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Cronaca

Con una colletta per l'Ail, gli amici della Fluidifikas ricordano 'Rambo', morto dieci anni fa

E' morto dieci anni fa, ma ogni anno gli amici ne tengono viva la memoria con un'iniziativa di ricordo. Quest'anno, a causa del Covid e quindi nell'impossibilità di vedersi fisicamente, è stata promossa una raccolta di fondi

E' morto dieci anni fa, ma ogni anno gli amici ne tengono viva la memoria con un'iniziativa di ricordo. Quest'anno, a causa del Covid e quindi nell'impossibilità di vedersi fisicamente, è stata promossa una raccolta di fondi. Matteo Rambelli, spentosi a 37 anni nel 2010 per un aneurisma cerebrale, era un ragazzo conosciutissimo nell'ambito della pallacanestro minore forlivese e romagnola, persona solare e amata da chiunque l'abbia conosciuto. Gran lavoratore e meraviglioso padre di famiglia,  dopo molti anni spesi tra promozione e serie D, è stato una colonna dell'ASD Fluidifikas, squadra goliardica e molto nota delle minori forlivesi.

Negli anni i 'Fluidifikas' rimasti indissolubilmente legati al ricordo di Matteo e si ritrovano ogni anno nel giorno del compleanno e dell'anniversario per mangiare tutti insieme con le proprie famiglie nel ristorante che accoglieva la squadra arancio-nera dopo ogni partita. Spiega Francesco Nanni, a nome degli amici: “Purtroppo causa pandemia non ci è stato più possibile organizzare il solito ritrovo così abbiamo deciso di pianificare una raccolta fondi in nome di Matteo, fondi che saranno devoluti a favore di AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie); malattia che in questi anni ha portato via un altro caro amico (Matteo Margheritini), iniziativa che siamo sicuri "Rambo" approverebbe con il sorriso”.

Questo il ricordo degli amici per Matteo Rambelli: “Si potrebbe dire che sembra ieri, ma non lo è. In dieci anni cambiano un un infinità di cose. Ci siamo tutti imbiancati e imbolsiti ma, e non è una frase fatta, lo abbiamo fatto portandolo sempre nel muscolo cardiaco e nella testa. Perché senza fronzoli ci ha lasciato un quantitativo enorme di ricordi e l'incredibile è che sono quasi tutti legati al suo sorriso, alla sicurezza che infondeva in ognuno di noi sia in campo che fuori, dalle semplici mangiate del post partita fino alle innumerevoli iniziative (chiamiamole così) rivedibili che mettevamo in atto. Iniziative in cui, sin da subito, si è ritrovato come un pesce nel suo stagno. Era nel nostro spogliatoio la quadratura del cerchio, il famoso soldo che ci faceva fare la lira. E questi sono tesori che raramente si trovano in una vita intera. E noi siamo felici e  soprattutto grati di averlo avuto come amico, averlo conosciuto come uomo e aver fatto con lui un pezzo del cammino. 
Manca oggi? Certo, ma manca immensamente da dieci anni come il primo giorno e questo capita solo con le persone splendenti, quelle che impreziosiscono e illuminano. Quelle che poi, in un modo o nell'altro non lasci mai. Che non ti lasciano mai. Questo per dirti caro "Marcio" che i tuoi fratelli figli di altra madre non ti hanno scordato e mai lo faranno. Dai due tiri, fatti la doccia, prenota il tavolo, accendi la musica e attacca i fusti alla spina. Arriveremo tutti alla spicciolata e ci riabbracceremo”.

Qui la raccolta fondi intitolata a Matteo Rambelli

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