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Cronaca

"Riaprire bar, ristoranti, negozi e palestre", i titolari consegnano le chiavi delle loro attività alla Provincia

Chiedono la riapertura di bar, ristoranti e palestre. Venerdì mattina una delegazione del “Comitato Libertà e Lavoro” della Provincia di Forlì-Cesena di cui è portavoce ed uno dei promotori l'ex consigliere Daniele Avolio

Chiedono la riapertura di bar, ristoranti e palestre. Venerdì mattina una delegazione del “Comitato Libertà e Lavoro” della Provincia di Forlì-Cesena di cui è portavoce ed uno dei promotori l'ex consigliere Daniele Avolio, è stato ricevuto dal Presidente della Provincia di Forlì-Cesena Gabriele Fratto, con la partecipazione da remoto del sindaco Gian Luca Zattini, dell’assessore del Comune di Cesena Luca Ferrini e dei direttori di Confesercenti e Confcommercio, Giancarlo Corzani e Alberto Zattini.

Per il “Comitato Libertà e Lavoro” sono intervenuti con le relative deleghe e competenze, l'avvocato Giovanni Amadori (Area Legale), Riccardo La Corte (Horeca Ristorazione, Bar), Maurizio Tassani (Palestre) e Dovilio Nardi (Area Formazione). Il comitato ha presentato un proprio "Progetto pilota per il ritorno alla normalità" con la riapertura di ristoranti, pizzerie, bar , palestre, cinema, teatri, e di tutte le attività chiuse, adottando tutti i criteri di salvaguardia della salute individuale degli avventori e del personale dipendente.

Spiegano dal comitato: “La nostra provincia paga un RT medio regionale alto determinato da una serie di parametri calcolati sulla diffusione dell’infezione da Covid 19 che in città come Bologna e Modena è tre volte superiore. L’esperimento pilota per la nostra provincia , che costituisce una delle locomotive della ristorazione nazionale e della Wellness Valley, viene proposto affinché la possa essere avviato e pianificato un graduale ritorno alla normalità, confidando sul fatto che la nostra provincia nel contesto regionale è senza ombra di dubbio virtuosa in termini di contagi ma soprattutto in relazione alla presenza di eccellenti strutture ospedaliere che ne fanno un riferimento nazionale. Inoltre lo stesso progetto viene proposto perché non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino che nei comparti citati ci sia  stata una proliferazione dei contagi”.

Ed ancora: “Nella sostanza si propone che venga applicato il principio della divisione a macchia di leopardo per permettere ai territori più virtuosi di iniziare a vivere normalmente e riattivare le imprese economiche perché in questo modo forse non avremo più il Covid ma neanche un tessuto economico che risulterà definitamente azzerato. Le previsioni danno il 40% delle aziende di ogni settore della filiera della ristorazione in chiusura da qui al 31 marzo e in relazione a ciò un aumento della disoccupazione del 60%”.

Questo il grido d'allarme: “Il sistema economico romagnolo sta collassando. I ristori destinati dal Governo non arrivano a coprire neanche gli essenziali fabbisogni di cui una piccola impresa ha necessita per sopravvivere. Ancora pochi mesi in questa situazione e non ci sarà più un sistema produttivo romagnolo perché il 50% delle attività (ristoranti, bar, palestre, pub ecc...) chiuderà definitivamente le saracinesche e migliaia dei lavoratori non avranno più un lavoro”. Il comitato chiede di applicare il 'modello Bolzano' che prevede la riapertura, seppur con limitazioni su giornate e orari, di negozi, bar e ristoranti, nonché il ritorno alla didattica in presenza anche nelle scuole superiori. Alla base di questa proposta, apolitica, apartitica e trasversale, c’è la necessità di far ripartire la Locomotiva dei consumi e della socialità che sta distruggendo anche il tessuto sociale”. Nell'incontro sono state consegnate simbolicamente le chiavi dei negozi e attività commerciali al presidente della provincia Gabriele Fratto.

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