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Cronaca

Colpo in banca, i retroscena degli arresti: "Agito in modo esemplare"

Gli arresti sono l'epilogo di un'articolata indagine del Commissariato di Polizia di Imola, iniziata la scorsa estate a seguito di una serie di rapine nel circondario imolese

Rapina in banca, arrestati dopo il colpo

LA RAPINA – L'ora del colpo, presumibilmente studiato a tavolino, è scoccata intorno alle 15. All'interno della Cassa di Risparmio di Ravenna di via Duca D'Aosta vi erano una quindicina di persone tra clienti e dipendenti. Mentre il basista aspettava a non molta distanza a bordo della sua “Toyota Rav 4”, i banditi si sono materializzati sul posto con la “Lancia Y10”. Uno indossava un cappellino del Barcellona, l'altro un berretto scuro griffato “Adidas”. Entrambi avevano il volto camuffato da occhiali da sole. E uno dei due, per non lasciare le impronte, si era applicato della colla sui polpastrelli delle mani.

I rapinatori, armati di cutter, hanno fatto accomodare i malcapitati in una stanza dove non era possibile esser visti dall'esterno, mettendoli inoltre nella condizione di non dare allarmi. Hanno atteso circa cinque minuti per l'apertura della cassaforte temporizzata, per poi metter mano al bottino. Circa 30mila euro. Quindi sono fuggiti via, salendo in seguito a bordo del “Toyota Rav 4”. Non sapevano che erano tenuti a vista da ben otto pattuglie della Polizia.

LA CATTURA – Con una manovra “a tenaglia” gli agenti della Squadra Mobile di Forlì e del Commissariato di Polizia di Imola sono riusciti a bloccare i malviventi nei pressi dell'abitazione del basista. “Abbiamo agito con la massima attenzione e nel momento giusto, facendo in modo che nessuno si facesse male”, hanno evidenziato i dirigenti Claudio Cagnini e Sergio Culiersi. Nel corso della perquisizione domiciliare è stata recuperata una pistola replica priva del tappo rosso.

I tre, accusati di rapina aggravata, ricettazione e porto di strumenti atti ad offendere, si trovano in carcere a Forlì a disposizione del pubblico ministero Federica Messina. La banda, secondo gli inquirenti, avevano probabilmente in mente anche un “piano B”. Era stata infatti rubata un'altra “Lancia Y10” a Forlì, parcheggiata a Faenza. Ora le indagini proseguono per far luce sulle rapine compiute la corsa estate nell'imolese. 

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