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Cronaca

Covid e restrizioni, Confcommercio: "Forlì ha numeri da zona bianca. Cambiare il criterio delle restrizioni"

Così Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio, alla luce delle indiscrezioni di stampa che mettono il territorio emiliano-romagnolo a rischio di un'ulteriore stretta

"Perchè Forlì non è in zona bianca, mentre si va in zona arancione?". A porsi l'interrogativo è Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio, alla luce delle nuove restrizioni ufficializzate dal Ministero della Salute per il territorio emiliano-romagnolo, con l'abbandono della "zona gialla" conquistata dal primo febbraio dopo il calo dei contagi. Il ragionamento di Zattini parte dai dati dell'evoluzione dell'epidemia: "Ad inizio febbraio, nel primo giorno di passaggio in "zona gialla" dopo un periodo in "zona arancione", i dati ufficiali comunicati dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali indicavano 207 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 27%) e 2181 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 36%), mentre al 18 febbraio sono 181 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 24%) e 1890 quelli occupati in reparti covid su 6126. Dopo quasi tre settimane di riapertura dei pubblici esercizi sono quindi sensibilmente calati sia i posti occupati in terapia intensiva sia quelli in reparti Covid".

Ricorda Zattini: Sin dall’inizio della pandemia, il criterio legato alla definizione di restrizioni, sia di spostamenti che per le attività economiche, è stato sempre ancorato principalmente alla pressione ospedaliera legata ai reparti covid e di terapia intensiva. Per questa motivazione, fra la prima e la seconda ondata, si sono fatti investimenti importanti, e in particolare nella Regione Emilia-Romagna, per aumentare la capacità ricettiva e di servizio per i malati di covid. Nei successivi Dpcm sono stati individuati come parametri fondamentali di soglia d’allarme: il 30% di occupazione per le terapie intensive e il 40% di occupazione per i posti covid ospedalieri.  Partendo da questi presupposti, si è anche definito che le scelte legate alle restrizioni tra i diversi livelli di colore dipendevano dall’impatto che l’apertura o la chiusura di certe attività economiche avevano sugli andamenti epidemiologici e dei ricoveri. E’ cosa risaputa l’estrema complessità di analisi dei 21 parametri che vanno a determinare le scelte di inserire le varie Regioni in una zona di un colore piuttosto che di un altro. E’ anche noto che la sostanziale differenza fra la zona gialla e la zona arancione è data dall’impossibilità di muoversi fra Comuni e dalla chiusura imposta ai pubblici esercizi".

Ma non è tutto. Il direttore di Ascom-Confcommercio pone al centro dell'attenzione l'andamento nel comprensorio di Forlì, che negli ultimi giorni ha registrato con costanza il più basso numero dei nuovi contagiati in tutta l'Emilia Romagna. "Perchè non siamo quindi in zona bianca?", è l'interrogativo. Per Zattini "bisogna iniziare a considerare e prendere in esame zone comunali ed intervenire, sia in senso positivo che restrittivo, ponendo limitazioni in base al numero dei contagi riscontrati nel territorio, utilizzando gli stessi parametri che vengono utilizzati per le regioni ed incaricando i sindaci di intervenire con proprie ordinanze".

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