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Cronaca

Rifiuti, medici e ambientalisti replicano ad Hera: "Bassa percentuale di differenziata"

L'ultima nota di Hera sulla raccolta differenziata dei rifiuti "conferma quanto da sempre sostenuto dal Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi", si legge in una nota firmata dal coordinatore Alberto Conti e da Ruggero Ridolfi, coordinatore Medici per l'ambiente Forlì-Cesena

L'ultima nota di Hera sulla raccolta differenziata dei rifiuti “conferma quanto da sempre sostenuto dal Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi – si legge in una nota firmata dal coordinatore Alberto Conti e da Ruggero Ridolfi, coordinatore Medici per l'ambiente Forlì-Cesena -. Nonostante 'l'impegno' di Hera, la percentuale di raccolta è pari solo al 50%, contro il 70%-80% di quella porta a porta, ovviamente laddove è stata organizzata in modo completo (su tutto il territorio e non solo su una sua parte e comprensiva della tariffa puntuale, secondo la quale si paga in proporzione della parte indifferenziata conferita; entrambe le condizioni non sono state ancora applicate nel territorio forlivese)”.

“Nel computo della raccolta differenziata Hera sfrutta poi la illegittima normativa regionale (contrastante con quella europea) che inserisce indebitamente nella raccolta i rifiuti assimilati conferiti a terzi e non ad Hera (15% del totale come essa dice). Passando alle emissioni dell’inceneritore, la nota non dissipa affatto le preoccupazioni sollevate dalle Associazioni ambientaliste, in particolare quelle relative alle diossine ed ai PCB. La nota infatti, oltre a non rispondere nel merito alla specifica richiesta di conoscere gli esiti della sperimentazione per il campionamento in continuo delle diossine, suscita ulteriori perplessità in quanto sembra mescolare tra loro i dati derivanti dai “sistemi di misurazione in continuo”, che forniscono la misura delle polveri come degli ossidi di azoto o altri macroinquinanti, con il campionamento in continuo delle diossine, iniziato in via sperimentale solo a partire dalla fine del 2012. Il lettore “ignaro” potrebbe pensare che le diossine vengano monitorate momento per momento e che ciò avvenga  dal 2009, “da quando è entrato a regime il nuovo impianto”, ma sappiamo che non è vero – continuano Conti e Ridolfi- Premesso che la normativa vigente prevede un campionamento, della durata di otto ore, da attuare alcune 3-4 volte all’anno (norma che, purtroppo, non fornisce assolutamente alcuna rassicurazione), il campionamento in continuo è in realtà un prelievo che viene effettuato per decine di giorni, fornendo indicazioni sulla concentrazione media delle diossine nell’intero periodo. E’ bene sapere anche che le misure che si ottengono con i due metodi di campionamento (quello discontinuo previsto dalla normativa e quello continuo attuato in via sperimentale) non sono di per sé confrontabili: ecco perché la nota di Hera ci appare ambigua”.

“La contaminazione da diossine/furani e PCB- dioxin like emersa nel corso dell’ampia indagine condotta sulle matrici animali ha interessato oltre il 50% degli alimenti indagati e nella sua relazione finale il Tavolo sulle diossine l’ha definita, come “diffusa e non trascurabile”. Gli inceneritori sono fuor di ogni dubbio delle fonti di emissione di tali inquinanti ed un loro contributo alla contaminazione complessiva non può essere negato. La Commissione del Tavolo Interistituzionale ha ritenuto gli inceneritori fonte innegabile di contaminazione da diossine/furani/PCB. Vogliamo qui ricordare  - prosegue la nota - che nel 2013 i policlorobifenili (PCB) nel loro complesso sono stati riconosciuti come “cancerogeni certi per l’uomo” (classe 1 IARC) e che devono essere monitorati i PCB totali nelle emissioni e non solamente i PCB-dioxin like, come sporadicamente è stato fatto per l’inceneritore di Forlì. Sappiamo che per i PCB non esiste ancora alcun riferimento normativo per le loro emissioni dagli inceneritori e risulta, quindi, priva di qualsiasi fondamento l’affermazione di Hera che le concentrazioni nelle emissioni di Forlì siano “circa mille volte più basse dei limiti di legge”. In definitiva restiamo fortemente contrari alla pratica di incenerimento dei rifiuti, poiché  genera una quantità enorme di sostanze tossiche e cancerogene che finiscono, comunque, nell’ambiente. Ribadiamo, contestualmente, il nostro apprezzamento all’amministrazione comunale di Forlì che distaccandosi da Hera  e dalla sua, pur lecita, ricerca del guadagno, potrà perseguire una gestione dei rifiuti più consona alla tutela della salute dei cittadini e della qualità dell’ambiente del nostro territorio”.

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