rotate-mobile
Cronaca

Rifiuti da fuori Regione agli inceneritori: riparte la battaglia dei Comuni contro lo "Sblocca Italia"

Sono tanti i Comuni dell'Emilia-Romagna ad avere firmato, insieme alle Province di Rimini, Ravenna e Bologna, una lettera aperta a Governo, per dire no a flussi extra-regionali per inceneritori

Sono tanti i Comuni dell'Emilia-Romagna ad avere firmato, insieme alle Province di Rimini, Ravenna e Bologna, una lettera  aperta a Governo, per dire no a flussi extra-regionali per inceneritori e sì a riduzione rifiuti, raccolta differenziata di qualità e recupero rifiuti negli impianti della Regione. L'assessore comunale di Forlì all'Ambiente, Alberto Bellini, aveva annunciato a Forlitoday che, qualora le indiscrezioni sul piano nazionale degli inceneritori fossero state confermate, sarebbe ricominciata la battaglia.

La richiesta  inviata a Roma porta l'adesione dei  Comuni di  Forlì, Cesena, Ravenna, Ferrara, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Piacenza, Modena, Bologna, Coriano (RN), Misano Adriatico (RN), Castelfranco Emilia (MO), Fidenza (PR), Sasso Marconi (BO), Soliera (MO). Hanno aderito molti altri Comuni, sono riportati in elenco i Comuni capoluogo, i Comuni sede di impianti di incenerimento, i Comuni i cui amministratori sono rappresentanti di Atersir e le Province.

“L’armonizzazione tra sviluppo economico e politiche ambientali rappresenta oggi la principale opportunità di crescita economica e di occupazione. La gestione, regolazione e programmazione dei rifiuti è un tema centrale, all’interno delle politiche ambientali, perché incide direttamente sulla vita quotidiana di ciascuno di noi. In particolare, il perimetro delle aree di gestione dei rifiuti è oggetto delle discussioni più rilevanti, ma 'invisibili' riguardo al tema. In Emilia-Romagna è in corso una radicale trasformazione dal modello dell’auto-sufficienza provinciale al modello regionale. Il modello dell’auto-sufficienza provinciale ha creato una ampia dotazione impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti, sia attraverso discariche che inceneritori, molti dei quali sono stati realizzati o aggiornati negli ultimi 8 anni, a causa dei vincoli provinciali, che hanno impedito di realizzare economie di scala e razionalizzazione degli impianti. Gli impianti sono stati programmati e realizzati dalle comunità locali, attraverso scelte di forte impatto sociale ed economico, poiché gli investimenti sono stati finanziati attraverso le tariffe e le società dei servizi, che sono in larga parte di proprietà degli enti, o con capitale a maggioranza pubblica”, si legge nel testo della lettera.


“In questo quadro,  - scrivono i Comuni - la proposta del governo di programmare flussi di rifiuti sovra-regionali appare improponibile, se non è limitata a situazioni di emergenza o a fasi transitorie che precedano la realizzazione di nuovi e innovativi sistemi di recupero e smaltimento. I flussi sovra-regionali trovano molti ostacoli, non per protezionismo o mancanza di solidarietà nazionale, ma perché romperebbero il delicato equilibrio tra responsabilità e premialità, che sostiene i risultati e i comportamenti dei cittadini. Inoltre l'articolo 35 non appare coerente con gli obiettivi del decreto legge "Sblocca Italia": semplificazione burocratica e la ripresa delle attività produttive, poiché promuove l’aumento della capacità degli impianti di incenerimento, un’azione in contrasto con gli obiettivi ambientali, ma soprattutto con quelli economici. Gli impianti di incerimento sono sistemi rigidi che richiedono una portata fissa di rifiuti, caratteristiche in contraddizione con gli adempimenti delle direttive comunitari e delle norme nazionali in materia. È necessario, invece, stabilire adeguate modalità di transizione, che garantiscano il ritorno dell'investimento per gli impianti di incenerimento già realizzati. A livello europeo vi è un evidente sovra-dimensionamento degli impianti, fenomeno accentuato dalla riduzione di rifiuti, e dagli effetti del disaccoppiamento tra produzione e uso di risorse naturali. Gli effetti economici sono la riduzione dei costi di smaltimento, e una elevata competizione per "l'approvvigionamento" di rifiuti. Infatti, i rifiuti sono un combustibile indispensabile per gli impianti di incenerimento utilizzati nel Nord Europa per il teleriscaldamento e la produzione di energia”.

“In questo quadro, chiediamo al Governo e ai Parlamentari di rimuovere l'articolo 35 dal decreto legge “Sblocca Italia” ed elaborare una legge per l’uso razionale delle risorse, che contenga i seguenti punti: analisi strategica di un sistema integrato di smaltimento rifiuti a scala europea; pianificazione degli impianti di smaltimento italiani, prevedendo dismissioni e sostituzioni con impianti di recupero, sostenuti da incentivi diretti e indiretti; incentivi economici e fiscali per i territori con i migliori risultati in termini di riduzione frazione residua, e raccolta differenziata della frazione organica; riordino del sistema Conai, ponendo in capo al Governo la definizione dei contributi ambientali Conai(Cac), il cui valore dovrà essere inversamente proporzionale alla riciclabilità degli imballaggi immessi a consumo, in accordo alle più recenti certificazioni europee in materia. - chierisce la missiva - Chiediamo alla Regione di impugnare il testo approvato dal Governo nelle sedi opportune, sollevando eccezioni di competenza, e di incompatibilità tra i commi 2 e 4 e i vincoli posti dal Piano Aria Integrato della Regione Emilia-Romagna”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rifiuti da fuori Regione agli inceneritori: riparte la battaglia dei Comuni contro lo "Sblocca Italia"

ForlìToday è in caricamento