rotate-mobile
Domenica, 24 Settembre 2023
Diocesi

Ai Romiti sorgerà in 18 mesi una nuova chiesa: "Un segno di speranza e fiducia, sarà la piazza del quartiere"

La cerimonia della posa della prima pietra è fissata per mercoledì 21 giugno, alle 19. Non una data qualunque

Un "segno di speranza e fiducia" per il quartiere alluvionato dei Romiti. E' partito infatti il cantiere della nuova chiesa, che sorgerà entro i prossimi 18 mesi in via Valeria, a poche centinaia di metri dalla chiesa di Santa Maria del Voto, in via Firenze. La cerimonia della posa della prima pietra è fissata per mercoledì 21 giugno, alle 19. Non una data qualunque: rappresenta infatti il 60esimo anniversario dell'elezione di Papa Paolo VI, che porterà il nome del nuovo luogo di culto e socialità. Ma c'è un'altra coincidenza: il 21 giugno cade il 42esimo anniversario dell'ordinazione di Corazza, che avvenne nel santuario della Madonna delle Grazie a Pordenone alla presenza dell'allora vescovo Abramo Freschi. E sarà il vescovo Livio, insieme a don Loriano Valzania, parroco dei Romiti, a celebrare la messa e benedire la prima pietra della erigenda chiesa. Dopo la funzione religiosa, alle 21 al multisala Astoria di viale Appennino, sarà presentato in anteprima il film dedicato a monsignor Giuseppe Prati, per tutti don Pippo, "Potevo Farmi Santo" di Romeo Pizzol (ingresso ad offerta libera, con il ricavato che sarà devoluto alla raccolta fondi per l'emergenza alluvione; per informazioni e prenotazioni potevofarmisanto@gmail.com). 

DON LORIANO RACCONTA L'ALLUVIONE - "Un'esperienza apocalittica. Poi un'onda di solidarietà"

"Un segno di speranza e fiducia"

Il primo stralcio del progetto, da oltre 3,6 milioni di euro, comprende la realizzazione della chiesa e del campanile, mentre in futuro si provvederà alla realizzazione della canonica, delle aule per l'attività pastorali, bar, cucina e area comune, salone polivalente e cortile interno parzialmente coperto da pensilina. A causa della crisi del comparto edile e dell'aumento dei costi delle materie prime dopo lo scoppio della guerra in Ucrania il progetto complessivo ha subìto una battuta d'arresto. Per questo motivo, per contenere le spese, si è deciso di scorporare le opere in due lotti successivi.

"Successivamente si spera di poter dare corso alla realizzazione delle opere parrocchiali, anche se, allo stato attuale, non vi sono le risorse finanziarie necessarie per la copertura delle spese - specifica Claudio Leonessi, economo della Diocesi -. E' urgente in questa fase programmare gli interventi futuri poichè, dopo l'alluvione, la parrocchia non dispone più degli spazi necessari per le proprie attività pastorali e caritative ed il recupero degli stabili inagibili risulta essere un'operazione complessa ed onerosa, nella speranza di poter vedere realizzato l'intero centro parrocchiale così come previsto all'origine". 

"Questo progetto ha già più di dieci anni e quando sono arrivato a Forlì c’è stato il primo incontro di presentazione, che prevedeva la posa della prima pietra nel 2019, ma poi il progetto è stato rivisto e affinato nei contenuti - le parole del vescovo di Livio -, Successivamente è arrivata la pandemia, che ci ha fatto tenere ben presenti gli aspetti economici da considerare. Mentre eravamo in dirittura d'arrivo è arrivata l'alluvione, che, per certi versi, ci ha fermato, ma anche incoraggiato. La parrocchia in questo momento è senza chiesa. Quindi questo cantiere deve essere visto come un segno di speranza e fiducia. C’è chi può essere tentato di andare via dai Romiti, ma questa è una comunità tenacia, e già da anni si autotassa per la realizzazione della nuova chiesa. Sarà un luogo che non solo educherà alla fede in Dio, ma anche alla solidarietà verso il prossimo". 

