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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza? Cosa si fa a Forlì per aiutare ad uscire dal gorgo della povertà

Un piano per far fronte alla piaga della povertà. E' quello messo a punto quest'anno e integrato nel  “Piano di zona per la salute e il benessere sociale”

Un piano per far fronte alla piaga della povertà. E' quello messo a punto quest'anno e integrato nel  “Piano di zona per la salute e il benessere sociale”. Si tratta di una serie di misure, finanziate con fondi europei, statali, regionali, che operano come un salvagente in caso di povertà e che mirano a far uscire dal tunnel le famiglie che cadono in questo gorgo. Nell'ambito del distretto sanitario, quindi a Forlì e nel suo comprensorio, le risorse dedicate a questa voce ammontano a circa 2,3 milioni di euro. I servizi vengono erogati da sportelli sociali, nel Forlivese operano 49 assistenti sociali, con una media di 1 ogni 3.842 abitanti, quindi entro lo standard nazionale di 1 ogni 5.000 abitanti. Si calcola che nel Forlivese i nuclei famigliari in grave povertà siano 4.248, a cui si sommano altre 7.850 famiglie a rischio povertà, quese ultime sono quelle che – come si dice in questi casi – non arrivano alla fine del mese.

“Il piano sociale di zona quest'anno per la prima volta incorpora un piano di contrasto alle povertà, mentre erano già in comune le politiche di sostegno ad anziani e minori”, annuncia l'assessore al Welfare di Forlì e presidente del comitato di distretto Raoul Mosconi. Il sostegno al reddito per chi non percepisce il sussidio di disoccupazione o ad integrazione di esso si risolve essenzialmente nel Reddito di Solidarietà (Res), una misura istituita dalla Regione Emilia-Romagna nel 2016 e il Reddito d'Inclusione (Rei), una misura statale avviata quest'anno e che sostituisce il precedente SIA. Da giugno 2016 a novembre 2018 a Forlì e comprensorio ne hanno beneficiato 560 nuclei famigliari, per un totale di 485.791 euro. Le carte ricaricabili attive del Res sono 163, quelle del Rei 221. Ne beneficiano per il 68% italiani e per rimanente stranieri. “Questo perché sono misure che crescono con la presenza di minori, e ne famiglie straniere sono mediamente più numerose”, specifica Mosconi. Il 31% di queste famiglie vede la presenza di minori. 

E' il sindaco di Forlì Davide Drei a tracciare le politiche per la lotta alla povertà: “C'è una convergenza di misure, che formano un sistema solido e strutturato, che incorpora la filosofia di inclusione e raccoglie l'idea di un welfare non assistenzialista. Ci sono più approcci, tra il sostegno al reddito all'importanza della casa,  fino a favorire l'accesso al lavoro, un welfare che raccoglie persone povere ma che cerca anche di farle uscire dall'inghiottitoio della povertà,  grazie ad interventi sia di operatori privati sia pubblici. Si rifiuta l'idea di povertà a vita e si opera per spezzare la catena della famiglia povera lavorando in particolare sui figli, per dare a questi una possibilità di riscatto”. Sia Res che Rei potrebbero essere “superati” dal futuro Reddito di cittadinanza, una delle proposte-bandiera del nuovo governo, in particolare del Movimento 5 Stelle. Su questo provvedimento allo studio non alza barriere Mosconi: “Il Reddito d'Inclusione è un'iniziativa di due governi fa, una misura di sostegno contro la povertà era necessario, poi chiamiamolo come vogliamo”. Ma sullo stesso punto è critico il sindaco, quando si propone di escludere dalla nuova misura anti-povertà gli stranieri: “Non è togliendo diritti ad alcuni che si rafforzano quelli di altri. Tenere persone in una povertà senza soluzione è un rischio anche per gli altri che poveri non sono, includendo si fa un lavoro per tutti”.

L'altra stampella del sostegno al reddito sono d'altra parte le politiche attive del lavoro. Quello che per ora viene ventilato come possibile Reddito di Cittadinanza, vale a dire il sostegno in cambio di un percorso di autonomia seguitodal Centro per l'Impiego, con l'obbligo di seguire determinati passi a pena della perdita del contributo, a Forlì è in parte già realtà. Da ottobre 2017, infatti ci sono a Forlì e comprensorio 517 soggetti “fragili” inseriti in percorsi personalizzati al Centro per l'Impiego, di questi 222 hanno un progetto di inserimento lavorativo in corso: il 39% in tirocini, il 28% in attività di formazione e il 12% con specifica attività di tutoraggio e sostegno nei contesti lavorativi. Le risorse per questi progetti sono di 830mila euro, dati dall'Europa mediante il Fondo Sociale Europeo. “E' attiva una equipe multidisciplinare di servizi sociali, centro per l'impiego e servizi sanitari – spiega la dirigente Rossella Ibba -. Nei prossimi mesi avremo i primi risultati di queste attività”. 

Altre risorse sono destinate all'assunzione di altri assistenti sociali (210mila euro) e nell'apertura o potenziamento degli sportelli sociali nei piccoli Comuni (150mila euro). Infine ci sono quasi 112 mila euro destinati ai senza fissa, per farli rientrare sotto un tetto diverso dalla soluzione di emergenza del dormitorio, che a Forlì sono due. “A tutto questo bisogna aggiungere il fondo anti-crisi finanziato dal Comune e tutte le agevolazioni sui servizi per i redditi Isee bassi”, sintetizza Mosconi. Per il sindaco di Castrocaro Marianna Tonellato “si parla spesso di Unione dei Comuni come esperienze fallimentari, ma nell'ambito del welfare, nel Distretto, la collaborazione è fruttuosa e fondamentale è il ruolo di Forlì come aggregatore di piccoli comuni che altrimenti avrebbero grandi difficoltà organizzative”. Così anche Gabriele Fratto, sindaco di Bertinoro e Presidente della Provincia: “Le risorse sono ben gestite con concertazione e assieme formano azioni che ci rendono comunità”.

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