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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti, già 91 multe. Arriva il giro di vite: controlli dentro i sacchi abbandonati e su chi non ha ritirato i bidoni

L'avvio di Alea, per certi versi molto veloce e traumatico, ha comportato un cambio di abitudini, il cui “sottoprodotto” è stato, per gli incivili, un aumento esponenziale degli abbandoni

La lotta all'abbandono di rifiuti sta producendo multe e risultati, ma è un problema ancora lontano dall'essere risolto. Se prima la situazione era più generalizzata e riguardava le aree dove una volta si trovano i cassonetti stradali o dove permangono le campane del vetro o i contenitori della raccolta degli indumenti, ora il problema è concentrato nei fossi a bordo strada nel forese  e nei cestini stradali, alle fermate dei bus o nei parchi, che dovrebbero essere utilizzati solo per uno scarto di piccole dimensioni e occasionale e non sicuramente come un surrogato dal vecchio cassonetto.

L'avvio di Alea, per certi versi molto veloce e traumatico, ha comportato un cambio di abitudini, il cui “sottoprodotto” è stato, per gli incivili, un aumento esponenziale degli abbandoni di rifiuti fuori dal sistema di raccolta regolare, come abbiamo visto tutti negli ultimi mesi. Ma la situazione va ora normalizzandosi. “Siamo passati da 9,5 chili per abitante di inizio raccolta domiciliare, a circa 3 chili attuali – spiega Paolo Di Giovanni, direttore di Alea -. Un livello fisiologico è 1,5-2 chili, non siamo lontani dal raggiungerlo.

Anche perché un giro di vite c'è già stato e altri ne arriveranno. “E' stato consolidato un servizio che prima veniva fatto solo occasionalmente, mentre ora è stabile e permanente, con personale altamente professionalizzato che agisce in gran parte in borghese e nuove strumentazioni elettroniche come le fototrappole”, spiega il vicecomandante della Polizia Locale Andrea Gualtieri. La multa prevista è di 200 euro. Dall'inizio dell'anno , la Polizia Locale ha così svolto 413 accertamenti, arrivando a 91 violazioni individuate e sanzionate. Gran parte dell'attività è avvenuta con le fototrappole, telecamere che registrano in continuo 24 ore su 24, puntate nei punti più sensibili dell'abbandono e che permettono di immortalare le irregolarità, che poi – tramite un lavoro investigativo – vengono attribuite ad un responsabile. 

I dati della raccolta differenziata: raggiunto l'83%

Ma non è l'unica attività in corso. “Ci arrivano molte segnalazioni di cittadini per rifiuti abbandonati in fossi stradali, dietro arbusti, nelle aree del forese”, sempre Gualtieri. Su questi abbandoni i vigili urbani assieme a personale di Alea fanno dei controlli approfonditi, a campione, rovistando tra gli scarti per individuare a chi possono appartenere. Sono stati fatti 9 accertamenti di questo tipo, con l'ausilio di un operatore Alea e l'attività investigativa a monte è in corso. Insomma, il concetto è che gli abbandoni vengono perseguiti e quando possibile repressi. Il messaggio viene mandato così anche alle amministrazioni comunali confinanti, come quelle di Faenza, Ravenna e Cesena, che a più riprese hanno lamentato un “pendolarismo dei rifiuti” fuori territorio, che spesso genera poi degrado e abbandoni anche nei rispettivi territori.

Un altro controllo che è in corso è sulle banche dati. Ci sono infatti soggetti che, pur avendo un'utenza intestata, non hanno mai ritirato i bidoni della differenziata. In questo caso la Polizia Locale ha tenuto sott'occhio circa 20-30 persone, trovando anche in questo caso sia disallineamenti rispetto alle banche-dati, ma anche irregolarità. In questo caso la multa può arrivare a 500 euro, calcolando anche in via presunta un rifiuto che è stato prodotto e mai conferito regolarmente. “Con l'aumento del personale amministrativo riorganizzeremo una precisa banca dati di chi non ha a disposizione i bidoni – spiega il direttore di Alea Di Giovanni – per poter avviare ulteriori accertamenti”. Un altro step sarà l' “affidamento di un incarico ad una società specializzata per incrociare dati e individuare le cosiddette utenze fantasma, soggetti in questo caso che non risultano avere neanche un contratto Tari”. Si tratta, in sostanza, degli “evasori totali” della tassa sui rifiuti: si va dagli affitti in nero a domicili di fatto non denunciati. Tra questi si annida – è la convinzione – la maggior parte di coloro che attualmente disseminano i fossi o i cestini stradali di sacchi di immondizia. Anche per loro, presto, la vita si dovrebbe fare più dura.

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