La proposta dell'Ugl: "Destinare il budget delle luminarie di Natale nel fondo alluvionati"
Cristian D'Aiello, in rappresentanza di Ugl Romagna, è intervenuto durante la seduta della Commissione consiliare d'indagine e studio sull'emergenza alluvione aperta all'audizione dei sindacati
"Come Ugl auspichiamo che i fondi delle donazioni pro-alluvionati, un milione e 200mila euro circa, siano ripartiti su base equa in rapporto ai danni patiti da cittadini e imprese. Sollecitiamo inoltre l'utilizzo del budget solitamente impiegato per gli allestimenti e le luminarie natalizie – alcune centinaia di migliaia di euro – per una ripartizione straordinaria in favore di famiglie e lavoratori danneggiati dal cataclisma del maggio scorso". Così Cristian D'Aiello, in rappresentanza dell'Ugl Romagna, durante la seduta della Commissione consiliare d'indagine e studio sull'emergenza alluvione aperta all'audizione dei sindacati.
"Chiediamo al Comune che si attivi con i parlamentari per assumere i provvedimenti necessari per passare dalla sospensione all’annullamento delle bollette con i consumi extra derivati dall'utilizzo dell'acqua e dell'energia elettrica per rimuovere fango e pulire le case e i servizi inondati dall'alluvione - ha aggiunto D'Aiello -. I volumi di acqua anomali usati da cittadini e imprese per pulire abitazioni e aziende dal fango e le relative bollette da migliaia di euro non possono essere pagate dalle vittime dell’alluvione. Così come i costi dello smaltimento rifiuti di chi ha subito danni domestici devono essere azzerati per il mese di maggio".
“Inoltre, come sindacato condividiamo la richiesta avanzata più di un mese fa dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale alla giunta regionale dell'Emilia-Romagna di investire di più nel nostro territorio in nuove infrastrutture, come le casse di espansione per contenere gli effetti degli eventi climatici estremi che tanti danni hanno causato (14 morti, 36.000 sfollati e migliaia di persone che hanno perso ogni avere, risparmi e lavoro) - ha proseguito -. Il nostro appello alla Regione è di moltiplicare le opere per contenere le acque dei fiumi ed evitarne la tracimazione attraverso nuovi bacini e casse di espansione. Ovvero, le opere idrauliche concepite per ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume. Casse di espansione presenti in gran numero in Emilia e del tutto insufficienti in Romagna”.
“Anche il presidente regionale dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna ha indicato tra le cause del problema: la mancata manutenzione del territorio e l’insufficienza di tecnici e professionale qualificato dislocato a difesa di argini e aree boschive e collinari. Ma c'è anche la questione delle responsabilità - ha puntualizzato il rappresentante dell'Ugl Romagna -. I soggetti istituzionali che hanno in capo le competenze delle reti di bonifica e idrografiche, dei percorsi idrici naturali, dei bacini scolanti e dei canali artificiali di bonifica sono: Consorzio di Bonifica, Autorità di bacino e Regione. Sono loro le competenze gestionali e a loro competono la manutenzione e la messa in sicurezza delle vie d’acqua, dei canali e dei fiumi. Abbiamo visto distintamente, purtroppo, come l’incuria e la mancata manutenzione di fiumi e canali, siano state con-causa unitamente all’acqua piovuta in un ristretto lasso di tempo, di ciò che è accaduto nella nostra provincia".
“In Commissione potremo sapere se i fiumi ed i canali del nostro territorio siano stati mantenuti in sicurezza, se la vegetazione in eccesso e interna sia stata regolarmente eliminata e se sia stato effettuato il dragaggio degli alvei fluviali - ha concluso D'Aiello -. Esistono prove fotografiche che la vegetazione non rimossa, gli arbusti trasportati verso le foci o impigliate alla base dei ponti abbiano provocato una sorta di imbuto, un tappo, al naturale deflusso delle acque negli eventi alluvionali di maggio. Capire i fatti e gli errori, affinché non si ripetano mai più".