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Cronaca

Si litiga sul bilancio in Consiglio. L'opposizione: "Molte spese previste, ma poche realizzate. E' la differenza tra il dire e il fare"

Consiglio comunale infuocato per trattare il rendiconto, vale a dire il documento di bilancio che tira le somme della gestione finanziaria del Comune di Forlì nello scorso anno

Consiglio comunale infuocato per trattare il rendiconto, vale a dire il documento di bilancio che tira le somme della gestione finanziaria del Comune di Forlì nello scorso anno. Accuse reciproche sull'andamento dei conti tra maggioranza e opposizione. Il primo affondo è arrivato dall'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani che nella sua relazione iniziale critica le precedenti amministrazioni di centro-sinistra sull'indebitamento. 

Lo fa prendendo a riferimento uno schema elaborato del Comune di Cesena  in cui si confronta l'indebitamento per abitante dei capoluoghi della regione. “Emerge che siamo il comune capoluogo più indebitato dell'Emilia-Romagna. A Cesena l'indebitamento cresce dai 196 euro pro capite del 2019 ai 231 del 2021. Forlì nel 2019 era a tre volte tanto, a 653 euro pro-capite – relaziona Cicognani  -. Le precedenti amministrazioni hanno speso molto e non si sa bene come. Sono dati non nostri, che vanno indagati. La virtuosità decantata delle precedenti amministrazioni non la vedo in questi numeri”. I mutui, invece, spiega Cicognani, si sono ridotti da 84 a 68 milioni di euro dal 2019 al 2021.

All'attacco sull'avanzo di amministrazione va, invece, il centro-sinistra. Si tratta di denaro che era in bilancio come spesa, ma che poi non è stato effettivamente impiegato. “Quest'anno l'avanzo libero è di 21,3 milioni di euro, in linea coi 19-20 negli ultimi due anni”, sempre Cicognani. E' invece una spia di una incapacità di gestione per l'opposizione di centro sinistra. Spiega Giorgio Calderoni, consigliere di 'Forlì e co': “L'avanzo libero pro capite è molto alto rispetto agli altri Comuni, il ché significa che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Anche i revisori dei conti, chiedono attenzione a quello che definiscono un 'recupero di una maggiore capacità di realizzazione dei progetti previsti in investimento'”. Per Calderoni la grande differenza tra il preventivato e il realizzato deriva da “eccessiva smania di presentare progetti”.

Sullo stesso piano la critica del capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani: “Nel rendiconto si rilevano 1,7 milioni di minori spese di spese correnti sul welfare, su un totale di 14 milioni di euro di economie sulla spesa corrente. Si sono fatte economie per 1,7 milioni per le politiche sociali, denaro che si era previsto di spendere, ma non si sa bene perché alla fine non si è speso”. E sugli investimenti aggiunge: “Si fanno listoni di cento milioni di euro di opere pubbliche, ma poi in rendiconto scopiamo che tutto si riduce a più modesti numeri, e questo on per colpa dell'amministrazione, ma perché si torna a numeri fisiologici per un ente della nostra dimensione. Quindi non c'è bisogno di strafare e promettere di continuo”. 

Il riferimento di Alemani è il piano degli investimenti che vede sommarsi “un fondo pluriennale vincolato pari a 46 milioni di euro, per lavori pubblici partiti o mandati a gara, interamente finanziati – come spiega l'assessore Cicognani -  e altri 47 milioni dal Pnrr, per circa cento milioni di investimenti. Denaro su cui esprime preoccupazione Cicognani: “L'aumento delle materie prime porta ad un aumento del 30% dei costi degli interventi e, per realizzare quanto previsto potrebbero mancare 30 milioni”. L'assessore chieda che intervenga lo Stato con un ripiano oppure propone di accendere un mutuo. Sempre dal rendiconto emerge la stima che il Comune di Forlì vanta un credito di 5,5 milioni dall'Unione dei Comuni, da cui è uscito all'inizio del 2022. Gli altri Comuni pagheranno queste cifre in 12 rate mensili, già partite lo scorso gennaio.

Aggiunge il consigliere leghista Albert Bentivogli: "Maggiori investimenti rispetto agli anni precedenti ben 46 milioni di euro, già progettati e stanziati, sommati ai 47 milioni che il comune intercetterà dai fondi del Pnrr porteranno tante novità e riqualificazioni di aree della città. La spesa corrente cioè quello che il comune spende per i servizi ai cittadini è pari a 96 milioni di euro. A fronte di maggiori investimenti e maggiori spese per i servizi forniti ci troviamo un bilancio che aumenta il proprio avanzo di un milione di euro, 21 milioni, rispetto all’anno precedente. Questo testimonia la buona gestione della macchina pubblica e dello stato di salute di questa amministrazione. Ci indica che la visione futura della città e di reale cambiamento sono un dato di fatto, i numeri non mentono sono sempre il risultato preciso di quello che si sta facendo e che si farà per Forlì e per i forlivesi".

Interviene anche Federico Morgagni, capogruppo di Forlì e Co: "L'analisi dell'attività e della spesa realizzata dal Comune nell'anno trascorso ha messo in luce un enorme divario fra le continue promesse e una realtà fatta di pochissimi investimenti e totale assenza di coerenti priorità strategiche. Simbolo di questa inerzia è la continua crescita dei fondi liberi a disposizione del Comune, arrivati a superare i 21 milioni di euro, senza che l'Amministrazione si sia dimostrata capace di trasformarli in servizi per i cittadini, ad esempio in risposta alla gravissima crisi energetica e sociale in atto. Quanto alla spesa per gli investimenti, metro reale della capacità di un’Amministrazione di sostenere lo sviluppo del proprio territorio, la situazione è ancora più sconsolante. Già durante la discussione sul bilancio di previsione 2021 (dicembre 2020), avevamo messo in evidenza che le cifre presentate - decine e decine di milioni di investimenti per centinaia di opere pubbliche- erano del tutto sconnesse dalla realtà dei fatti e rappresentavano un “libro dei sogni” che l’Amministrazione sapeva bene di non poter realizzare. Il rendiconto ha confermato le nostre previsioni: degli oltre 114 milioni di euro prospettati per gli investimenti, il Comune ne ha impegnati meno di 17, la miseria del 14,5% (in un settore fondamentale come l'istruzione sono stati spesi 13 milioni in meno del previsto; per le politiche sociali 8 in meno, per la cultura 5 in meno e così via); quanto ai mutui, ne sono stati accesi per 3,7 milioni contro i 10 milioni preventivati. Pur avendo consistenti disponibilità finanziarie, l'Amministrazione Zattini persegue dunque scelte agli antipodi rispetto ad una politica orientata allo sviluppo del territorio, dimostrando la propria incapacità di individuare chiare priorità e una evidente carenza di capacità realizzativa". Il rendiconto è stato approvato con 18 favorevoli, 8 contrari e 2 astenuti.

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