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Cronaca

Si fingono carabinieri per rapinare le case d'appuntamento: quattro forlivesi arrestati

Tre forlivesi, di 50, 46 e 39 anni, ed un napoletano, ma sempre residente nella città mercuriale, sono stati arrestati con le accuse di sequestro di persona, rapina aggravata e possesso di segni distintivi contraffatti.

Da Forlì alla capitale per rapinare le case d'appuntamento gestite da cinesi. Colpi studiati nei minimi particolari, ma il piano è naufragato già al primo tentativo grazie all’intervento degli agenti del Commissariato Casilino e del Reparto Volanti. Tre forlivesi, di 50, 46 e 39 anni, ed un napoletano, ma sempre residente nella città mercuriale, sono stati arrestati con le accuse di sequestro di persona, rapina aggravata e possesso di segni distintivi contraffatti.

Il poker di banditi si era presentato a Roma con un elenco di case d’appuntamento gestite da cinesi da rapinare. Evidente, dal materiale rinvenuto in loro possesso, il lavoro preparatorio, fatto di telefonate preventive per conoscerne gli indirizzi, cartine stradali della Capitale con itinerari da seguire, orari e quant’altro potesse servire per portare a termine i loro colpi.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra i motivi che hanno spinto i 4 a privilegiare obiettivi cinesi appare verosimile possa esservi la scarsa propensione degli appartenenti alla comunità cinese a denunciare e collaborare con le forze dell’ordine. Tra l’altro, uno degli arrestati è risultato essere un ex appartenente alle forze dell’ordine, che ben sapeva pertanto come muoversi. Il fallito colpo si è consumato nella nottata tra domenica e lunedì.

Uno dei banditi ha bussato ad un’abitazione in via dell’Aquila Reale e, munito di una falsa placca di quelle in dotazione alle forze dell'ordine, e di una pistola, poi rivelatesi essere una riproduzione di quelle vere, ha fatto irruzione all’interno. Dopo essersi qualificato ha riferito di dover effettuare una perquisizione e, intimato alla donna di non muoversi, le ha strappato di mano il cellulare ed ha aperto la porta ai suoi complici, giunti dopo pochi attimi, anche loro muniti di tutto il necessario per sembrare appartenenti alle forze dell’ordine.  

E’ iniziata pertanto la falsa perquisizione e i malviventi, dopo aver rovistato nei locali dell’appartamento, si sono impossessati di 1100 euro contanti trovati in un cassetto. Qualcosa, però, non è andato come avevano previsto.Ben nascosto in un’altra stanza vi era una persona, un italiano, che avuto il sentore che qualcosa di insolito e poco chiaro stava accadendo, ha chiamato il 113.

In breve tempo due equipaggi, uno del Reparto Volanti, l’altro del Commissariato Casilino, sono giunti sul posto, sorprendendo i quattro proprio mentre, dopo aver portato a termine la rapina, stavano lasciando l’abitazione. Tutti e 4 sono stati trovati in possesso di tutto l’occorrente per la messinscena: false placche, pistola in replica, manette e torcia tascabile. Per loro, al termine degli accertamenti, si sono aperte le porte del Carcere di Regina Coeli. Le indagini proseguono per stabilire se gli arrestati si siano già resi responsabili di altre rapine simili.

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