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Salute

Rete oncologica territoriale: al via la tre giorni nel nome del prof Dino Amadori

La tre giorni iniziata martedì si è soprattutto concentrata sul valore seminale della “rete”, vista in tutte le sue possibili declinazioni

Un San Giacomo davvero gremito e partecipe, un susseguirsi di relatori di valore nazionale provenienti da Irst Irccs, Ausl Romagna, istituzioni e centri di ricerca, hanno confermato l’interesse e le prospettive di cui il congresso "Comprehensive Cancer Care and Research Network: the Irst - Ausl Romagna strategy to fight cancer" si è fatto momento promotore e portatore: la messa a regime di una rete oncologica territoriale capace di prendersi in carico tutto il percorso del paziente affetto da tumore, dalla prevenzione alla gestione della fase critica avanzata. La tre giorni iniziata martedì si è soprattutto concentrata sul valore seminale della “rete”, vista in tutte le sue possibili declinazioni.

Ad inaugurare i lavori, insieme al sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, è stato Renato Balduzzi, presidente dell'Irst “Dino Amadori” Irccs: “Questa tre giorni ha uno scopo ben preciso e cioè verificare se il sogno, la profezia, la visione di Dino Amadori – far diventare l’intera Romagna un’unica realtà sotto il profilo delle cure oncologiche, creare una rete integrata di cura, ricerca tra Ausl e Irst Irccs –  si sta realizzando, e come si sta realizzando. L’Azienda, il territorio, l’Università sono tanti gli attori coinvolti e da coinvolgere sempre più; la Regione crede in questo progetto. Siamo qui per rinnovare un impegno e le promesse: siamo di fronte ad una grande opportunità che è doveroso cogliere”.

"Vedere questa splendida sala, piena ci fa capire quanto sia alto l’interesse - sono le parole di Giorgio Martelli, direttore generale Irst “Dino Amadori” Irccs -. E' finalmente possiamo celebrare la memoria del Prof, il suo ultimo grande progetto. Siamo sulla strada giusta ma è il momento di dare uno stimolo, un’accelerazione perché il percorso non è completato: occorre sviluppare strutture, rapporti”. Tra i presenti anche Tiziano Carradori, direttore generale dell'Ausl Romagna: “Partecipo con piacere a quest’occasione che sancisce la tappa di un percorso che ho visto nascere, frutto di lungimiranza di gruppo di professionisti guidati da un rivoluzionario tranquillo, Dino Amadori. Cosa sono le reti, prima di ogni cosa? Sono, anzitutto, valori. I valori sono il collante, senza non c’è costruzione. Se i valori legittimano la struttura, la struttura consente alle idee di essere perseguite e funzionare al meglio, perseguendo efficacia, efficienza, rispetto. Poi ci sono le relazioni: oggi possiamo progettare una delle forme più evolute di rete, quella globale, comprensiva. Abbiamo individuato anche gli strumenti per condividere strategie, mezzi, opportunità: all'interno del modello definito “a ponte”, stiamo delineando il Programma Oncologico – che pone limiti e tendenze – e le piattaforme, alcune presenti (come quella della Medicina Nucleare) altre in itinere. Siamo grandi come una piccola regione, con un potenziale di competenze e casistica incomparabile. Abbiamo iniziato a confrontarci con l’Università. Dobbiamo però tener presente che nessuna conquista è un acquisito: dobbiamo esser pronti a cambiare, aggiornare, mantenere la barra sui valori”.

Quindi ha preso la parola Giovanni Martinelli, direttore Scientifico Irst “Dino Amadori” Irccs: “La premessa è che non c’è vera cura senza ricerca un ambito nel quale come Irst siamo cresciuti, vero - siamo noni nel confronto delle performance tra tutti gli Irccs - ma possiamo e dobbiamo farlo con maggior forza. Anche attraverso il Cccrn perché i colleghi dell’Ausl sono bravissimi. Tre sono le direttrici: la medicina personalizzata, ritagliata sul singolo paziente; la messa a terra di tutte le ultime scoperte tecniche, dalla biopsia liquida, alla genomica, allo sviluppo di nuove molecole; lo sviluppo di relazioni e progettualità internazionali. Sul tavolo non c’è solo il tema della salute perché il Covid ci ha dimostrato che senza salute non c’è economia, se produciamo salute, produciamo economia”.

Tra gli interventi c'è anche quello di Fabrizio Miserocchi, direttore generale dell'Istituto Oncologico Romagnol: “E’ un tema fondativo di Ior il tema del care, il sentirsi abbracciato da una comunità di soggetti, ognuno con le proprie competenze. IOR non si è mai anteposto al Sistema Sanitario, ma era ed è parte di un sistema che “va difeso con i denti”. Anche questo un grande insegnamento del Prof Amadori. Oggi che il coinvolgimento del privato sociale sta trovando una sua strada, il nostro compito è portare il nostro punto di vista in ogni luogo decisionale, l’elemento distintivo che ci rende così importanti”.

“Siamo felici di essere qui nel nome e in coerenza con il pensiero del Prof Amadori - ha preso poi la parola Maurizio Gardini, presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì -. La sua era una visione capace di rendere più ampie le comunità, di andare oltre i confini. Quale sarà il ruolo delle fondazioni in futuro? Seguire i passi lungimiranti di chi mi ha preceduto è sicuramente una chiave di lettura, un modello da seguire. Ad esempio, la recente realizzazione della Casa Accoglienza – frutto di una rete di attori – o il contributi offerto per il progetto universitario in Romagna”.

“I bisogni di un territorio sono determinati da una molteplicità di elementi – stili di vita, reddito, natalità, età media – il nostro compito è lottare contro le differenze ingiustificate tra territori omogenei - sono le osservazioni di Mattia Altini, direttore sanitario dell'Ausl Romagna -. Il Cccrn può essere uno strumento per raggiungere questo obiettivo. Attraverso quale metodo? Misurare per migliorare – come, ad esempio, abbiamo fatto con le chirurgie – mantenendo continuamente l’aderenza alla realtà: oggi l’approccio oncologico non potrà che atterrare sugli asset territoriali”.

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