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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Meteo, neve sì o neve no? Le discrepanze tra modelli e previsione incerta

La presenza di una circolazione depressionaria sul Tirreno, in seno ad una massa d´aria d´origine polare, convoglierà infatti correnti fredde ed instabili sulla nostra regione nei prossimi giorni

Neve sì, neve no. La prognosi per i prossimi giorni resta ancora riservata. Basta un soffio di scirocco in più e si può passare da una nevicata ad una pioggia. Si tratta di una situazione alquanto complessa, nella quale il confine tra pioggia e neve per le località romagnole lungo la via Emilia sarà molto sottile. Quel che è certo che nei prossimi giorni è previsto un peggioramento delle condizioni atmosferiche: la presenza di una circolazione depressionaria sul Tirreno, in seno ad una massa d´aria d´origine polare, convoglierà infatti correnti fredde ed instabili sulla nostra regione nei prossimi giorni.

QUANDO IL RISCHIO? - "Il rischio neve maggiore sembra esserci in particolar modo per la giornata di giovedì - spiega Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com -  quando un indebolimento delle correnti orientali in entrata dal mare Adriatico, più miti, potrebbe consentire ai flussi occidentali e di derivazione appenninica (con accumulo di masse d’aria fredda a ridosso dei rilievi) di invadere anche le aree di faentino, forlivese e lughese occidentale (forse anche cesenate), tramutando la pioggia in neve".

IL MODELLO EUROPEO - A sposare questa ipotesi è il modello europea Ecmwf, che prevede un 40-50% di possibilità di avere, nelle aree menzionate, neve nel range 5-10 centimetri per la giornata di mercoledì, ed un 50-60% di possibilità per un range 5-10 centimetri nella giornata di giovedì. Per giovedì esiste inoltre un 30-40% di possibilità di un range 10-15 centimetri (aree di pianura pedecollinare)".

IL MODELLO AMERICANO - Di diverso avviso è però il modello americano Gfs, il quale, spiega Randi, "opta per una soluzione più mite causa diversa posizione del minimo depressionario (più ad ovest e più a nord) che favorirebbe una più decisa invasione delle correnti miti in risalita nei bassi strati dall’Adriatico. In quel caso la possibilità di neve sarebbe assai più remota ed in genere non prima della fase tra giovedì sera e venerdì. Prudenza impone di dare un pò più di credito al modello europeo, anche se raramente si è vista una così elevata discrepanza tra i due maggiori modelli globali a sole 48-72 ore dall’evento".

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