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Cronaca

Hera pubblica o privata? Bellini: "Sbagliato cedere le quote della società, servizi a rischio"

L'assessore all'Ambiente del Comune di Forlì Alberto Bellini, torna sul tema: "Oggi la discussione pubblica è limitata alla opportunità di ridurre la quota di proprietà pubblica dell'azienda pur mantenendo il controllo societario. A mio parere, la priorità rimane la scelta degli indirizzi del piano industriale"

“A fine 2014, avevamo chiesto ai principali soci pubblici di Hera di inserire all'interno del patto di sindacato alcuni indirizzi per il piano industriale, indirizzi dettati dalla convinzione che i servizi ambientali sono beni comuni per le nostre comunità e che la qualità e tutela dell'ambiente sono prioritari rispetto al profitto. La realizzazione di questi indirizzi, giustificherebbe la scelta di una maggioranza pubblica dell'azienda, viceversa, è preferibile una gestione di natura privatistica”. L'assessore all'Ambiente del Comune di Forlì Alberto Bellini, torna sul tema.

“Oggi la discussione pubblica è limitata alla opportunità di ridurre la quota di proprietà pubblica dell'azienda pur mantenendo il controllo societario. A mio parere, la priorità rimane la scelta degli indirizzi del piano industriale, e ritengo inopportuno cedere quote della società.  - afferma Bellini -. Ridurre al 38% la quota di proprietà pubblica significa lasciare gran parte degli utili al mercato, e quindi aumentare la tensione tra interesse pubblico e profitto. Era stato proposto un modello di azionariato popolare per limitare questa tensione, poiché esso riduce la distanza tra i diversi interessi”.

“Non vorrei essere un cattivo profeta, prevedendo che tra pochi anni i servizi con minore marginalità, ad esempio la raccolta rifiuti o lo spiazzamento nei territori con bassa densità di abitanti, saranno ridotti, in analogia a quanto avviene oggi per i servizi di telecomunicazione che non sono più gestiti in forma pubblica. A mio parere, per i servizi ambientali la proprietà deve essere pubblica e solo la gestione può essere realizzata in forma privatistica. Questo richiede una modifica della struttura delle società multi-servizi, lasciando a società interamente pubbliche la proprietà e la pianificazione di reti, impianti e i servizi verso i cittadini (eg la raccolta dei rifiuti), e alle società multi-servizi la loro gestione.  Il percorso ora proposto, analizza solo gli aspetti finanziari dell'operazione e non fornisce adeguate garanzie alla gestione dei beni comuni ambientali”, conclude l'assessore.

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