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"Ricerca, prevenzione, cura e umanizzazione in Oncologia": gli studenti di Medicina di Forlì a lezione di lotta al cancro

L'incontro puntava a presentare ai laureandi le più moderne sfide relative a un percorso di cura multidisciplinare a 360° che tenga in massima considerazione ogni aspetto della vita della persona che lotta contro il cancro

Un centinaio di ragazzi in presenza, circa trecento collegati online: è stata tale l’attenzione intorno all’evento divulgativo dal titolo “Ricerca, prevenzione, cura e umanizzazione in Oncologia”, convegno tenutosi giovedì al Teaching Hub del Campus di Forlì e dedicato a tutti gli studenti dei primi tre anni della Facoltà di Medicina. Un incontro, organizzato grazie alla collaborazione tra Istituto Oncologico Romagnolo, Irst Irccs, Ausl Romagna, Comune di Forlì e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che puntava a presentare ai laureandi le più moderne sfide relative a un percorso di cura multidisciplinare a 360° che tenga in massima considerazione ogni aspetto della vita della persona che lotta contro il cancro.

Tale percorso parte appunto dai programmi di screening, fondamentali per arrivare a diagnosi sempre più precoci nell’ottica di scoprire le patologie quando sono ancora agli albori e, di conseguenza, quando presentano le migliori probabilità di risoluzione; passa per una buona ricerca, che trasformi i risultati più promettenti in nuove terapie da portare al letto del paziente nel più breve tempo possibile ma, al contempo, anche garantendone la sicurezza; attraversa la fase della rimozione chirurgica della patologia, cercando di offrire interventi sempre meno invasivi e demolitivi per salvaguardare la miglior qualità di vita possibile; e giunge, laddove ogni strategia si sia dimostrata infruttuosa ai fini della guarigione, in una gestione appropriata delle cure palliative che assicuri al malato dignità e sollievo fino alla fine.

Ogni aspetto di questa sfaccettata presa in carico, ciascuna fondamentale a suo modo, è stato sviscerato dai relatori del convegno, selezionati tra i professionisti più esperti e stimati della lotta contro il cancro in Romagna. La parte relativa alla prevenzione è stata presentata dal dott. Fabio Falcini, Direttore del Dipartimento Onco-Ematologico della Romagna, che ha colto l’occasione anche per mostrare il fondamentale lavoro da un punto di vista statistico ed epidemiologico del Registro Tumori. La dottoressa Oriana Nanni, Direttrice Biostatistiche e sperimentazione clinica dell’Irst, ha parlato delle varie fasi della ricerca fondamentali per garantire la sicurezza dei pazienti cui verranno somministrate le terapie; mentre il dott. Giovanni Luca Frassineti, direttore dell'Oncologia Medica del medesimo istituto intitolato alla memoria del professor Dino Amadori, ha approcciato la tematica dal punto di vista traslazionale, ovvero di come si arrivi dal laboratorio al letto del paziente.

La parte relativa alla chirurgia è stata affidata al professor Franco Stella, direttore della Chirurgia Toracica dell’Ausl Romagna; mentre per quel che riguarda l’umanizzazione delle terapie, specie quelle che riguardano il fine vita, è salito in cattedra il dott. Marco Maltoni, Direttore Unità Cure Palliative dell’Ausl Romagna. A coordinare i lavori la professoressa Irene Faenza, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie: presenti anche il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, che ha portato i saluti delle istituzioni, il segretario generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Andrea Severi, Maria Grazia Silvestrini in rappresentanza degli imprenditori privati sponsor della Facoltà di Medicina e il direttore generale dello Ior, Fabrizio Miserocchi, che ha offerto il punto di vista di come le organizzazioni no-profit possano operare in maniera virtuosa e di concerto con i professionisti del mondo sanitario in ogni fase della presa in carico del paziente.

"Il mondo del volontariato è ormai riconosciuto come una parte integrante fondamentale di questo percorso – ha spiegato – le persone che si prestano a titolo gratuito a dare una mano al fianco dei pazienti e degli operatori sanitari rappresentano un valore aggiunto incredibile dal punto di vista umano, essendo quasi sempre ex pazienti che hanno sperimentato sulla loro pelle determinate problematiche e che quindi sanno cosa significa vivere le varie fasi della malattia. Non solo: svolgono un’attività fondamentale anche al di fuori delle corsie, partecipando e a volte addirittura organizzando campagne di raccolta fondi utili a sostenere la ricerca scientifica o a supportare le esigenze di modernizzazione dei vari Reparti laddove il nostro Sistema Sanitario non abbia le risorse per far fronte a tali necessità. Infine, possono essere una voce di sensibilizzazione “politicamente” rilevante ai fini del miglioramento continuo dei percorsi di cura. Siamo lieti di poter presentare questo mondo ai medici del domani all’interno di un evento formativo di grande spessore, a cui hanno partecipato in maniera entusiastica tantissimi ragazzi: è fondamentale che essi comprendano sin da subito che, laddove scelgano la strada dell’oncologia, l’obiettivo finale della guarigione non può e non deve distrarre dall’ascolto delle necessità primarie dell’uomo o della donna che abbiamo di fronte. Curiamo persone, non malattie".

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Nella foto l'intervento del sindaco Zattini

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