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Cronaca

Liceale suicida, prima udienza alla Corte d'Assise: processo a porte aperte

Non erano presenti in aula i familiari della ragazza, tutelati dall'avvocato Marco Martines

Prima udienza mercoledì alla Corte d'Assise di Forlì del processo a carico dei genitori della studentessa 17enne del Liceo Classico, che il 17 giugno del 2014 scelse di farla finita con la vita. Non erano presenti in aula i familiari della ragazza, tutelati dall'avvocato Marco Martines. Quest'ultimo ha chiesto il processo a porte chiuse, ma la richiesta è stata respinta. L'avvocato ha inoltre formulato la richiesta di rito abbreviato, non concessa dal gip durante la fase preliminare del processo. La richiesta è stata contestata dal sostituto procuratore Filippo Santangelo, titolare dell'inchiesta svolta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Forlì. La corte ha rinviato la decisione, dovendo esaminare le documentazioni, alla prossima udienza, il 14 dicembre. In caso di condanna la pena sarebbe ridotta di un terzo.

Il padre dovrà rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia in concorso, con l'aggravante della morte della persona offesa e istigazione al suicidio. La donna era stata invece prosciolta dall'accusa di istigazione al suicidio. Nelle mani degli investigatori una lettera scritta a mano, nella quale sono riportate le ragioni del suicidio. E proprio nello sfogo scritto a mano che la giovane avrebbe evidenziato il rapporto degenerato con i familiari nel tempo. A quanto pare più volte avrebbe manifestato l'intenzione di suicidarsi, dopo una lite familiare la domenica prima della sciagura, durante la quale era stato riferito che non avrebbe potuto proseguire gli studi in Cina come era nei desideri della studentessa. C'è anche un video, girato col telefonino, nel quale la 17enne accusa i genitori.

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