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Cronaca Meldola / Via San Domenico, 2

Le ultime parole alla moglie prima di spararsi: "Elisa questa mattina non va"

Sul posto gli uomini dell'Arma sono arrivati insieme al personale del 118 con due ambulanze e l'auto col medico a bordo (in seguito è giunta anche l'elimedica decollata da Ravenna)

Il pulmino che l'avrebbe dovuta accompagnare, come ogni mattina, all'istituzione Davide Drudi" di Meldola era arrivato sotto casa. Ma Elisa Giacchini, 44 anni e con problemi di disabilità fin dalla nascita, non è salita a bordo. Pochi istanti prima il padre, Francesco, 73 anni, pensionato, l'ha portata in garage, uccidendola con un colpo di pistola alla testa. L'uomo, poi, davanti agli occhi della moglie Severina, si è seduto su una sedia e si sparato in bocca, rimanendo gravemente ferito. Questa, in sintesi, la drammatica ricostruzione del sanguinoso episodio, dettato dalla disperazione di un genitore, avvenuto giovedì mattina tra le mure di un'abitazione in via San Domenico, a Meldola.

LA NOTIZIA: UCCIDE LA FIGLIA DISABILE, POI TENTA IL SUICIDIO
LA RICOSTRUZIONE: LE ULTIME PAROLE DELL'UOMO ALLA MOGLIE
IL VIDEO: L'ARRIVO DEI SOCCORSI
IL VIDEO: I RILIEVI INVESTIGATIVI

I fatti

Tutte le mattine Elisa veniva accompagnata con un pulmino all'ex seminario di Meldola per le attività quotidiane. La madre, affanciandosi alla finestra, ha notato la presenza del mezzo, ma non della figlia. Quindi è scesa al piano inferiore, incontrando il marito. "Elisa questa mattina non va da nessuna parte", le avrebbe detto. L'uomo si è seduto su una sedia, ha puntato la pistola che deteneva regolarmente a casa contro di se, ed ha fatto fuoco.

Omicidio a Meldola: padre uccide la figlia e si spara

Poco più in la l'anziana ha scorto il corpo senza vita della figlia. Uccisa con la stessa arma con la quale ha tentato di togliersi la vita, una una revolver calibro 38 "Smith Wesson". Lo ha fatto in un momento in cui nessuno poteva vedere. Le urla hanno richiamato le attenzioni dei vicini di casa e degli operatori del pulmino, che hanno immediatamente allertato il 112. Erano circa le 7.50. Sul posto gli uomini dell'Arma sono arrivati insieme al personale del 118 con due ambulanze e l'auto col medico a bordo (in seguito è giunta anche l'elimedica decollata da Ravenna). Era in un garage dell'abitazione al civico 2 di via San Domenico la scena della tragedia.

I soccorsi

I sanitari hanno tentato di rianimare la 44enne per mezz'ora prima di dichiararla morta sul posto. L'uomo è stato stabilizzato e trasportato con l'elimedica al Trauma Center dell'ospedale "Maurizio Bufalini" di Cesena. I medici si sono riservati la prognosi: lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione. E' accusato di omicidio volontario, ma non è piantonato.

Le indagini e i rilievi

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Federica Messina, sono seguite dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Meldola, intervenuti sul posto col comandante di Compagnia Filippo Cini e col luogotenente Gino Lifrieri, insieme al comandante provinciale dell'Arma di Forlì-Cesena, Luca Politi. I Carabinieri del Reparto Operativo hanno proceduto ai rilievi di legge sulla scena del crimine. Non è stata trovata nessuna lettera a firma del pensionato. Bensì una scritta su un'agenda, "Il resto è nel baule": nel cofano dell'auto è stata recuperata una busta di plastica contenente una scatola con i proiettili e la fondina. Ad affiancare il magistrato anche il medico legale, che ha proceduto ad una prima ispezione cadaverica. La salma è stata trasferita all'obitorio. Verosimilmente la magistratura disporrà l'autopsia.

Il movente

Il contesto sarebbe quello di un gesto di un padre disperato. La famiglia, secondo quanto appurato dai militari sulla base delle prime testimonianze, era molto legata alla figlia. Era unita e tranquilla ed era seguita dai servizi sociali. Nessuna problematica di natura economica nel seguirla, anche se sono in corso gli approfondimenti del caso. Piuttosto la consapevolezza, e da qui il forte dolore, di un padre che non poteva più dare alla figlia quelle attenzioni che le sono state sempre date in passato, complice un'età non più verde.

Una tragedia familiare senza avvisaglie, anche se, chi lo conosceva, avrebbe riferito agli investigatori di aver visto un uomo nell'ultimo periodo sofferente, a volte in lacrime. Nelle prossime sarà ascoltata la signora Severina per ricostruire gli attimi che hanno preceduto la sciagura. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile stanno ricostruendo infatti gli ultimi tasselli di un puzzle di un omicidio dettato da un affetto tramutato in dolore.

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