancora alquanto confusi, ma vi è una maggiore probabilità che fino alla fine dell’anno le temperature siano un po' al di sotto della norma climatologica e con una possibile nuova fase perturbata tra i giorni 28 e 29, la quale potrebbe portare precipitazioni nevose anche a quote molto basse (impossibile dire ora se potrà essere interessata anche la pianura). In ogni caso a prescindere dai fenomeni, dovremmo andare incontro ad un periodo più tipicamente invernale a partire da Santo Stefano e che potrà accompagnarci fino ai primi giorni del 2015; nulla di eccezionale o anomalo comunque; anzi l’anomalia è da ricercarsi nel tepore delle ultime settimane.

Il 2014 volge all'epilogo: che anno è stato dal punto di vista meteorologico?
Un anno caldo, caldissimo, il più caldo dal 1900. Il 2014 ha visto ben tre mesi come i più caldi dal 1950 (gennaio, febbraio e novembre); due al secondo posto (aprile ed ottobre) ed uno al settimo posto (marzo), sempre dal 1950. Ovviamente l’anno ha chiuso come di gran lunga il più caldo dal 1950 (anomalia termica di ben +1.7°C) e probabilmente dal 1900, ma paradossalmente la stagione più sottotono è stata proprio quella estiva (segnatamente i mesi di luglio ed agosto). Nel complesso è stato un 2014 estremamente caldo non solo in Italia ma anche in Europa, laddove si sono osservate anomalie positive di temperatura che non hanno precedenti negli ultimi 500 anni. In regione è stato un anno anche alquanto piovoso, anche se non tra i più piovosi della serie storica dal momento che le precipitazioni, sovente a carattere temporalesco, sono state molto difformi tra una zona e l’altra del territorio. In ogni caso si è registrato un 20-25% di precipitazioni in più rispetto alle media 1971-2000 e quindi possiamo classificare il 2014 come anno estremamente caldo e piuttosto piovoso, specie nel periodo estivo.

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