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Cronaca Rocca San Casciano

Rocca San Casciano, pochi alunni: istituto scolastico a rischio

Le amministrazioni comunali di Rocca San Casciano, Dovadola e Portico “ritengono doveroso esprimere unitariamente la propria posizione in merito alla riorganizzazione del Piano triennale della rete scolastica

Le amministrazioni comunali di Rocca San Casciano, Dovadola e Portico “ritengono doveroso esprimere unitariamente la propria posizione in merito alla riorganizzazione del Piano triennale della rete scolastica,” che prevede la soppressione della segreteria e dirigenza dell’Istituto comprensivo scolastico di Rocca, perché con 355 alunni non raggiunge i 400 previsti per i territori collinari e montani (500, con deroga fino a 400).

In pratica i tre sindaci chiedono che l’Istituto comprensivo scolastico (la presidenza), con sede a Rocca, non sia unito a quello di Castrocaro, “perché è operativo, efficace e costituisce un punto di riferimento strategico assolutamente imprescindibile per la gestione delle scuole dell’infanzia, elementari e medie presenti nella vallata.”

Gli amministratori, che hanno approvato un ordine del giorno di giunta, sostengono che “la centralità della sede nel cuore della vallata del Montone assume, infatti, una grandissima importanza sotto il duplice profilo organizzativo delle strutture scolastiche e aggregativo delle comunità locali.”

L’istituzione scolastica di Rocca San Casciano gestisce in forma unitaria tre scuole dell’infanzia, due scuole elementari e due scuole medie, “rappresentando un punto di riferimento per gli operatori scolastici, per il personale docente e per le famiglie dei bambini e degli alunni frequentanti.” L’eventuale trasferimento della sede di presidenza, “oltre a determinare il rischio di un inevitabile e repentino scadimento della qualità dell’offerta scolastica, cagionerebbe per i Comuni di Dovadola, Rocca San Casciano e Portico e San Benedetto un ulteriore disagio che si sommerebbe a quello già presente cagionato dal costante pericolo di taglio del trasporto pubblico.” La soppressione della presidenza “potrebbe compromettere nel tempo il tessuto sociale e culturale delle comunità.”

I sindaci chiedono quindi alla Provincia di Forlì-Cesena (in accordo con l’ufficio scolastico regionale) di “tenere conto, in sede di redazione del piano triennale di riorganizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa, delle specificità presenti nel sistema, quali la rilevanza del servizio scolastico nelle aree montane anche in funzione di presidio culturale, sociale ed economico del territorio.” Commenta il sindaco di Rocca, capolfila dell’iniziativa, Rosaria Tassinari: “Chiediamo a Provincia e Regione di rivedere i parametri per il mantenimento della dirigenza per le scuole di collina e montagna, com’è appunto Rocca, dove è inderogabile difendere e tutelare i servizi essenziali come la presidenza della scuola dell’obbligo, i cui costi sono a carico dei comuni.” A questo proposito, per lunedì mattina 7 novembre, l’assessore provinciale alle politiche scolastiche, Bruna Baravelli, ha convocato una riunione a Forlì con dirigenti scolastici (presidi) e sindaci.
 

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