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Cronaca

Cappuccinini, al via lavori di ristrutturazione alla chiesa per 800mila euro

I Cappuccinini si rifanno il look. Sono in pieno svolgimento i lavori di ristrutturazione di chiesa, canonica e parte vecchia della Scuola Materna, per una spesa di 800.000 euro

I Cappuccinini si rifanno il look. In attesa dell’ingresso ufficiale del nuovo parroco don Gabriele Pirini, previsto per sabato 20 settembre in sostituzione del dimissionario don Guglielmo Giorgioni, che rimarrà in loco come coadiutore, sono in pieno svolgimento i lavori di ristrutturazione di chiesa, canonica e parte vecchia della Scuola Materna, per una spesa di 800.000 euro.

“Anche se l’abitudine della frequentazione nasconde all’occhio del visitatore l’antichità delle mura – scrive il portavoce della comunità Daniele Zattini – sono ambienti che hanno necessità di restauri urgenti”. Fino alla riapertura della chiesa, fra un anno circa, le attività di culto si tengono nell’adiacente teatro “Don Bosco”, dove vengono celebrate le messe prefestive (18,30) e festive (9,11 e 19). “Il teatro – prosegue Zattini - è un ambiente moderno e luminoso, in grado di accogliere 110 persone sedute. Fuori dai momenti liturgici, il ‘Don Bosco’ continuerà a svolgere la funzione di sala multimediale”. Sono tempi difficili che non consentono di trovare agevolmente 800.000 euro. Si è partiti con il contributo della Chiesa Cattolica attraverso l’8 per mille (€ 400.000) e della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì (€ 100.000), per un totale di € 500.000: adesso tocca alla comunità parrocchiale, che ha prontamente costituito un Comitato ad hoc.

L’Impresa Zambelli ha già avviato l’esecuzione dei lavori di consolidamento e risanamento conservativo, compreso l’adeguamento antisismico, sotto la direzione dell’architetto Roberto Pistolesi e dell’ingegner Alberto Gentili. A sua volta, il parroco uscente don Guglielmo Giorgioni ha lanciato un appello per la raccolta fondi. “Restauriamo la nostra chiesa!” è il messaggio diffuso fra i fedeli e gli abitanti del quartiere anche con una lettera a firma del sacerdote, dove si sottolinea: “Se la parrocchia non avesse deciso di eseguire i lavori, avrebbe messo in forse la sua stessa esistenza”. Per sostenere questo “sforzo straordinario” sono indicate alcune modalità di finanziamento, con offerte “una tantum” attraverso bonifico a favore del c/c bancario intestato a “Parrocchia S. Giovanni Battista-Cappuccinini”, Iban: IT 30 N08556 13207 000000230270, con la causale “nome e cognome del benefattore - offerta una tantum lavori straordinari chiesa e canonica Parrocchia Cappuccinini”.

Possono essere fatte anche offerte con ordine di addebito periodico, con importi dal proprio c/c bancario a favore del c/c intestato alla parrocchia dei Cappuccinini con la causale “Offerta periodica lavori straordinari chiesa e canonica Parrocchia Cappuccinini”. Il parroco designato don Gabriele Pirini, che sabato 20 settembre, alle 15,30, nell’anfiteatro dell’area verde di Via Dragoni, durante la solenne celebrazione liturgica riceverà il mandato di parroco dell’unità pastorale Cappuccinini-San Paolo dalle mani del vescovo monsignor Lino Pizzi, non sembra particolarmente allarmato per il cantiere aperto: “Non c’è maggiore libertà che quella di lasciarci portare dallo Spirito Santo, permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci assista e ci conduca dove desidera”. Già il fatto di chiamarsi “Cappuccinini” (il nome ufficiale è San Giovanni Battista), retaggio di un passato ormai remoto, fa capire quanta acqua sia passata sotto i ponti dell’efficiente comunità di via Ridolfi. La chiesa parrocchiale risale infatti al 1577.

In precedenza, come si desume dalla dettagliata ricerca pubblicata negli anni Venti da monsignor Adamo Pasini sul “Bollettino della Madonna del Fuoco”, era un centro di culto annesso ad un ‘hospitalium’ per pellegrini, senza alcuna rilevanza dal punto di vista giuridico-ecclesiale ma popolarissimo fra i forlivesi residenti “fuori porta”. Ancora alla fine del XIX secolo, fintanto che resse l’uso di sbarrare al tramonto le porte d’ingresso della città, i Cappuccinini erano rifugio obbligato per quanti non volevano rimanere all’addiaccio, o vittime di predoni o briganti. L’istituzione era retta dai frati Cappuccini, l’ordine francescano generato dal Concilio di Trento, che la lasciò intorno al ‘600 per trasferirsi “intra moenia” (in città) ad officiare Sant’Antonio Abate in Ravaldino. Fino al 1908, la chiesa dei “Cappuccinini” è rimasta parrocchia rurale. Nel 1884 la chiesa cinquecentesca fu demolita per costruirne una più ampia, quella attuale. Le spese di realizzazione furono sostenute personalmente dall’allora parroco don Gaetano Sughi. Gli interni, molto curati, furono affrescati dal decoratore bolognese Aristide Reggiani e dal pittore meldolese Cesare Camporesi. Nel 1954, per iniziativa di don Nicola Sintoni, il complesso parrocchiale dei Cappuccinini si è arricchito persino di un teatro con 420 posti a sedere, il “Don Bosco.

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