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Cronaca

A 32 anni della scomparsa, il ricordo di Chet Baker sul palco di Forlì

Michele Minisci, fondatore del Naima, racconta sui social lo storico incontro con il mito del jazz in occasione del suo concerto nel club forlivese

Mercoledì 13 maggio, nella ricorrenza del 32° anniversario della morte di Chet Baker, uno dei più grandi trombettisti della storia del jazz, sulla pagina Facebook di Michele Minisci alle 15 va in scena un grande omaggio. Il racconto tra Minisci, fondatore del Naima club, e il mito: "l'orgoglio di far suonare il grande musicista nel nostro club, il Naima di Forlì, l'ansia che mi attanagliava lo stomaco quando sono andato a prenderlo in albergo e non l'avevo trovato e quindi la paura di non trovarlo per portarlo al club in tempo per il concerto, l'emozione a sentirlo cantare 4-5 canzoni invece delle solite 3 di ogni suo concerto".

La sera del 1° marzo 1984 Chet Baker concesse molto spazio ai suoi compagni, Michel Grailler al piano, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Nicola Stilo al flauto. "Mi sembrava di sentirlo suonare come se avesse ancora accanto Gerry Mulligan o Stan Getz, - racconta Minisci - e di rivederlo sui palchi di tutto il mondo, osannato come il miglior rappresentante di quella lost generation che aveva tracciato negli anni Cinquanta un nuovo corso musicale nella storia del jazz, il suggestivo cool jazz".

"Chet suonò per tutto il tempo seduto su una sedia, con le gambe a cavalcioni, con quegli stivaloni da cow boy che ogni tanto riflettevano un luccichio strano dalle borchie argentate incollate sui lati, e quella sera cantò più del solito, cinque brani invece delle solite tre canzoni di ogni suo concerto, con una memorabile My funny Valentine e una indimenticabile Forgetful, con qualche incursione della sua tromba, il pianoforte e il contrabbasso, verso la fine, forse per farsi perdonare la paura e la sofferenza che mi aveva inflitto.

La sua voce sottile, delicata, sofferta, a volte infantile, mi è rimasta dentro il cuore per molto tempo, così come mi sono rimaste impresse nella memoria le rughe del suo viso, profonde e antiche, che parevano solcate da fiumi impetuosi di dolore ma che allo stesso tempo sembravano rifugi, anse, porti in cui la sua anima poteva trovare pace e tranquillità". Mercoledì ci saranno inoltre anche gli interventi musicali di Fabrizio Bosso, Flavio Boltro e un toccante ricordo di Paolo Fresu.

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