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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pronto soccorso, testimonianza dall'altra parte della barricata: "Spesso utenza maleducata"

"Vorrei invitare i futuri pazienti e relativi accompagnatori a recarsi in Pronto Soccorso pretendendo il massimo, perché è uno staff che è capace di raggiungere livelli altissimi di efficienza e competenza"

Il Pronto Soccorso si merita le critiche degli utenti? Fermo restando che gran parte delle segnalazioni e le lamentele dei cittadini sono centrate sulla cattiva organizzazione e sul calvario delle attese, e non sulla qualità ed efficienza del personale, un contributo arriva “dall'altra parte della barricata”, vale a dire da chi svolge il servizio sulla prima linea del Pronto Soccorso, spesso salvando vite. A scriverlo è un tirocinante: “Ho visto che sono state pubblicate nuove segnalazioni di disagi al Pronto Soccorso di Forlì e ho deciso di inviarvi questa mia storia su cosa ha significato per me quel luogo, che ho vissuto dall’interno, e che spesso viene attaccato dagli utenti forlivesi”. 

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Spiega quindi la lettera: “Sono uno studente del corso di laurea in infermieristica, ormai prossimo alla agognata laurea, e ho svolto parte del mio tirocinio finale del terzo anno proprio presso il Pronto Soccorso del Morgagni-Pierantoni. Inutile dire che è un’esperienza che segna molto, chiunque abbia avuto la fortuna come me di viverla dall’altra parte della “barricata”. E questo non perché ti trovi ad affrontare qualunque genere di situazione clinica, dalla più banale come un oggetto estraneo infilato nel naso di un anziano alla più terrificante come il cuore di un bambino che improvvisamente smette di battere. Bensì perché si può prendere coscienza della maleducazione dell’utente medio, ed accompagnatori vari, del Pronto Soccorso di Forlì”.

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E spiega: “In due mesi di tirocinio mi sono trovato a dover assistere a scene di ordinaria inciviltà: dall’uomo adulto padre di famiglia con un’unghia incarnita, e non è un eufemismo ma è veramente così, che stufo di aspettare le sue sacrosante ore di attesa ti insulta tacciandoti di essere un carceriere, alla madre che vista la prolungata attesa della figlia con caviglia slogata si sfoga sull’infermiere di triage “vomitando” tutta la sua apprensione, non sapendo però che il grosso del personale è impegnato in sala emergenze a salvare una vita. Detto questo quindi vorrei invitare i futuri pazienti e relativi accompagnatori a recarsi in Pronto Soccorso pretendendo il massimo, perché è uno staff che è capace di raggiungere livelli altissimi di efficienza e competenza, e questo lo posso garantire avendolo vissuto dall’interno, ma sempre col rispetto che si deve a chi in quel momento sta svolgendo il proprio compito con dedizione cercando di agire per il meglio nell’interesse esclusivo del paziente che si trova davanti”.

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E conclude: “E’ comprensibile che le lunghe attese riescano a snervare anche la persona più posata, ma posso dire che rendersi conto che un paziente ha atteso un tempo esagerato in proporzione al proprio problema di salute è altrettanto snervante anche per il professionista in turno in quel momento, nell’appurare che qualcosa (o qualcuno) non ha funzionato come avrebbe dovuto”. 

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