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Cronaca

Reddito di cittadinanza, i percettori entrano in azione: "Impiegati su progetti per la collettività"

"I Puc - spiega l'assessore al welfare Rosaria Tassinari promotrice dell’iniziativa - sono da intendersi come attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il reddito di cittadinanza"

Si parte anche a Forlì con l'impiego dei percettori del reddito di cittadinanza. Introdotto con il decreto-legge n.4 del 2019, prevede per coloro che ne beneficiano la sottoscrizione di un patto per il lavoro e la partecipazione a progetti utili alla collettività (cosiddetti Puc) in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. "I Puc - spiega l'assessore al welfare Rosaria Tassinari promotrice dell’iniziativa - sono da intendersi come attività di restituzione sociale per coloro che ricevono il reddito di cittadinanza e rappresentano un'occasione di inclusione, arricchimento e di crescita non solo per i beneficiari di questo sostegno economico, ma anche per la collettività".

"I progetti prevedono l'organizzazione di attività individuate a partire dai bisogni e dalle esigenze del territorio, tenuto conto delle competenze individuali, e possono avere durata differente a seconda delle caratteristiche e degli obiettivi dei progetti stessi - aggiunge -. Ogni cittadino beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto ad un impegno di almeno 8 ore settimanali e fino ad un massimo di 16 ore settimanali, a seguito di accordo tra le parti. Le attività previste dai Puc riguarderanno ambiti nel sociale, culturale, artistico, ambientale, formativo, tutela dei beni comuni; altre attività di interesse generale tra le quali l'organizzazione di attività turistiche, la cooperazione allo sviluppo, l’agricoltura sociale, la protezione civile e la promozione della cultura della legalità. Il procedimento, approvato in Giunta nei giorni scorsi, prevede l'individuazione da parte dei servizi comunali delle persone beneficiarie del reddito di cittadinanza e l’attivazione di 134 Puc personalizzati funzionali all’inserimento lavorativo. Si tratta di un percorso che era già partito nei mesi scorsi, prima della pandemia, ma che la normativa Covid ha di fatto sospeso per cause di forza maggiore".

"Al fine di promuovere un coinvolgimento più ampio della società civile e della comunità locale - conclude Tassinari - all’interno dei Puc potrà essere prevista la presenza di persone volontarie non beneficiarie di reddito di cittadinanza a partire da quei cittadini volontari (ad esempio lavoratori socialmente utili) che a diverso titolo già collaborano con il Comune nell’ambito delle attività che oggi divengono oggetto dei Puc e che potranno ricevere un rimborso spese non superiore a 150 euro mensili nonché godere di eventuali benefit da parte del Comune (es. abbonamento autobus gratuito)".

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