"Questa chiesa - spiega don Enrico Casadei, vicario generale della Diocesi di Forlì - rientra nell'ambito di progetto pastorale complessivo. Non deve essere visto solo come un edificio, ma come un luogo di una comunità viva che ha segnalato la necessità di avere uno spazio più grande per le proprie celebrazioni. Con l'alluvione, che ha reso inagibile il teatrino parrocchiale dove si svolgevano le funzioni religiose, la comunità sente tutta la difficoltà di avere una chiesa piccola, pensata quando la zona aveva pochi abitanti, mentre adesso il quartiere è molto più popoloso (si contano oltre 5mila abitanti, ndr).

"La chiesa attuale - spiega don Loriano Valzania - conta circa 60 posti a sedere e può ospitare in totale 110 persone, mentre il teatrino, l'ex "Cinema Roma", circa 200. Ma dopo l'alluvione, con l'abbassarsi del pavimento, è stato dichiarato inagibile". Il progetto della nuova chiesa, ricorda don Loriano, "nasce l'11 febbraio 2011 con l'acquisizione del terreno, perchè senza non si poteva partecipare al Concorso Nazionale "Percorsi Diocesani 2013" della Cei. Fin dall'inizio l'idea era quella di creare uno luogo che sia segno di comunicazione delle diverse realtà della comunità, con una piazza esterna aperta a tutti. Si tratta di aspetti che non si devono e possono scindere. Abbiamo preparato la comunità con tre convegni, ma anche visitando chiese costruite dopo gli anni '60 nel Forlivese, ma anche a Modena e Bologna. E' stata un'esperienza formativa molto importante". Un altro aspetto riguarda il coinvolgimento della comunità: "Prima della pandemia siamo riusciti ad accumulare con le attività parrocchiali e donazioni familiari tra i 70mila e gli 80mila euro. Ora dovremo guardare la situazione attuale, perchè l'alluvione ha interessato il 40% del territorio e il 55% delle famiglie, spogliate di tutto e anche del lavoro". 

Don Loriano Valzania, il vescovo Livio Corazza e il vicario Enrico Casadei-2

Il progetto

La nuova struttura sarà costruita secondo le attuali normative antisismiche e in posizione più elevata rispetto al piano stradale, in modo da prevenire in futuro danni a seguito di allagamenti ed alluvioni. Il progetto della nuova chiesa - che servirà tutto il vicariato Forlì-Ovest - è il risultato del Concorso Nazionale "Percorsi Diocesani 2013" della Cei, vinto tra i 40 progettisti che hanno partecipato dagli architetti Filippo Pambianco e Alessandro Pretolani di Forlì. Le opere saranno realizzate per la maggior parte attraverso un finanziamento da parte della Cei attraverso un contributo specifico per la costruzione di chiese nuove dell'8X1000 (non quello destinato alla Caritas) da 2.018.000 euro, tramite un mutuo sottoscritto dalla parrocchia di 1.090.000 euro e il contributo della Diocesi di 323.800 euro. Ma c'è anche il contributo della parrocchia di 145.565 euro, somma che si aggiunge ad altri 90.557 garantiti da benefattori. Il sagrato e la piazza antistanti la Chiesa saranno collegati direttamente all'incrocio tra via Valeria e Via Sapinia, ad unire in uno spazio ideale i punti centrali del quartiere Romiti. 

Ma come sarà la nuova chiesa? Sarà realizzata in cemento e mattoncini, mentre il campanile sarà alto 27 metri, dotato di sei campane. Vedrà 450 posti a sedere, saranno inserite opere d'arte dello scultore meldolese Francesco Bombardi, che realizzerà la statua di Paolo VI, della Madonna, la via Crucis e la rappresentazione plastica del Cristo, che entra nell'assemblea nel giorno del giudizio, in grandi dimensioni, posta dietro l'altare. L'opera sarà realizzata dalla Ditta Sylcasa di Forlì ("è un'iniezione di risorse economiche sul territorio, un aspetto positivo", il commento del vescovo), con la direzione lavori dell'ingegner Gilberto Zoffoli, la direzione artistica degli architetti Pambianco e Pretolani, sotto la supervisione dell'architetto Gianluca Tronconi, responsabile del procedimento, e dell'architetto Marco Mercuriali per quanto riguarda la sicurezza.

Il progetto della nuova chiesa dei Romiti-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ai Romiti sorgerà in 18 mesi una nuova chiesa: "Un segno di speranza e fiducia, sarà la piazza del quartiere"

ForlìToday è in caricamento