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Cronaca

Inceneritore, gli ambientalisti: "A Forlì solo rifiuti di chi applica il metodo Alea. Hera non faccia profitto sull'umido"

“Chiediamo che il consiglio assuma una posizione univoca, non è impossibile su questo tema, per fare una pressione unica sulla Regione per l'inceneritore"

“Chiediamo che il consiglio assuma una posizione univoca, non è impossibile su questo tema, per fare una pressione unica sulla Regione per l'inceneritore. Non ci accontenteremo di una parità del nuovo accordo con quello precedente”, è quanto spiega Alberto Conti, coordinatore del Tavolo delle associazioni ambientaliste di Forlì (Taaf). Il tema è l'accordo del 2016 tra Comune ed Hera sull'inceneritore, che è stato disdettato dal Comune lo scorso 6 ottobre, per poter avviare un confronto a tutto campo in vista del rinnovo del 2021.

Gli ambientalisti dettano le loro condizioni per il rinnovo dell'accordo, spiegando di trovarsi d'accordo con l'assessore comunale all'Ambiente Giuseppe Petetta. Spiega quindi Conti: “Nel nuovo accordo ci deve essere la condizione che si possano servire dell'inceneritore di Forlì solo quei comuni che adottano un modello di raccolta dei rifiuti secondo il metodo Alea, riconosciuto unanimemente come il più efficiente. Chi vuole conferire il secco a Forlì, conferisca quindi il meno possibile. Non devono essere conferiti rifiuti provenienti da altri sistemi di raccolta, come per esempio il sistema a calotta, vale a dire il cassonetto con chiave personalizzata, che genera l'immissione di molto secco nelle frazioni differenziate per diminuire l'importo della bolletta e molti rifiuti intorno alla calotta”.

La seconda richiesta è poi lo spegnimento dell'inceneritore Hera “entro il 2025”, con c"diminuzioni progressive del 10% a partire da subito", mentre per quello ex Mengozzi, ora Ecoeridania, “purtroppo c'è ancora un obbligo essendo un inceneritore di rifiuti ospedalieri”. Inoltre viene richiesto di decurtare nel 2021 “le 15mila tonnellate annue aggiuntive concesse nel 2020 come previsione di aumento di rifiuti per il periodo Covid, che poi è stato smentito da tutti i dati”. Tali richieste sono state inviate all'amministrazione comunale, a tutti i consiglieri comunali e all'assessore regionale all'Ambiente Irene Priolo.

Il richiamo è direttamente alla salute dei forlivesi. A ribadire lo studio sulla presenza di metalli pesanti nelle unghie dei bambini, Nadine Finke di 'Parents for future' ricorda che nell'area dell'inceneritore c'è “una concentrazione molto più alta di metalli pesanti rispetto ai bambini del resto della città”. Mentre per Agnese Casadei di 'Forlì Friday for Future' “riguardo agli studi sulla diffusione dei virus nella popolazione vi è una solida letteratura scientifica che correla l’incidenza dei casi di infezione virale con le concentrazioni di particolato atmosferico (es. PM10 e PM2,5). È noto che il particolato atmosferico funziona da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. I virus si “attaccano” (con un processo di coagulazione) al particolato atmosferico”. Sempre Casadei: “ Il sindaco è la massima autorità sanitaria locale e ci appelliamo ad un suo intervento anche per la difesa della salute”.  

A indicare dei dati sull'inquinamento prodotto dall'inceneritore interviene Natale Belosi, referente della “Rete rifiuti zero dell'Emilia-Romagna”: “Uno studio dell'università sull'impianto di Modena, gemello di quello di Forlì, indica un emissione di anidride carbonica di 678 grammi per kilowattora prodotto da fonte fossile come la plastica, su un totale di circa 1.500 grammi di Co2 prodotta per lo stesso kilowattora”. Per cui andrebbe sottratta quella frazione che è essenzialmente un 25% di plastica e, per Belosi, “in buona parte riciclabile”. Inoltre, sempre per Belosi, “gli inceneritori hanno un rendimento netto del 20% rispetto alla centrali termoelettriche del 45-50%, mentre emettono due volte e mezzo l'anidride carbonica del mix energetico nazionale”. Aggiunge Nadine Finke: “Nel Patto per il clima e il lavoro in discussione in Regione, che mira a portare l'Emilia-Romagna al 100% di energia rinnovabile entro il 2035, gli inceneritori proprio non possono passare come energia rinnovabile”. Conti sposta l'attenzione anche sulla produzione di diossine, per le quale “l'Unione Europea ha abbassato la soglia di assunzione tollerabile da 2 picogrammi per kg al giorno, a 2 picogrammi per kg alla settimana”.

Umido più costoso per Alea

Altri i temi sollevati all'opinione pubblica, come per esempio il fatto che, secondo gli ambientalisti del Taaf, “Alea è costretta a mandare l'umido che raccoglie negli impianti di Hera, che lo fa pagare ad Alesa un prezzo del 15-20% in più dei comuni serviti da Hera, pur avendo l'umido di Alea un'impurità sotto il 3%, mentre quello che viene dalla raccolta stradale ha il 6-12% di impurità. Alea paga circa 103 euro a tonnellata di umido, contro gli 85 euro del bacino di Cesena”. Attacca Belosi: “Perché figli e figliastri? Più impurità ci sono più costa il trattamento e qui ce ne sono meno, chiediamo al Comune di farsi carico della richiesta presso la Regione e che venga stabilito, tramite una gara unica a livello regionale, un prezzo in base all'impurità dell'umido conferito”. Sempre per Belosi la differenza di tariffe sull'umido è “puro profitto di Hera”.

Gestione delle discariche in disuso

Altro nodo affrontato dagli ambientalisti è il costo per la cosiddetta gestione post-mortem delle discariche in disuso a livello provinciale, che sono tre nel Forlivese e tre nel Cesenate, e con i costi totali di 850mila euro. Lo scorso mese di luglio la Regione ha stabilito che “questa cifra sia ripartita al 91% per il bacino forlivese e il 9% per quello cesenate”, aggiunge Belosi. “Tenuto conto che sono state discariche usate indistintamente da tutti i Comuni della provincia in passato, perché questa differenza di costi? Ci devono spiegare inoltre perché la Busca, a Cesena, ha dieci volte costi post-mortem più bassi di Civitella”. Ed ancora: “Dove sono i soldi che per legge vanno accantonati per la gestione post mortem di una discarica?”.

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