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Timori per la nuova perturbazione, cosa bisogna attendersi: "Precipitazioni intense, i rischi sono elevati"

L'INTERVISTA - Focus Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti)

Si guarda con molta preoccupazione alla prossima ondata di maltempo che investirà da martedì la Romagna. "C’è ancora incertezza sugli accumuli del passaggio - analizza Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -, ma diversi modelli numerici simulano apporti non distanti da quelli del periodo 1-3 maggio, con un’evoluzione leggermente più rapida, ma con precipitazioni più intense. Quindi i rischi sono elevati. Inoltre, l’area interessata da abbondanti precipitazioni potrebbe essere più estesa rispetto all’evento precedente, specie in riferimento ai rilievi. Ci si augura che prevalgano gli scenari meno “aggressivi”, anche se al momento sono in minoranza".

SPECIALE MALTEMPO - La diretta 

Randi, la Romagna è nella morsa dell'instabilità. Dopo le piogge abbondanti di inizio maggio, i temporali con la grandine ed ora una nuova intensa perturbazione. Cosa sta accadendo in atmosfera?
"Stiamo attraversando un periodo anormalmente instabile, con il Mediterraneo che non è protetto dalle alte pressioni e quindi diventa l’obiettivo delle onde depressionarie atlantiche le quali vi entrano a catena. Il nostro mare, più caldo rispetto all’oceano, reagisce incrementando il gradiente termico verticale e fornisce un ulteriore contributo all’intensificazione delle perturbazioni in arrivo tramite l’energia che mette a disposizione dal basso. Oppure ne innesca delle nuove in loco, come accadrà nei prossimi giorni".

E' riconducibile allo stratwarming - il riscaldamento della zona polare della stratosfera - di febbraio questa fase decisamente instabile?
"Direttamente no, ma indirettamente è probabile che un’influenza ci sia. Abbiamo avuto un final warming tardivo rispetto ai normali tempi climatologici e di tipo più dinamico che radiativo. Durante il final warming la circolazione da ovest verso est in Stratosfera si inverte e si genera un anticiclone polare stratosferico. In pratica, il Vortice Polare stratosferico scompare, una situazione che resta poi immutata fino all’autunno quando tenderà a riformarsi, a causa dell’altrettanto fisiologico raffreddamento radiativo. Solo con i final warming di tipo dinamico si può verificare una propagazione di ciò che avviene ai “piani alti” dell’atmosfera verso i “piani bassi”, andando così ad influire sulla circolazione delle medie latitudini, con un riversamento dell’aria fredda di estrazione artica verso sud, grazie alla formazione di forti anticicloni di blocco tra l’Atlantico settentrionale e il nord Europa come sta accadendo in questi giorni. Secondo la statistica, durante gli inverni con stratwarming (tipo quello occorso in febbraio) è più probabile che il final warming sia tardivo. Il motivo deriva dal fatto che negli inverni caratterizzati da stratwarming il Vortice Polare impiega più tempo a riformarsi. Dunque, è come se ci trovassimo, per semplificare, in una fase di inizio e non di fine primavera con un regime di circolazione più affine a marzo-aprile che non a maggio, e quindi con masse d’aria ancora molto fredde che, particolarmente in quota, scendono verso latitudini più meridionali, in questo caso sul Mediterraneo, trovando però in loco temperature nei bassi strati maggiori rispetto a quelle di marzo o aprile, quindi con instabilità che aumenta sensibilmente. È la classica situazione di blocco meteorologico che necessita di diverso tempo per “guarire”".

E' il maggio più piovoso dal 1939?
"Sta superando il piovoso maggio 2019 che portò accumuli di pioggia anche sopra i 200 millimetri mensili sui nostri rilievi e sopra i 100 millimetri in pianura. Siccome altra pioggia arriverà nei prossimi giorni, è probabile che si avvicini, o addirittura superi, il maggio 1939, che ad oggi è il più piovoso della nostra storia meteorologica e che, ahimè, vide alluvioni rovinose su vaste aree della Romagna".

Veniamo ai prossimi giorni. Si guarda con apprensione alla nuova ondata di maltempo tra martedì e mercoledì…
"Arriverà una profonda onda depressionaria che dal Tirreno meridionale risalirà verso nord-nord-est accompagnata da un intenso sistema frontale. La posizione e la traiettoria prevista dalla depressione faranno sì che aria estremamente umida verrà richiamata da sud-est (proveniente da Ionio e basso Adriatico) per poi incanalarsi tramite una rotazione dei venti da est-nord-est sulla Pianura Padana, fino a divenire una corrente settentrionale in prossimità dei rilievi. Quando questo accade, oltre alle forti piogge provocate dal fronte per la sovrapposizione di aria calda e umida in quota su aria più fredda nei bassi strati, si devono aggiungere quelle provocate orograficamente, ovvero l’ulteriore spinta verticale delle masse d’aria operata dall’impatto con l’Appennino (moti forzati), con accumuli via via maggiori sui rilievi e sulle zone pedecollinari".

Le precipitazioni metteranno sotto stress i terreni e le aree già interessate dalle frane…
"Purtroppo, dopo le abbondanti piogge dei giorni scorsi i terreni sono saturi e quindi non più in grado di assorbire le precipitazioni attese. Inoltre, sui nostri rilievi si sono riattivate vecchie frane e se ne sono formate di nuove, con una situazione molto critica riguardo al dissesto idro-geologico. Aggiungiamo che sono previsti venti spesso anche forti da nord-nord-est soprattutto martedì, quindi non potremo contare “sull’aiuto” del mare per far defluire le acque. Quindi i corsi d’acqua principali, compresi i canali minori, potrebbero entrare in seria sofferenza. Si raccomanda di tenersi aggiornati più volte al giorno presso il portale della Protezione Civile e seguire alla lettera le indicazioni fornite".

Ma quando ci sarà una vera tregua?
"Nella seconda parte della settimana si andrà verso un miglioramento sebbene non risolutivo, nel senso che da una condizione perturbata si passerà a una situazione di variabilità con schiarite alternate ad annuvolamenti associati a piovaschi o rovesci temporaleschi. Per un miglioramento definitivo è possibile che si debba attendere ancora per diversi giorni".

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