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Cronaca

Il Savona si vuole tenere stretto il suo posto: "No alla retrocessione"

Di avviso ben diverso è il procuratore, che rappresenta l'accusa: "Non solo il castello accusatorio non è stato demolito, ma in alternativa le difese non sono state capaci neanche di costruire una capanna di paglia e fango"

Il Savona chiede di non essere retrocesso, in quanto la combine, se c'è stata, è avvenuta all'insaputa del presidente. Con questa motivazione, illustrata dalla difesa dei liguri nel corso delle arringhe finali nel processo sportivo di appello sulla vicenda della partita truccata, la società ligure ha chiesto di rimanere in Lega Pro, tenendosi quindi il posto che altrimenti finirebbe al Forlì. Di avviso ben diverso è il procuratore, che rappresenta l'accusa. "Non solo il castello accusatorio non è stato demolito, ma in alternativa le difese non sono state capaci neanche di costruire una capanna di paglia e fango", ha detto il sostituto procuratore aggiunto Gioacchino Tornatore, nel corso del processo di appello sulla presunta combine nella partita Savona-Teramo, dello scorso 2 maggio in Lega Pro. 

"Il livello probatorio consente di superare ogni ragionevole dubbio in riferimento ai fatti contestati", ha aggiunto Tornatore, che ha chiesto alla giustizia sportiva di ribadire in secondo grado la responsabilità diretta dei presidenti delle due squadre, Campitelli e Dellepiane (Savona) e la retrocessione in serie D dei club. Venerdì era il giorno delle battute finali. Chiuso il dibattimento sul caso Savona-Teramo, la Corte d'Appello Federale, presieduta da Gerardo Mastrandrea, ha esaminato il caso 'Dirty Soccer'. Le sentenze per i due appelli arriveranno tra venerdì sera e sabato. Da questa sentenza, come è noto, dipende la riammissione del Forlì nel campionato di Lega Pro.

Nella sua deposizione, il patron del Savona, ha rigettato le accuse: “Anche qualora cio' che e' sostenuto dalla Procura fosse vero, l'illecito sarebbe avvenuto a mia completa insaputa, in danno alla mia persona". E' come il presidente del Savona Aldo Dellepiane, si e' difeso dinanzi alla Corte federale d'Appello della Figc. La difesa del Savona, illustrata dall'avvocato Luigi Chiappiero, ha puntato proprio sulla derubricazione in responsabilità oggettiva, che permetterebbe al club di mantenere la Lega Pro. "La responsabilità diretta è l'unica che ci interessa davvero - ha ammesso -. Sulla diretta o vinco o perdo. Dellepiane e' privo di qualsiasi addebito colposo e il Savona va prosciolto. In subordine la corte puo' irrorare altre sanzioni, ma non la responsabilita' diretta che e' un prezzo troppo grande da pagare per il Savona calcio".

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