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Cronaca

A Forlì ci sono già una ventina di "cittadini solari", pronti a costituire la loro "comunità": il debutto con un incontro

"Non è una comunità destinata a restare chiusa in sé, si può continuare ad aderire e svilupparla”, spiega una delle promotrici

A Forlì ci sono già 20 “cittadini solari” che stanno per costituire la prima “comunità solare” della città. Il varo potrebbe essere entro la fine di gennaio. “Non è una comunità  destinata a restare chiusa in sé, si può continuare ad aderire e svilupparla”, spiega una delle promotrici, Nadine Finke dell'associazione 'Parents for future'. 

Di cosa si tratta? Sono comunità costituite da produttori-consumatori e solo consumatori di energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici. Il mettersi in comunità permette di utilizzare nel modo più efficiente l'energia prodotta, producendo vantaggi sia per il produttore (che ottiene benefici aggiuntivi rispetto ai prezzi praticati dal gestore pubblico della rete Gse) che per il consumatore energia (che ottiene bollette più leggere), oltre ad utilizzare tutti energia pulita.

A Forlì ci sono già una ventina di cittadini che hanno deciso di riunirsi in una “comunità solare” e sono ora in attesa della definizione della pratica a cura del “Centro per le comunità solari locali” di Medicina (Bologna). Il 'via libera', assieme alla distribuzione della tecnologia smart necessaria per entrare con la propria utenza nella comunità, potrebbe arrivare già a gennaio. Lo stesso Centro sta gestendo circa altre 60 richieste di costituire comunità solari, perché la novità – ancora poco conosciuta – sta prendendo piede.

Per illustrare come funziona una “comunità solare” si tiene un incontro alle 20.30 di mercoledì 30 novembre al Salone Comunale, dal titolo “Comunità solari, necessità per il clima - grandi opportunità per il cittadino”, organizzato dal Tavolo delle Associazioni Ambientaliste (Taaf) in collaborazione con i quartieri e con i Parents For Future Forlì, che mira ad aiutare la cittadinanza ad approfondire le conoscenze relativamente alle comunità solari. Ad illustrare il loro funzionamento sarà il professore Leonardo Setti dell’Università di Bologna, membro del comitato “Energia per l’Italia” e presidente del Centro per le comunità solari.

Nella stessa serata verrà anche fatta chiarezza sulle differenze fra comunità solari e quelle energetiche, di cui sempre più spesso si sente parlare. Per queste ultime, infatti, sono previste delle agevolazioni economiche da parte dello Stato ma ancora mancano i relativi decreti attuativi, per cui sono ancora ferme al palo. Ci sono inoltre vari requisiti, come la vicinanza tra produttore e consumatore, per essere serviti dalla stessa cabina elettrica. Invece le comunità solari rispetto a quelle energetiche sono di più facile attuazione, non impongono vicinanza fisica, e non dipendono da soldi pubblici ma possono essere finanziate tramite il welfare aziendale o come iniziative di responsabilità sociale (godendo di detassazione), attraverso fondi appositamente creati. “Ci sono imprese del territorio già interessate”, sempre Finke.

Aggiunge Ornella Mordenti, segretaria del Taaf: “Queste comunità sono già sorte in alcune città e stanno funzionando bene, non è vero che non esistono altre soluzioni oltre ai rigassificatori, che sono impattanti sul clima e costosi, ci sono tecnologie da sostenere per salvare l'ambiente”. Ed aggiunge: “Gli ambientalisti propongono soluzioni meno impattanti, valide per il cittadino, non è vero che dicono sempre 'no'. Se inquiniamo sempre di più, alla fine il cittadino lo paga comunque sulla salute”. I benefici li indica anche Finke: “E' uno strumento importante per il clima, ma anche come soluzione economica per il cittadino contro il rincaro delle energie”. Sempre Finke: “Si esce inoltre dal sistema di doverci rivolgere a dei dittatori per l'approvvigionamento energetico, dato che ora ci si mette solo 5-6 anni ad ammortizzare un investimento in pannelli fotovoltaici”.

"La cosa importante una volta nata la comunità - sottolinea Nadine di Parents For Future - sarà farla crescere, aumentando il numero di cittadini che ne faranno parte per sfruttare tutte le opportunità che in futuro potrà offrire.” Ed è per questo che all’incontro di mercoledì sono stati invitati espressamente anche i rappresentanti politici e gli amministratori della città, che, assieme ai quartieri, a loro volta potranno dare una mano ulteriore a far conoscere e crescere la nuova realtà che sta per nascere.

Il sistema funziona essenzialmente immettendo in rete l'energia prodotta in eccedenza, possono essere produttori nelle “comunità solari” non aziende ma singoli cittadini dotati di pannelli fotovoltaici. Con un sistema di premi, il produttore aggiunge al contributo del Gse anche quello della sua comunità solare. Il consumatore, invece, ottiene bollette più leggere, nonché la garanzia di un'energia prodotta “a chilometro zero” ed eco-sostenibile. Si deve però dotare di un apparecchio per il calcolo dei consumi energetici, il cui costa, una tantum, è di 400 euro iniziali, oltre ad associarsi alla comunità energetica (25 euro).

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