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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

"Sanzione disciplinare per aiuto cuoca ricoverata in ospedale per Covid": il caso finisce in tribunale

A rendere pubblico il caso è Filippo Lo Giudice, segretario territoriale Ugl Romagna

"Ricoverata in ospedale in gravissime condizioni perché aveva contratto il Covid, s'è vista recapitare una lettera di contestazione disciplinare dal suo titolare e una volta richiesto il ritorno sul posto di lavoro s'è imbattuta in un muro di gomma, nel silenzio dell'azienda, nell'impossibilità dunque di svolgere le sue mansioni. Per questo ci troviamo costretti a ricorrere alle vie legali per ripristinare i diritti negati alla lavoratrice iscritta al nostro sindacato". A rendere pubblico il caso è Filippo Lo Giudice, segretario territoriale Ugl Romagna.

"La storia - spiega Lo Giudice - è quella di un'aiuto-cuoca, di origine straniera, impiegata in un locale pubblico del Forlivese che, nel corso delle ferie estive che stava maturando nel suo Paese d'origine, ha contratto il Covid ed è stata ricoverata in gravissime condizioni in ospedale. La donna ha comunicato al titolare il suo stato di salute e la sua impossibilità a tornare in Italia nei tempi previsti. Poi, ad avvenuta guarigione s'è imbattuta negli scioperi del personale di volo, trovandosi costretta a ritardare di quattro giorni l'arrivo a Forlì. L'azienda ha inviato alla lavoratrice una lettera-raccomandata di contestazione disciplinare per assenza ingiustificata dal lavoro. E ne è nato un confronto con il sindacato".

"Siamo subito intervenuti a tutela della lavoratrice ed abbiamo chiesto e ottenuto un incontro - che s'è svolto il 23 settembre scorso - con il titolare del locale l'azienda - prosegue Lo Giudice -. Nell'occasione abbiamo prodotto tutta la documentazione medico-ospedaliera e spiegato nel dettaglio le cause degli impedimenti oggettivi. Nonostante questo, l'azienda ha deciso di infliggere alla lavoratrice - che ricordiamo: essere madre di famiglia e titolare di un contratto che scade in aprile 2023 - una sospensione cautelativa. Sono decorsi i termini della sanzione disciplinare e a tutt'oggi non è stato comunicato nulla alla nostra iscritta".

Prosegue il sindacalista: "Il contratto del settore pubblici esercizi prevede la notifica di una decisione aziendale dopo 10 giorni, dunque siamo fuori tempo massimo e si sta sostanziando una gravissima discriminazione verso la lavoratrice. Abbiamo già affidato al legale la pratica per tutelare la lavoratrice. Il 3 novembre scorso è stata inviata una lettera al titolare del locale dove si chiedeva il reintegro con il recupero della retribuzione non corrisposta, ma ancora una volta il titolare dell'azienda non ha ancora risposto. Dunque, non ci resta altro da fare che procedere per vie legali e chiamare in causa innanzi all'autorità giudiziaria il titolare del locale".

“Lo spirito sindacale dell' Ugl è sempre quello di non permettere che i diritti primari dei lavoratori vengano calpestati unilateralmente - conclude il segretario territoriale dell'Ugl Romagna -. E spiace doverlo rimarcare in questo caso ancora più discriminante: parliamo di un malato, ricoverato in gravissime condizioni e a rischio della vita, che ha tutto il diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro".    

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