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Cronaca

Colpevoli di non produrre rifiuto secco? Regola modificata senza avvisi, ora è possibile la sanzione

Colpevoli di non produrre abbastanza rifiuto indifferenziato? Se, infatti, non si espone il bidone del secco nei quantitativi minimi possono scattare anche delle penalizzazioni in bolletta

Colpevoli di non produrre abbastanza rifiuto indifferenziato? Se, infatti, non si espone il bidone del secco nei quantitativi minimi - partendo dal presupposto che una quota minima di indifferenziato una famiglia comunque la produce - possono scattare anche delle penalizzazioni in bolletta, in sostanza delle multe, in quanto si presume che tale frazione secca venga allora smaltita in modo abusivo, per esempio nel bidone di qualcun altro, oppure portando i rifiuti nei cassonetti fuori dal proprio comune (il turismo dei rifiuti), oppure ancora peggio abbandonandoli per strada o come spesso accade nei bidoni gettacarte dei giardini pubblici.

Ritorna la “presunzione di colpevolezza”

Tale principio di “presunzione di colpevolezza” - dove sta al cittadino dimostrare di essere in regola e non uno smaltitore abusivo - era stato ampiamente dibattuto nei primi mesi di avvio di Alea. Alla fine la norma che prevedeva questa sorta di “inversione della prova” non era passata nel regolamento approvato nel marzo 2019, proprio sulla scorta delle polemiche che poi sono le stesse che sono tornate oggi. Tuttavia la modifica è stata inserita un po' alla chetichella con una delibera del 15 aprile 2020 approvata dai Comuni soci, dove accanto a piccoli aggiustamenti tecnici del regolamento, è tornato nella stesura originaria l'articolo 37 del 'Regolamento della tariffa rifiuti corrispettiva', che equipara sporcaccioni e virtuosi. Anche questi ultimi sono quindi sanzionabili con una penalizzazione in bolletta pari al doppio degli svuotamenti minimi (quindi per una famiglia di 3 persone, la penalizzazione è di circa 120 euro).

I conferimenti minimi si pagano lo stesso, perchè non farli?

Intanto sta facendo imbufalire migliaia di persone la lettera che è stata recapitata in questi giorni a 12mila utenze del territorio forlivese in cui si prospetta il rischio della multa ed è tutta imperniata appunto sulla “presunzione di colpevolezza”, una novità che non era mai stato comunicata ai cittadini. Però in premessa è necessaria una precisazione: gli svuotamenti minimi del secco sono conteggiati nella bolletta come un sostanziale costo fisso, anche se la dicitura esatta non ne facilita la comprensione, in quanto l'articolo 18 del Regolamento la definisce 'Parte variabile' suggerendo quindi che è un costo che diminuisce al diminuire del rifiuto secco prodotto. Ma non è così: essendo gli svuotamenti minimi un costo obbligatorio, tale costo è sostanzialmente fisso, per cui si paga anche se non se ne fruisce. Per questo non c'è motivo di non esporre un numero minimo di volte il bidone del secco (il numero dei componenti della famiglia +1), perché tali ritiri sono comunque pagati in tariffa e tali esposizioni stanno a indicare più che altro l'esistenza di una utenza attiva.

William Sanzani, presidente del coordinamento dei Comuni soci di Alea, fa valere le questioni pragmatiche: ci sono infatti 12mila utenze che non conferiscono il secco, di queste duemila non hanno neanche mai ritirato il bidone. Eppure i cestini gettacarte alle fermate degli autobus, agli angoli delle strade, e nelle aree verdi più defilate traboccano di sacchi di immondizia domestica. E a volte anche i fossi in campagna. Ma resta che, non riuscendo a colpire gli sporcaccioni, si umiliano i virtuosi, gli utenti così motivati alla raccolta differenziata che riescono a fare a meno anche degli svuotamenti minimi, pur pagandoli regolarmente in bolletta. E' probabile, stante questi numeri, che tra questi 12mila utenti ci siano più irregolari che virtuosi, ma come colpire i primi senza fare di tutta l'erba un fascio anche con i secondi? Sanzani assicura, però, che per il 2020 non ci saranno multe, nel primo anno di entrata in vigore del nuovo regolamento.

