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Cronaca

"I vaccini modificano il Dna? E conviene vaccinare i giovani?" Ecco le risposte ai dubbi e alle fake news più diffusi

Lo scopo dell'Ausl è quello di aiutare le persone a comprendere e soprattutto a risolvere dubbi sulla efficacia del vaccino contro il Covid

"I vaccini modificano il Dna?". "Conviene vaccinare i giovani?". E ancora: "il vaccino può modificare il genoma?" I medici del Dipartimento di Sanità Pubblica dell' Ausl Romagna, rispondono agli interrogativi più diffusi in un apposita sezione del sito web Ausl, alla luce delle evidenze disponibili (https://www.auslromagna.it/notizie/item/3749-non-esitare-vaccinati-risposte-dubbi-sul-vaccino). Nella sezione i medici fanno chiarezza anche sulle fake news che circolano copiose anche sul web, smentendole alla luce delle evidenze disponibili. "Lo scopo - viene spiegato dall'azienda sanitaria - è di aiutare le persone a comprendere, e soprattutto a risolvere, dubbi sulla efficacia del vaccino contro il Covid".

Facendo una panoramica tra i social, tra le "fake" più diffuse c'è quella secondo la quale "i vaccini modificano il Dna". I medici smentiscono: "Il compito dell’mRna è solo quello di trasportare le istruzioni per la produzione delle proteine da una parte all’altra della cellula, per questo si chiama “messaggero”. In questo caso l’Rba trasporta le istruzioni per la produzione della proteina utilizzata dal virus per attaccarsi alle cellule, la proteina denominata Spike. L’organismo grazie alla vaccinazione produce anticorpi specifici prima di venire in contatto con il virus e si immunizza contro di esso".

"Inoltre - viene chiarito sia l’mRna del vaccino che le proteine prodotte nelle cellule sono rapidamente eliminati dall’organismo. Sebbene il vaccino a mRna costituisca una nuova tecnologia, la ricerca sui vaccini a mRna è ormai in corso da una decina di anni a livello mondiale. Sono dunque già disponibili studi e risultati in questo campo". Tra le domande anche se i vaccini anti-Covid hanno effetti a lungo termine. "La possibilità è incredibilmente bassa - si legge tra le risposte -. Se guardassimo la storia di tutte le vaccinazioni scopriremmo che più del 90% di questi si verificano tra i 30 e i 45 giorni dalla somministrazione del vaccino. Ecco perché è richiesto che passino 60 giorni dal termine del trial clinico prima di approvare il vaccino per la commercializzazione. Con nessun tipo di vaccino è stata riscontrato un effetto a lungo termine (ad sempio l’anno successivo)".

C'è si interroga se conviene vaccinare o meno i giovani. Si legge tra le risposte: "La vaccinazione anti-Covid è raccomandata nella popolazione superiore ai 12 anni tranne i casi in cui sia controindicata (rarissimi e generalmente validi per tutti i vaccini ovvero: reazione allergica grave –anafilassi- dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave ad un componente del vaccino). I bambini dai 12 ai 15 anni e anche più giovani sono drammaticamente a minor rischio di evolvere verso una forma grave di Covid-19 rispetto alle persone anziane, ma vi è comunque una quota che lo contrae in maniera grave".

Proseguono i medici: "Permettere ai giovani di venire a contatto col virus non li protegge dalle rare forme gravi e letali e soprattutto da forme prolungate nel tempo. Esistono infatti forme gravi di infiammazione multisistemica che conducono a morte anche i più giovani maggiormente rispetto ai presunti danni causati da vaccino. Permettere al virus di circolare liberamente fra i giovani significa provocare un aumento assoluto dei nuovi casi e relativo aumento assoluto dei casi anche tra i soggetti vaccinati pur mantenendo la medesima percentuale di protezione dall’infezione e dalla malattia. Inoltre questa aumentata circolazione può essere terreno fertile per la selezione delle varianti che potrebbero disegnare uno scenario peggiore rispetto all’attuale in termini di contagiosità ed escape immunitario".

"Pertanto, gli effetti benefici della vaccinazione superano gli effetti collaterali definendo il profilo di sicurezza buono - viene rimarcato -. Recentemente si è parlato molto di casi di miocardite come effetto avverso del vaccino nei più giovani, tuttavia questo aspetto è oggetto di stretto monitoraggio ed attualmente sembra che queste infiammazioni cardiache causate dal virus siano più frequenti rispetto a quelle causate dal vaccino. Basti pensare che i giovani maschi (12-17 anni) infetti dal virus hanno una probabilità 6 volte maggiore di sviluppare miocardite rispetto a quelli che hanno ricevuto il vaccino. Nelle forme causate da vaccino la guarigione è avvenuta in breve tempo e senza conseguenze. Al contrario l’interessamento cardiaco da Sars Cov 2 in generale sembra coinvolgere l’organismo per tempi decisamente più lunghi con grandi impatti clinici e soprattutto legati alle attività sportive e della vita quotidiana dei più giovani".
 

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