rotate-mobile
Cronaca

Pagarono l'abbonamento, ma rimasero senza partite. In tribunale i tifosi abbagliati dalle mirabolanti promesse di Boccio

E' stato il giorno dei tifosi, vale a dire dei 331 seguaci della pallacanestro forlivese che hanno scelto di non lasciar perdere e di non dare per perse le somme pagate come abbonamento

E' stato il giorno dei tifosi, vale a dire dei 331 seguaci della pallacanestro forlivese che hanno scelto di non lasciar perdere e di non dare per perse le somme pagate, fino anche a 400 euro a testa, alla FulgorLibertas per un abbonamento al Palafiera che ad un certo punto non riuscirono più ad utilizzare per il ritiro della squadra dal campionato. La loro querela per truffa del 2015 - fatta organizzandosi in comitato per ammortizzare le spese - è andava avanti facendosi strada tra le lungaggini della giustizia e martedì mattina è stata la giornata in cui hanno preso la parola in tribunale, nella deposizione dei rappresentanti del comitato durante il processo a Massimiliano Boccio e Mirela Chirisi. 

Davanti al Tribunale Collegiale di Forlì (composto dalla presidente Ilaria Rosati, Elisa Giorgi e Marco De Leva) sono stati quindi sentiti i promotori del comitato, difeso dall'avvocato Andrea Romagnoli, oltre ai testimoni indicati dalle difese delle costituite parti civili (cioè gli abbonati truffati) e dalla Procura (pm Sara Posa). Tra questi testimoni, doveva essere sentito anche Michele Antonutti, star del panorama cestistico nazionale che all'epoca venne sbandierato come imminente rinforzo del roster Fulgor, salvo poi mai essere ingaggiato. Altra tappa processuale è fissata per l'8 marzo, quando compariranno in tribunale altri testimoni. Il 19 aprile è prevista la discussione finale.

Al banco dei testi è stata sentita Lucia Bongarzone, vicepresidente del “Comitato tutela abbonati Fulgor Libertas” che ha spiegato alla corte la fiducia che il tifo cestistico forlivese aveva riposto nelle parole del duo Boccio Chirisi, che si erano presentati alla cittadinanza, millantando un'imponente disponibilità economica, pubblicizzata per il tramite di comunicati stampa, conferenze e tam tam mediatico, il tutto condito dalla presentazione di un roster d'eccezione con i nomi più altisonanti del panorama cestitico nazionale dell'epoca. Contratti coi giocatori, però, poi mai onorati dalla società, che presto si è trovata di fronte dapprima ad uno sciopero dei professioni e successivamente alla  loro fuga verso altri ingaggi. Prima di venire cancellata dal campionato, la FulgorLibertas fu costretta, all'ultima partita, a schierare tutti giocatori appartenenti alla squadra giovanile.

Tutte queste circostanze sono state poi riprese ed in parte ampliate dall'altro testimone sentito oggi, Lino Frattin, all'epoca direttore sportivo della Fulgor Libertas, che ha spiegato come venne convinto a prendere parte al progetto, sia per la grande disponibilità economica raccontata da Boccio, ma anche in virtù della fiducia riposta nel duo proprio da Alberto Bucci, suo amico e personaggio conosciuto ed apprezzato per una lunghissima ed onorata carriera nel mondo cestitico nazionale. Ha poi spiegato di aver visto solo un minima parte, circa 8.000 euro, degli emolumenti promessi da Boccio per i due anni di contratto (per 45mila euro all'anno, per due anni di contratto). Doveva essere poi il turno di Michele Antonutti, stella del panorama cestistico nazionale ed all'epoca appunto sbandierato come pregiato acquisto della società, che però era assente. Sarà riconvocato per l'8 marzo.

Processo Boccio:
"Boccio chiese un fido con azioni da 378mila euro in garanzia, ma valevano 37 euro"
L'hotel della squadra: "35mila euro mai pagati"
Ascoltato un tifoso: "Feci l'abbonamento per le promesse mirabolanti"

Il processo

I reati di bancarotta fraudolenta e truffa sono addebitati a Massimiliano Boccio e Mirela Chirisi, marito e moglie, lui patron e di fatto regista dell'allora FulgorLibertas, lei presidente della storica società cestistica forlivese. La FulgorLibertas venne dichiarata fallita il 10 aprile 2015 sotto il peso dei debiti, mentre già nel gennaio del 2015 la squadra venne ritirata dal campionato in quanto da tempo la società non pagava gli stipendi e non aveva quindi più giocatori da mettere in campo. Diverse le parti civili presenti al processo: si va dal comitato di 327 abbonati di quella stagione della Fulgor, capeggiati da Christian Battistini e Lucia Bongarzone, e difesi dall'avvocato Andrea Romagnoli. Battistini e Bongarzone hanno contenuto a poche migliaia di euro la richiesta di risarcimento, mettendo nero su bianco la volontà di destinare il (remoto) denaro che sarà recuperato a fini sociali e per la promozione del basket in città. Altri 4 tifosi, invece, hanno scelto di costituirsi parte civile in modo autonomo, dopo la prima querela del comitato, difesi dall'avvocato Vittorio Manes. Parte civile al processo è anche la curatela fallimentare dell'ex FulgorLibertas (curatore Isabella Venturelli), rappresentata dall'avvocato Bressanello, per quanto riguarda il reato di bancarotta. Alla sbarra, infine, c'è la vecchia società della FulgorLibertas per i connessi illeciti amministrativi, difesa dall'avvocato Giovanni Principato. Boccio e Chirisi sono difesi dall'avvocato Guidazzi. 

Le accuse

Secondo le ipotesi della  Procura Boccio e Chirisi furono responsabili di diversi reati al momento del crollo della FulgorLibertas, partendo dalla distrazione degli ultimi soldi restati in cassa per 167mila euro e la sottrazione delle scritture contabili. Per la Procura, in particolare, tutto partì dopo l'acquisizione della società, quando il capitale sociale venne aumentato fittiziamente da 50mila a 5 milioni di euro così da simulare una capacità finanziaria superiore al reale, il tutto grazie ad un aumento del valore, ritenuto anch'esso fittizio, della società "Gruppo Industriale Chirisi Boccio Spa" fino ad oltre 27 milioni di euro. Nel mirino della Procura c'è anche la conferenza stampa del 7 agosto del 2014 in cui Boccio annunciava il progetto di portare la FulgorLibertas nella massima serie entro due anni, fino all'approdo in Eurolega e alla quotazione in Borsa della società. Il tutto da realizzarsi tramite contratti con giocatori e allenatori di primo livello. Questo avrebbe portato all'incasso di circa 132mila euro in abbonamenti, denaro poi - sempre secondo le accuse - sarebbe stato distratto assieme agli incassi della biglietteria delle varie partite. Gli abbonati non ebbero modo di fruire del loro abbonamento fino alla fine, dal momento che il 2 gennaio 2015 la squadra venne ritirata dal campionato di A2 Gold. Da qui l'ipotesi della truffa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pagarono l'abbonamento, ma rimasero senza partite. In tribunale i tifosi abbagliati dalle mirabolanti promesse di Boccio

ForlìToday è in caricamento