La protesta: "E' un'ingiustizia"

In questi giorni migliaia di cittadini stanno ricevendo questa lettera da parte di Alea ambiente. Protesta il consigliere comunale Alessandro Ferrini di 'Casa civica' di Castrocaro: “Ricordo bene le criticare fatte in consiglio comunale riguardo al regolamento che hanno approvato sulla gestione rifiuti ed in particolare proprio l’articolo 37 comma 5 citato in questa lettera dove praticamente il cittadino viene additato come sporcaccione in quanto non ha fatto i conferimenti del secco che aveva a disposizione durante l’anno. Alea anziché premiare il cittadino virtuoso nella differenziata sospetta che il secco venga abbandonato o gettato per strada. Un atteggiamento grave che in consiglio comunale avevamo cercato di spiegare chiedendo una modifica. Spero venga rivisto questo articolo che è offensivo e disincentivante ad una maggior differenziata. Sarebbe più utile intensificare i controlli per evitare gli abbandoni selvaggi. Seppur creda nel progetto Alea e nel sistema porta a porta, credo sia stato giusto votare contro questo regolamento in consiglio comunale. Spero venga modificato per eliminare questa ingiustizia. Il cittadino virtuoso va premiato e non additato e sanzionato per aver prodotto poco secco”.

Cosa dice esattamente il regolamento

Trovare il 'Regolamento della disciplina della tariffa rifiuti corrispettiva' sul sito di Alea è un'impresa, nascosto tra le pieghe di delibere e documentazione tecnica, di fatto non raggiungibile alla stragrande maggioranza della popolazione. Un regolamento citato su 12mila lettere inviate agli utenti dovrebbe essere ben visibile, invece non è accessibile neanche dai menù. E' vero che è un regolamento dei comuni soci, pubblicato con una delibera dell'agenzia di controllo Atersir, e non di Alea, che lo applica e basta, ma è ovvio che un cittadino vada a cercarlo sul sito di Alea, mittente della lettera. E  non lo trova neanche digitando su Google, o, ancora peggio, si trova la vecchia versione sui siti internet dei Comuni soci, la versione che dice il contrario di quanto riportato nella lettera alle 12mila utenze.

Poche parole in meno hanno così abrogato un punto che all'avvio di Alea era stato giudicato politicamente centrale. Ecco quindi nella due versioni l'articolo 37 comma 5 del regolamento. La versione licenziata nel marzo del 2019 diceva infatti: “Al fine di disincentivare l’abbandono e il “turismo dei rifiuti”, in caso di irrogazione di sanzione o comunque di acquisizione di prove per abbandono o smaltimento illecito di rifiuti a carico di un’utenza domestica con residenza attiva, in assenza di svuotamenti del rifiuto urbano residuo, il Gestore è autorizzato ad applicare oltre alla parte fissa, anche il doppio degli svuotamenti minimi obbligatori fatto salvo la possibilità di prova contraria da parte dell’utente”. Nella versione dell'aprile 2020, però, l'obbligo di “acquisizione di prove per abbandono o smaltimento illecito di rifiuti” da parte di Alea o della Polizia Municipale viene cancellato senza alcun avviso e il testo inverte completamente il senso della "prova a discarico" del cittadino e diventa il seguente: “Al fine di disincentivare l’abbandono e il “turismo dei rifiuti”, in assenza di svuotamenti del rifiuto urbano residuo da parte di utenze domestiche con residenza attiva, in presenza o in assenza delle dotazioni minime, il Gestore è autorizzato ad applicare oltre alla parte fissa, anche il doppio degli svuotamenti minimi obbligatori fatto salvo la possibilità di prova contraria da parte dell’utente”. Il che tradotto che mentre prima veniva punito chi era stato sorpreso a fare uno smaltimento illecito, ora vengono puniti tutti coloro che non hanno esposto il bidone del secco, e sta al cittadino dimostrare (non si capisce bene come) di non aver fatto smaltimenti irregolari al posto dell'unico consentito.

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