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Cronaca

Qualità della vita ai tempi del Covid, balzo in avanti di Forlì-Cesena nella classifica del Sole 24Ore

Nella classifica generale Forlì-Cesena si piazza 14esima "regina" in Romagna, facendo un salto di ben 11 posizioni (nel 2019 era 25esima)

Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, parte proprio da questo interrogativo. L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero.

Forlì-Cesena "regina" della Romagna

Nella classifica generale Forlì-Cesena si piazza 14esima "regina" in Romagna, facendo un salto di ben 11 posizioni (nel 2019 era 25esima). Ravenna è 22esima e Rimini 36esima. Analizzando le varie aree tematiche vediamo come la provincia è 43esima per Ricchezza e consumi, 17esima nella classifica Ambiente. Solo 78esima nella graduatoria Giustizia mentre per quanto riguarda Affari e lavoro Forlì-Cesena si piazza 40esima. Ottimo l'ottavo posto in cultura e tempo libero. Un dato interessante è quello dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano: Forlì-Cesena è 44esima.

Per quanto riguarda l'indice di criminalità (reati denunciati ogni 100mila abitanti) la provincia è 72esima, 75esima per quanto riguarda i furti, 69esima per i furti in abitazione e 88esima per i furti negli esercizi commerciali. Forlì-Cesena è inoltre solo 105esima per quanto riguarda gli omicidi da incidente stradale, 69esima nella graduatoria che calcola i morti e i feriti in conseguenza degli incidenti sulle strade. Spicca il 12esimo posto nella lista della diffusione del reddito di cittadinanza e il 22esimo nella graduatoria delle imprese che fanno e-commerce. Ottimo il quarto posto in tasso di occupazione. Sul versante Covid Forlì-Cesena è 49esima nella classifica dei casi ogni 1000 abitanti, per quanto riguarda il tasso di mortalità è 33esima.

Le reazioni

"Quello con classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore è sempre un appuntamento molto atteso da parte di chiunque si occupi di promozione o sviluppo del territorio, come ente pubblico o privato, perché – pur coscienti dei limiti di questo tipo di ricerche sulla scorta dei criteri adottati – rappresenta comunque una fotografia importante dei principali trend del territorio, cioè delle linee di crescita – o di arretramento – nei singoli ambiti dati - esordisce Roberto Pinza, presidente della Fondazione Carisp Forlì -. Per questo non possiamo che guardare con soddisfazione al grande balzo in avanti che la nostra provincia ha fatto nelle due voci dell’Ambiente e servizi (che comprende anche l’educazione e la spesa sociale), e in quello della Cultura e tempo libero, coscienti che la Fondazione di Forlì ha offerto in tal senso un importante contributo. Nondimeno ci preoccupa l’arretramento in altri ambiti, dai consumi alla sicurezza, dal lavoro alla demografia: sono perdite di terreno che non hanno inficiato la crescita complessiva della nostra Provincia, con un significativo balzo in avanti dal 25° al 14° posto nella classifica generale, ma sono un richiamo a tenere alta l’attenzione in quanto temi come quello del lavoro e della giustizia costituiscono dei mattoni fondamentali del benessere complessivo delle persone. La Fondazione continua il proprio costante impegno per il miglioramento della nostra Comunità di riferimento". 

La classifica generale

La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª).

Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106ª). In particolare, Bologna si piazza ai primi posti non solo per reddito, consumi delle famiglie, depositi bancari, start up e opportunità di lavoro, ma anche per l’offerta culturale, sportiva, ricreativa, sanitaria e formativa. Anche in pieno Covid tra Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale), posti letto in terapie intensive e Covid hotel non è mai finita in affanno; ha il più alto tasso di scolarizzazione in termini di diplomati ed è tra i primi posti per la formazione continua. Così si distingue per indice di trasformazione digitale e diffusione di Internet veloce. Di contro non brilla per sicurezza e gestione della giustizia: è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.

L’Emilia-Romagna vanta numerosi primati: è prima in Italia per occupazione femminile (67%), per tasso di internazionalizzazione (oltre 11mila euro di export pro capite), per copertura a banda larga di piccoli comuni e scuole. Nella classifica delle regioni l’Emilia-Romagna occupa il quarto posto ma solo perché davanti ha i tre territori a statuto speciale del Nord, che godono di autonomia di strategie e spesa. E se non fosse per Rimini che – a causa del crollo del turismo e dell’alto tasso di criminalità – fa un tonfo dal 17° al 36° posto, tutte le altre province recuperano posizioni in graduatoria, con Ferrara, storicamente l’area più fragile e povera della regione, che recupera addirittura 30 gradini.

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