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Cronaca

Rottura di un tubo di Romagna Acque, persi 10mila metri cubi d'acqua

I consiglieri provinciali Stefano Gagliardi e Valerio Roccalbegni (PdL) hanno posto un’interrogazione in Provincia relativa alla recente rottura di una conduttura principale di Romagna Acque

I consiglieri provinciali Stefano Gagliardi e Valerio Roccalbegni (PdL) hanno posto un’interrogazione in Provincia relativa alla recente rottura di una conduttura principale di Romagna Acque, avvenuta domenica 2 ottobre, che – illustra l’interrogazione – “da una parte ha lasciato a secco la zona del Cervese creando forti disagi alla popolazione, alle strutture alberghiere, balneari, case protette e all’ospedale; dall’altra ha creato allagamenti nel riminese”.

La richiesta è relativa a diversi dati tecnici: “Cosa abbia causato la rottura della condotta; quanti tubi della stessa partita sono utilizzati e dove; qual è la ditta che fornisce questi tubi; se esistono sensori di linea e se hanno funzionato regolarmente; in quale maniera Romagna Acque è venuta a conoscenza del guasto; se vengono effettuati regolari controlli alla rete per scongiurare evenienze; perché le valvole di sicurezza sono “saltate” nel riminese, creando fuoriuscita di acqua che ha allagato diverse zone; se esiste un blocco di erogazione alla condotta qualora si verifichino incidenti di questo tipo; quanto è costato questo incidente e quale è stata la perdita d’acqua; che percentuale di interramento è stato raggiunto dall’invaso”.

Risponde l’assessore provinciale all’Ambiente Luciana Garbuglia: “Le informazioni sono state fornite da RomagnaAcque: sono in corso le analisi per capire l’origine delle perdite a Cervia. Quanto è accaduto è stato dovuto alla rottura di una verga in ghisa con un possibile difetto di fabbricazione, aggravato dal tempo (il tratto è stato posato nel periodo 1988-1990). E’ stata avviata azione di rivalsa. In ogni nodo dell’Acquedotto di Romagna sono installati sensori e la sala di controllo è stata avvisata immediatamente, facendo scattare subito l’intervento. Per effetto della perdita istantaneo è stato l’abbassamento di pressione, molto pericoloso per la struttura che è progettata per reggere grandi pressioni. E’ subito partito il sistema di ripressurizzazione con l’apertura delle valvole di sfiato. Alcune, nella zona di Santarcangelo, non si sono richiuse, provocando perdite d’acqua, ma è stata salvaguardata comunque l’integrità della rete. L’intervento ha visto impegnate 35 persone per il ripristino, il costo è stato di 25.000 euro e la perdita d’acqua ammonta a 10mila metricubi d’acqua. Infine l’interramento della diga dal 1983 ad oggi non è stato sostanziale, essendo il 2,27% del volume dell’invaso in 27 anni di esercizio”.
 

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