In Pediatria i bimbi suonano per superare i traumi, gli effetti della musicaterapia: "I risultati sono sorprendenti"
L'INTERVISTA - Nel gioco musicale, con gli strumenti e le canzoni, i bambini trovano un momento di piacere, che ne può risvegliare la naturale gioia e vitalità
Esprimere con i suoni emozioni e traumi difficili da spiegare attraverso le parole. E' il potere della musica, linguaggio universale ed indispensabile, che dal 2019 allieva i dolori dei piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Pediatria dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì, diretto dal primario Enrico Valletta. Nel gioco musicale, con gli strumenti e le canzoni, i bambini trovano un momento di piacere, che ne può risvegliare la naturale gioia e vitalità. La musica diviene così un luogo famigliare, uno spazio nel quale incontrarsi e che rende più accogliente lo stesso ambiente ospedaliero.
Quella della musicoterapia è una disciplina diffusa e affermata in tutto il mondo e che si fonda sulla possibilità che la musica possa costituire un’esperienza espressiva e relazionale significativa per sostenere e migliorare la salute, il benessere e qualità di vita di bambini e adulti. Nel piccolo paziente ospedalizzato, che presenta uno stato di sofferenza associato a specifiche patologie e all’ospedalizzazione stessa, l’attività sonoro-musicale costituisce un’opportunità nella quale si possono favorire processi di attivazione, regolazione, espressione e comunicazione. La musica come mezzo per entrare in sintonia col bimbo.
Dottor Valletta, che cos'è la musicoterapia?
La definirei come un’importante risorsa complementare e aggiuntiva che può essere impiegata in contesti educativi e preventivi ma anche, come nel nostro caso, in ambienti sanitari e che è volta a migliorare il benessere fisico e psichico dell’individuo.
Quali sono le finalità?
Attraverso la musica, in un processo creativo e individualizzato - oppure di gruppo – si crea una relazione tra musicoterapeuta e paziente che favorisce l’ascolto, l’empatia e il riconoscimento reciproco. Instaurare una relazione positiva è già in sé un atto curativo, perché “si prende cura” della persona e questo in medicina ha, da sempre, un grande significato umano, ma anche clinico.
I pazienti vengono selezionati a seconda delle patologie o la possono fare tutti?
Nessuno è escluso dalla possibilità di instaurare un rapporto umano, una relazione attraverso la musica. Ciascuno, naturalmente, ha la propria individualità, il proprio “registro”, il proprio sentire e deve essere avvicinato nella giusta maniera. Sta proprio nella professionalità del terapeuta, nella sua preparazione, nella sua sensibilità umana e musicale trovare le giuste porte d’accesso all’altro per favorirne uno stato di migliore benessere
Quando ha fatto il suo debutto al "Morgagni-Pierantoni"?
Il progetto si è concretizzato alla fine del 2019, grazie alla collaborazione del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena e alla professoressa Barbara Zanchi che ha avviato la prima edizione del Master in Musicoterapia coordinandone le attività formative. La dottoressa Elisabetta Montesi ha perfezionato la convenzione tra l’Ausl Romagna e il Conservatorio e gli amici dell’Associazione Corri Forrest ci hanno donato gli strumenti necessari per realizzare l’attività. Da quel momento in poi la musicoterapia ha fatto il suo ingresso in Pediatria con soddisfazione di tutti: musicisti, operatori sanitari e ragazzi.
Come viene organizzata nel reparto e quante sessioni alla settimana vengono dedicate?
Di regola, la professoressa Zanchi e uno o due allievi del Master (tutti musicisti) accedono al reparto una mattina alla settimana e stiamo studiando la possibilità di ulteriori interventi flessibili per problemi particolari che richiedono un’attenzione dedicata: bambini con esigenze relazionali complesse, procedure prolungate e fastidiose, necessità di alleviare stati di tensione. L’approccio al paziente è quasi sempre individualizzato, ma può essere anche partecipativo in piccoli gruppi. Ogni situazione deve essere valutata e avvicinata con delicatezza ed empatia.
Quanti strumenti avete a disposizione?
Abbiamo un discreto numero di strumenti musicali, intesi del senso più ampio del termine, da quelli classici a quelli per noi meno consueti ma che comunque “generano” musica. Ci sono stati donati, come dicevo, ma nel tempo vanno incontro ad usura oppure nasce il desiderio e l’esigenza di averne di diversi per arrivare a stimolare sensibilità diverse. In questo senso le donazioni sono preziose per garantire il ricambio ed ampliare la gamma di possibilità di intervento.
Ogni strumento ha una sua specifica funzione?
Non sono un esperto, ma mi accorgo che i musicisti scelgono di volta in volta tecniche e strumenti diversi a seconda dei bambini o dei ragazzi che hanno di fronte e con i quali si propongono di entrare in relazione. Direi che è un incontro di sensibilità e gli strumenti che generano la musica ne sono il tramite.
Viene preferito più l'approccio attivo o quello basato sull'ascolto?
La mia impressione è che non ci sia una regola, come non ci sono regole fisse in qualsiasi rapporto umano. Certamente devono esserci l’ascolto, l’empatia ed il rispetto dell’altro. Tutto il resto si costruisce attraverso la musica e attraverso la musica prende forma, diventa relazione e produce benessere. E' un ascolto reciproco che poi diviene compartecipazione e gioco creativo.
Quali sono i risultati?
Talora sono sorprendenti. La musica può aprire piccoli canali di comunicazione altrimenti impraticabili. Può dare sollievo, seppure momentaneo, a situazioni di difficoltà relazionale o di tensione emotiva.
La musicoterapia rappresenta una buona medicina anche contro la depressione?
Credo sia esperienza comune che la musica può incidere positivamente sui nostri stati d'animo. Ci sono evidenze scientifiche che la musicoterapia, modulando l'umore e le emozioni, possa effettivamente contribuire ad alleviare gli stati di depressione.
Recentemente si è svolto un evento benefico per questo progetto. Chi volesse dare un contributo come può farlo?
E'stata una bellissima iniziativa dei Rotary Club che servirà a far sì che l'esperienza della musicoterapia in Pediatria possa proseguire nel tempo. E' stato un momento "terapeutico" anche per chi ha avuto modo di assistervi e partecipare. Il sostegno a questo progetto può essere fatto pervenire attraverso il conto corrente dell'Ausl Romagna (Iban: IT43K0306913298100000300105) indicando che il contributo è a favore del progetto "Musicoterapia di Forlì"; o contattando la dottoressa Elisabetta Montesi, responsabile del fundraising aziendale. E' un sostegno indispensabile per continuare a garantire ai bambini ricoverati un servizio professionalmente qualificato e certamente significativo dal punto di vista medico e umano.